CHIAMATE LA NEURO! L’UOMO CHE HA CORSO 7 MARATONE IN 7 GIORNI IN ANTARTIDE, AFRICA, OCEANIA, ASIA, EUROPA, NORD E SUD AMERICA: “MANGIAVO DUE MARS E DUE BANANE E VIA” – IL RACCONTO AL “NEW YORK TIMES” DI PAUL HOLBORN, 40 ANNI, EX PUGILE BRITANNICO – LA DEPRESSIONE, LA SPINTA DELLA MOGLIE (CHE NON VOLEVA PIU’ AVERLO TRA I PIEDI IN CASA?), LA PREPARAZIONE IN 19 MESI - “SI SENTE SEMPRE DIRE: OH, HO 40 ANNI, È FINITA. SBAGLIATO. TUTTI SOPRAVVALUTANO CIÒ CHE POSSONO FARE IN UN GIORNO, MA SOTTOSTIMANO CIÒ CHE POTREBBERO FARE IN UN ANNO. CONTINUATE A FARLO E IL VOSTRO CORPO SI ADATTERÀ…” - VIDEO

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Da ilnapolista.it

 

paul holborn. 7

 

Sette maratone, 42 km e rotti ognuna. In sette giorni, di fila. In sette continenti. Una dopo l’altra. Tutte, più o meno, corse intorno alle 3 ore e trenta minuti. L’ha fatto Paul Holborn, 40 anni, britannico del Sunderland, un tempo pugile professionista dei pesi leggeri. La gara da record si chiama World Marathon Challenge, ed è una follia.

 

E’ partito in Antartide, dove ha completato i primi 42 km in poco più di tre ore e 30 minuti. Da lì Città del Capo (in Africa), Perth (in Oceania), poi Dubai (in Asia), Madrid (in Europa), Fortaleza (in Sud America) e Miami (Nord America). Ha corso con temperature da -10 gradi a +30, con 60 ore di viaggio aereo in mezzo, dormendo pochissimo. E tanti saluti al ritmo circadiano. Ne ha parlato con il New York Times.

 

 

 

paul holborn. 3

“Ho sempre avuto un obiettivo nella mia vita ed era solitamente legato al lavoro: pagare la casa, pagare la macchina, costruire questo, costruire quello. Sono riuscito a ottenere tutto. Ho venduto la mia attività. All’improvviso, quando l’ho ottenuto, sono diventato un po’ infelice. Se hai mai sofferto di depressione, non importa dove ti trovi, con chi sei, hai solo bisogno di un hobby. Non riuscivo a capirlo, per quanto semplice possa sembrare, perché ero sempre stanco, infelice”.

 

paul holborn. 2

Poi ha visto su internet la World Marathon Challenge: “Non sono riuscito a togliermela dalla testa per tre giorni. Il prezzo era ridicolo, 50.000 dollari. Ne ho parlato con mia moglie, mi ha detto: hai bisogno di questo, ho solo bisogno di vederti felice, costi quel che costi’. Sapevo che se mi fossi iscritto, non avrei più potuto tirarmi indietro”.

 

Si è preparato in 19 mesi. Non correva tantissimo, al massimo una sessantina di chilometri a settimana, poi quasi cento verso la fine. Dice di aver sofferto alla prima in Antartide, e che invece a Città del Capo, col caldo è andata molto meglio.

 

 

 

paul holborn. 1

“Se stai correndo e non riesci a cantare una canzone o a dire una frase senza boccheggiare, stai correndo troppo veloce. Abbastanza giusto negli ultimi chilometri, ma cerco di non rimanere senza fiato. Ha funzionato. Fin da giovane, nel pugilato e in ogni sport che ho praticato, ho sempre trovato questa seconda ventata o riserva di energia, e ho raggiunto un altro livello. Ci metto molto tempo a riscaldarmi, quindi corro più lentamente, poi una volta che arrivo a circa 28 chilometri, sento di poter correre a qualsiasi ritmo e mantenerlo”.

 

paul holborn. 4

Tra una gara e l’altra, Holborn dormiva sei o sette ore in aereo. Mangiava qualsiasi cibo ci fosse sull’aereo, trovava qualsiasi negozio fosse aperto in città, ha comprato proteine in polvere in Sudafrica da consumare dopo le gare e sui voli. Aveva anche una borsa di frutta, noci e barrette proteiche. “Cioccolato, marmellate e burro: li mangiavo. Normalmente non mangerei mai quella roba”. Niente gel energetici in allenamento. Si sentiva un po’ “sciocco” e impreparato a guardare l’alimentazione degli altri durante le gare. Il suo pasto prima della gara? Due barrette Mars e due banane.

 

 

La gara peggiore è stata a Fortaleza, in Brasile, la penultima. Il tempo di volo (e di riposo tra le gare) si stava accorciando e le condizioni mutevoli hanno reso le cose brutali: dai cinque gradi di Madrid ai 29 quando sono atterrati alle 4:30 del mattino. “Entro 90 minuti dall’atterraggio, ero sul bus navetta per la linea di partenza e in gara”.

 

paul holborn. 5

“Sto solo cercando di far capire il concetto a chiunque voglia ascoltare. Si sente sempre dire: oh, ho 40 anni, è finita. Sembra impossibile e, per i primi otto mesi del mio allenamento, ero tipo, accidenti, ho rinunciato ai miei anni migliori. Vorrei essere la persona che ero prima. Tutti sopravvalutano ciò che possono fare in un giorno, ma sottostimano ciò che potrebbero fare in un anno. Continuate a farlo e il vostro corpo si adatterà”.