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Alessandro Trocino per “Il Corriere della Sera”
«Renzi è peggio di Berlusconi, sta mettendo in pratica le indicazioni che venivano dalla lettera della Bce. Siamo stanchi di spot, slide e balle. Oggi inizia una nuova primavera per il futuro». Maurizio Landini battezza la sua coalizione sociale in piazza del Popolo, a Roma. Insieme a lui, presente la leader della Cgil Susanna Camusso, una folla che chiede lavoro. Il «futuro» di Landini, nel corteo griffato «Unions» (13-14 mila partecipanti, secondo la Questura, piazza del Popolo piena), si annuncia con un mare di bandiere rosse, di falci e martello e di «Bella Ciao».
Landini rivendica la sua azione «politica»: «Il sindacato non deve diventare un partito, ma ha una sua soggettività politica». La coalizione sociale vede in piazza anche l’associazione «Libera». Il leader della Fiom lancia l’allarme: «Vogliono cancellare lo statuto dei lavoratori». Il Jobs act renziano è il nemico: «Lo contrasteremo con ogni mezzo». Nessun entusiasmo per le 79 mila nuove assunzioni appena annunciate: «Mi auguro che ce ne siano milioni». Landini attacca Renzi: «Ha una logica padronale. Lo vedo sempre attento a rispondere, evidentemente il ragazzo qualche preoccupazione ce l’ha».
In piazza c’è Nichi Vendola, sul palco Stefano Rodotà. Pochi gli esponenti del Partito democratico: Stefano Fassina, Barbara Pollastrini, Pippo Civati, Rosy Bindi, Corradino Mineo. Non c’è Cesare Damiano: «Le nostre critiche partono dai contenuti, qui si rischia di rifluire in una logica di pura protesta». Fassina subisce una mini contestazione. Alcuni manifestanti gli urlano «esci dal Pd». Lui, impassibile, ci mette la faccia, come sempre: «Che ci sto a fare nel Pd? Me lo chiedo. Noi combattiamo per rivendicare il nostro ruolo, ma c’è un serio problema di pluralismo e di autonomia dei gruppi».
A Fassina non piace la riforma della Rai: «Si torna agli anni 50». Mineo è ancora più netto: «Il Pd non esiste più. Combattiamo la nostra battaglia, ma se la perdiamo, ce ne andremo». Civati è in piazza ma criticamente: «Non mi piace Landini quando fa la gara a fare il nuovo e delegittima tutti senza distinzioni». Rosy Bindi è soprattutto «in ascolto», come presidente della Commissione antimafia (viene ringraziata da Landini per la presenza): «Questa piazza chiede rappresentanza e va ascoltata. Certo, se ci fossero meno bandiere rosse sarei più contenta». Critico con Landini lo scrittore Francesco Piccolo: «È un reazionario, il male della sinistra».
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