1. CI SALVA L’ORIUNDO A SEI MINUTI DALLA FINE. EDER, UN BRASILIANO DI SANGUE VENETO S’INVENTA UN GOL A GIRO CONTRO UNA BULGARIA CHE AVEVA SOLO STRACCI CON CUI COPRIRSI 2. IL CALCOLO DI CONTE ERA CHIARO. PERSO IL MILAN PER L’OSTRUZIONISMO DEGLI AGNELLI, PUNTARE A COSTRUIRSI UN’IMMAGINE INTERNAZIONALE CON L’ITALIA, CHIUDERE TRA UN ANNO UN EUROPEO DIGNITOSO E RIMETTERSI NEL MERCATO IN VISTA DI UN PRESTIGIOSO CLUB

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Giancarlo Dotto per Dagospia

ANTONIO CONTE CON GLI OCCHIALIANTONIO CONTE CON GLI OCCHIALI

 

Ci salva l’oriundo a sei minuti dalla fine, in tutti i sensi possibili. Eder Citadin Martins, un brasiliano di sangue veneto che spunta benedetto al fondo del raschiatissimo barile. S’inventa un gol a giro, piede come mano in guanto di velluto, alla Del Piero, altro veneto. Puntarello più che prezioso oltre che ansioso, sfangato da Chiellini e compagni al momento dell’estrema unzione contro una Bulgaria che aveva solo stracci con cui coprirsi.

 

roma bayern antonio conte monsignor georg gaensweinroma bayern antonio conte monsignor georg gaenswein

Avete presente Kurt Cobain il giorno che si è sparato un colpo alla testa? Era un uomo euforico che amava la vita e le feste di piazza se paragonato all’Antonio Conte che si è presentato a Sofia, sotto una pioggia che Dio o chi per lui la mandava.

 

ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIOANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO

Due giorni da incubo. Una pressione da emicrania. Prima il caso Marchisio, poi le uscite maramalde di John Elkann a cinque giorni dalla partita di Torino con l’Inghilterra, tanto per consegnare l’antico eroe al linciaggio delle genti juventine. Agnelli, Marotta (che voleva Mazzarri e non Conte alla guida dei bianconeri) e company hanno dichiarato guerra a Conte e a poco servono le timide mediazioni di un Tavecchio, abituato da secoli a trattare con i dilettanti e alquanto smarrito con le bizze e i capricci dei divi.

 

ANDREA AGNELLI ANTONIO CONTE JOHN ELKANN ANDREA AGNELLI ANTONIO CONTE JOHN ELKANN

Il calcolo di Conte era chiaro. Dopo aver perso il Milan per l’ostruzionismo degli Agnelli, puntare a costruirsi un’immagine internazionale con l’Italia, chiudere tra un anno un Europeo dignitoso e rimettersi nel mercato in vista di un prestigioso club inglese, spagnolo o tedesco. Il suo calcolo si sposava con quello di Tavecchio, bisogno all’epoca di turare la falla aperta con le sue cazzate orali e non. Come foglia di fico era perfetto il sanguigno uomo del Salento.

ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTAANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA

 

Non aveva fatto i conti, Conte, con due cose: l’ostilità puntigliosa e vagamente ritorsiva del mondo che, fino a un anno prima, lo aveva amato fino alla devozione e con il suo carattere irascibile e permaloso. Conte solo contro tutti? Questo è il rischio. I giocatori hanno dimostrato di stare dalla sua parte, inclusi gli juventini direi, anche se stranamente vaghi in quei cinque minuti di furore bulgaro. La voglia di andarsene è forte, ma non può farlo. Se scaricasse la Nazionale, dopo aver scaricato la Juventus, per Conte sarebbe già pronta la lettera scarlatta. Meglio aspettare che nottate e bufere passino.