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1. WENGER SPINTONA MOURINHO - VIDEO
2. LA BATTAGLIA DI STAMFORD BRIDGE
Francesco Persili per Dagospia
Due manager in lotta che sembrano due pugili suonati. Stamford Bridge che si trasforma in un ring. Parole di fuoco, spinte e una rissa da campetto che manda in estasi tabloid e siti inglesi. Wenger contro Mourinho. Ancora loro, sempre loro. Non si sono mai amati quei due. Da «voyeur» (calcistico) a «loser», il tecnico del Chelsea non ha mai risparmiato frecciate al veleno nei confronti del manager dei Gunners.
Prima della battaglia di Stamford Bridge, una lunga teoria di stilettate e punture di spillo con Arsenio spesso nei panni del fustigatore di Mou. Si comincia dalla contestazione delle «auto-espulsioni» del Real allenato dal portoghese in Champions e si finisce alle parole con cui l’anno scorso Wenger smontò i mind games del rivale sulla panchina del Chelsea: Mou non inserisce i Blues nella corsa al titolo? «Ha paura di fallire»
Storie tese e antipatie malcelate che esplodono durante Chelsea-Arsenal, l’atto finale di una rivalità decennale. Prima della gara, lo Special one non si scusa per quella definizione di «specialista in fallimenti» con cui l’anno scorso aveva liquidato l’Arsenio: «Lo dissi perché ero stato attaccato»
Odore di zolfo, tensione alle stelle. Wenger è nervoso. E non solo perché la partita inizia con 15 minuti di ritardo a causa degli incidenti scatenati dai tifosi dell’Arsenal. Contro Mou il tecnico francese non ha mai vinto (6 vittorie per il portoghese e 5 pareggi).
Basta un tackle di Cahill su Sanchez dopo 24 minuti per accendere il duello a bordo campo. Il manager francese inveisce contro la panchina avversaria e chiede l’espulsione del difensore francese (solo ammonito). Il portoghese non ci sta e lo invita a tornare nella sua area tecnica. Si avvicinano pericolosamente.
Occhiate truci, scontri ravvicinati del solito tipo. Volano insulti tra i due manager, Wenger spintona via Mou. E pensare che quando allenava in Giappone l’economista alsaziano si vantava di insegnare alla sua squadra l’educazione. E adesso consegna all’immaginario pallonaro un fermo-immagine che si candida a fare concorrenza al celebre calcio in culo di Baldini a Mimmo Di Carlo in
un Parma-Catania di qualche anno fa.
Chi lo conosce bene, come Sir Alex Ferguson, ha anche scritto del «brusco cambiamento» di Wenger. Fuori è un tipo tranquillo, di buona compagnia, in campo si trasforma: «Trova difficile riconoscere i difetti della sua squadra e se la prende con l’avversario spesso lamentandosi dei contrasti. Non è facile per lui accettare che gli avversari possano entrare duro sui suoi giocatori»
Anche dopo il rigore di Hazard che sblocca la partita, non si placa l’ira del francese. Ancora elettricità tra le due panchine alla fine del primo tempo con Wenger che continua a protestare e il vice di Mou Rui Faria che replica con un vaffa. Mou invita, a gesti, il francese a chiudere la bocca. Ma tocca aspettare la seconda rete di Diego Costa per vedere Arsenio in silenzio.
Mourinho al termine della gara fa sfoggio di diplomazia: «Wenger? Ha invaso la mia area tecnica ma guardiamo avanti, anche io ho commesso tanti errori nel calcio». Il manager dei Gunners mastica amaro e chiede la moviola: «Riguardatevi le immagini e ditemi se ho spinto davvero Mou. Sono pronto ad ascoltare lezioni di morale in queste due settimane». Oltre a perdere l’ennesima partita contro lo Special One, Wenger stavolta ha perso anche la faccia.
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