DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Francesco Persili per “Dagospia”
La Premier è sempre più Blues. L’uno a zero contro il Crystal Palace consegna al Chelsea il quinto titolo della sua storia, il terzo con Mourinho al comando. Decisivo un gol di Hazard che sbaglia il rigore ma segna di testa sulla respinta: la 14esima rete del maghetto belga, premiato come miglior giocatore della Premier, manda in estasi Stamford Bridge che intona cori e peana per lo Special One.
È il secondo titulo della stagione per i Blues che quest’anno avevano già conquistato la Coppa di Lega. Una cavalcata trionfale per gli uomini di Mourinho in testa alla Premier da inizio stagione. Vince dentro e fuori dal campo, il “Chelski”. Basta spese folli, il club di Abramovich ha chiuso il bilancio con il risultato migliore della sua storia. Gol e business. Il Chelsea compra e vende campioni ma riempie sempre Stamford Bridge: è il club che incassa più soldi di tutti da ogni singolo spettatore del suo stadio. Anche se a livello di sponsorizzazioni e merchandising resta lontano dal Manchester United.
Occhio ai conti e una squadra compatta intorno al suo tecnico. Tra i protagonisti insieme al divino Hazard c’è il capitano John Terry, che al termine della gara si toglie i macigni dagli scarpini attaccando Rafa Benitez, alla guida del Chelsea nel 2012-13: «Solo lui disse che non potevo reggere due partite a settimana. Ora è tutta un’altra storia…». In panchina c’è quella “vecchia volpe” di Mou che a uno come Terry non rinuncerebbe mai.
«Non è il mio titulo più speciale ma è solo l’ultimo che ho vinto. Perciò è il più importante», spiega il conducator portoghese esaltato in questi giorni dalle polemiche con i rivali di sempre Wenger e Pellegrini che lo ha accusato di far giocare il Chelsea da “piccola squadra”. Per chi, come Mou, si sente “sempre più bravo in ogni aspetto del suo lavoro”, il rumore dei nemici è un elisir di lunga vita.
«Siamo stati in testa dalla prima all’ultima giornata e dobbiamo esserne orgogliosi», il ruggito dello Special One. Un maestro di calcio e insieme una rockstar (Rolling Stone gli dedicò la copertina nel dicembre 2011) per quella “machiavellica arte di far uscire dai gangheri chiunque”.
Lo accusano di parcheggiare l’autobus davanti al portiere? Lui risponde sul campo con l’ennesimo trofeo. Poi con stile very british dopo la terza Premier conquistata alla guida del Chelsea snocciola i numeri dello strapotere Blues: la miglior difesa, il secondo miglior attacco del campionato, zero sconfitte in casa e solo due partite perse (contro Tottenham e Newcastle): what else? La Champions, il vero obiettivo dell’anno prossimo. Don’t stop Josè, now.
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