LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Stefano Semeraro per la Stampa
Ha ppy Roger, Happy Slam.L' Australia è il paese di Oz, la terra incantata dove Federer da cucciolo ha passato tre mesi di vacanza spensierata, assorbendo i riti e i miti di una nazione innamorata di sport, e ogni volta che mette piede a Melbourne - osservatelo - il sorriso gli si allarga felice sotto il nasone. Laggiù ha vinto 5 volte e raggiunto, con quella di quest' anno, 14 semifinali (su 43 in carriera), senza mai perdere nei quarti. A Melbourne Park è il campione uscente e anche ieri, nel domare Tomas Berdych in tre set (7-6 6-3 6-4) il Genio ha dimostrato di essere in stato di grazia.
Sul campo, per come ha saputo ribaltare, con un paio di game benedetti, un match iniziato male e a rischio incarognimento; fuori, per una quasi inedita vena da entertainer. Durante l' incontro si è anche arrabbiato, per un Occhio di Falco inceppato, ma un secondo dopo ha strizzato l' occhio a Berdych e si è fatto una risata sulle disgrazie della tecnologia, contagiando il pubblico e disarmando l' avversario. Che vuoi dirgli, a uno così? Specie quando sa affettarti di rovescio come una verdurina alla julienne, o pestarti di diritto come un hamburger, sempre però con l' eleganza sovrana di un Roberto Bolle del tennis.
Gli auguri a Nadal Sì, p erché a quasi 37 anni, senza più nulla da dimostrare, Roger ha deciso che vincere è uno spasso, oltre che un destino. Negli ultimi tre lustri si è visto sfilare davanti generazioni di fenomeni veri e presunti, da Nadal - a cui ieri prima di spegnere la luce ha inviato un sms di auguri - a Djokovic, da Murray a Del Potro, dal suo finto erede Dimitrov al possibile numero uno del futuro Zverev - ed è sopravvissuto alla grande.
Domani in semifinale gli tocca il prodigioso astigmatismo di Hyeon Chung, il 21enne coreano che dopo aver allungato Djokovic fuori dal torneo negli ottavi ha superato anche la prova del nove estinguendo nei quarti il furore trumpiano di Tennys Sanberg, lo yankee in odore di suprematismo bianco e omofobia. «Chung lo conosco appena, non ci siamo mai incontrati, ma sono contento che giovani come lui ed Edmund si facciano avanti. Amo le novità, non mi piace quando un giocatore deve aspettare di avere 27 anni per esplodere. Hyeon mi ha impressionato contro Djokovic, e se ha saputo ripetersi vuol dire che è uno tosto. Le sue qualità difensive mi ricordano quelle di Novak, non posso dire come lo affronterò perché non so bene come serve e come risponde, che sono le cose più importanti. Di sicuro giocherò in maniera aggressiva».
L' arte di stupire Il tennis, e l' arte di sapersi ancora stupire. E divertire, come ha fatto rispondendo alle imbeccate di Jim Courier, l' ex n. 1 riciclatosi con successo in bravo intervistatore. «Le scarpe rosa? Certo che ho scelto io il colore, mi piace anche l' immagine che hanno scelto di Flinders Station (la stazione di Melbourne). Ma non aspettatevi di vedermi vestito come Nadal. Un anno a Basilea ho provato i suoi pantaloncini a pinocchietto, e tutti mi guardavano strano, per indossare le canotte però servono i bicipiti di Rafa...». Qualche giorno prima il comico americano Will Farrell gli aveva chiesto se in campo si sentisse come una gazzella. «Non lo so, dipende. Non sono quelle che di solito finiscono mangiate alla fine?».
Esatto. Mentre Federer, cannibale gentile, ha ancora tanta voglia di sbranare in allegria.
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