DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Francesco Persili per Dagospia
Ci voleva Van Gaal a Italia ’90. L’ex portiere della Juventus, e della nazionale, Stefano Tacconi, applaude la mossa «coraggiosa» del tecnico olandese: «Nel ‘90 Vicini avrebbe dovuto fare lo stesso con me e Zenga». Cambiare il portiere prima dell’ordalia dei rigori: azzardo puro o lucida follia? «Van Gaal? Deve avere un golden willy, letteralmente, un cazzo d’oro». ‘Alien’ Robben aveva celebrato così i cambi spesso decisivi del suo allenatore in questo mondiale. «Cazzo d’oro» e Krul di platino, verrebbe da aggiungere dopo aver visto l’Olanda battere la Costa Rica ai rigori grazie alle prodezze del portiere di riserva.
Ma non si può ridurre tutto alla banalità della fortuna. C’è anche scienza, organizzazione, strategia visionaria, e ancora prima, una pianificazione feroce dei dettagli, come nella migliore tradizione di quello che i giornali del suo Paese hanno ribattezzato “Van Geniaal”. Krul ha raccontato che prima della gara l’allenatore dei portieri olandese, Frans Hoek, lo aveva messo in allerta: «In caso di rigori è possibile che entri». Tutto, naturalmente, è avvenuto all’insaputa del titolare Cillessen, per evitare di innervosirlo. «Avevamo previsto tutto, Tim Krul era il più adatto anche per la sua altezza», conferma LVG.
Non che Krul sia uno specialista (ne ha parati solo due in carriera) ma di sicuro per caratteristiche tecniche si lasciava preferire a Cillessen che in tutta la sua vita dagli undici metri è sempre stato uccellato. Un colpo a sorpresa che Van Gaal teneva in canna per dare scacco matto a quella vecchia volpe di Pinto, il tecnico della Costa Rica che, come sua abitudine, non aveva tralasciato lo studio dei video del numero uno olandese.
Sapeva tutto di Cillessen? Perfetto, LVG poteva giocarsi il jolly Krul che non solo conosceva tutto dei rigoristi avversari ma aveva il compito anche di farli innervosire. Mind games applicati al calcio. Una specialità che nell’eurozona ha due eccellenze: Van Gaal e Mourinho. Non è un caso che i due abbiano lavorato insieme a Barcellona.
«Da Robson ho imparato ad attaccare; da Van Gaal a difendere», ha sempre ripetuto lo Special One. Già perché il tecnico olandese che dall’anno prossimo siederà sulla panchina del Manchester United è riuscito ad interpretare il ruolo da para-guru della panchina con genio multiforme.
Ha fatto del calcio totale la sua bandiera all’Ajax che conquistò la Champions ma poi ha vinto con l’Az Alkmaar giocando con una sola punta, ha reinventato una estetica fondata sul possesso palla al Barcellona e ha portato l’Olanda in semifinale giocando anche con la difesa a cinque e trasformando un portiere di riserva in un eroe nazionale.
xabi alonso della spagna vola con arjen robben
Come sono lontani i tempi del tabaccaio Jongbloed, il numero uno – anche se aveva l’otto - che sapeva giocare solo coi piedi dell’Arancia Meccanica di Cruyff, il punto debole di quello squadrone che non riuscì mai ad alzare la Coppa del Mondo.
Ci prova adesso l’Olanda guidata da questo ex professore di ginnastica che oggi incassa i peana dei commentatori e il plauso del mondo pallonaro con l’eccezione dell’ex capitano azzurro Cannavaro: «La mossa di Van Gaal? Una mancanza di rispetto nei confronti di Cillessen».
Stratega divisivo, litigioso, soprattutto coi giornalisti, e autoritario, Van Gaal è «uno di quelli che vuole fare il dittatore senza avere il minimo guizzo negli occhi». Parola di Ibra che fece scintille con lui al pari di Toni ai tempi del Bayern Monaco quando si racconta che il tecnico olandese durante una riunione tecnica si abbassò i pantaloni davanti a tutti urlando: «Io ho le palle e non ho paura di sostituire nessuno». Figuriamoci un portiere a un minuto dalla fine dei supplementari. Adesso tutti a chiedersi cosa si inventerà per la semifinale con l’Argentina. Contro Messi, inutile dirlo, un colpo di Krul non basterà.
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