CIAO CIAO FELIPAO - SI DIMETTE SCOLARI DOPO L’UMILIAZIONE DEL 7-1 E LA CILIEGINA DEL 3-0 - UNA SQUADRA A PEZZI: PER I QUOTIDIANI, “SE NEL 2018 RESTANO IN 8 SU 23 SARÀ GRASSO CHE COLA” - MAICON: “NO, IL FUTURO È NOSTRO”

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1. MONDIALI, BRASILE: SCOLARI SI È DIMESSO DA CT. LEONARDO NUOVO COORDINATORE?

Da www.gazzetta.it

un calciatore brasiliano aveva perso il conto scolari lo aiutaun calciatore brasiliano aveva perso il conto scolari lo aiuta

 

Luiz Felipe Scolari non è più il commissario tecnico della nazionale brasiliana. Ha infatti deciso di lasciare l'incarico (che formalmente terminava a fine mese) con effetto immediato. Lo si è appreso da fonti della Federcalcio brasiliana (Cbf), con la precisazione che le dimissioni del tecnico, e quelle del coordinatore Carlos Alberto Parreira, sono state accettate. E proprio per quest'ultimo profilo, le prime indiscrezioni danno Leonardo come favorito per diventare il nuovo coordinatore tecnico della nazionale brasiliana.

 

ATTESO IL COMUNICATO — Nelle prossime ore ci sarà un comunicato ufficiale. Scolari era tornato alla guida della Seleçao a fine 2012, dopo che a novembre dello stesso anno era stato esonerato Mano Menezes, che aveva pagato in particolare il mancato successo con l'Olimpica al torneo di calcio dei Giochi di Londra, dove il Brasile era stato battuto in finale dal Messico.

 

 

2.  UNA VERGOGNA, MA IL FUTURO È NOSTRO

Emanuele Gamba per “La Repubblica

 

SCOLARI CT BRASILE SCOLARI CT BRASILE

Maicon, è contento che questo strazio sia finito?
«No. Ho speso due anni di sofferenza per tornare in nazionale e vivere questa avventura, ma non per arrivare a questo risultato».
 

Come si risale da questa umiliazione?
«Chiedendo scusa, come abbiamo già fatto. E poi rialzando subito la testa. Questa squadra ha un grande futuro ».
 

Lo crede davvero, nonostante l’inglorioso presente?
«Questo è un gruppo bello, buono, sano. Siamo tutti amici. Insieme possiamo fare molto».


Non percepisce un clima di smobilitazione attorno a voi?
«In Brasile è così, due ko mettono in discussione tutto. Scolari ha studiato tanto per scegliere i 23 e ha fatto le scelte giuste, poi è logico che i risultati negativi scatenino il casino. Ma dobbiamo ragionare a mente fredda. Il dato di fatto è che abbiamo costruito una squadra in un solo anno, mentre la Germania ce ne ha messi otto. Servono tempo e pazienza. Abbiamo dei giovani fantastici, il futuro è loro».
 

SCOLARI CT BRASILE SCOLARI CT BRASILE

Non teme che questi ragazzi rimangano marchiati per sempre?
«No. La loro voglia di rivalsa è grandissima, l’ho percepita già nello spogliatoio. Ci penseranno ancora durante le vacanze, ma quando si ricomincerà saranno carichi. Sono esperienze che segnano e insegnano. Tra quattro anni, in Russia, saremo un grandissimo Brasile. Con tanti di questi giovani».
 

E lei che fa, smette o tira ancora avanti?
«In nazionale ci torno di corsa. Se mi chiamano, io ci sono».
 

Si aspettava che la gente vi sostenesse nonostante tutto?
«Sì. Il Brasile non è più quello del 1950, siamo un popolo maturo. So che le ultime due partite sono state una vergogna, ma sapevo che i tifosi non ci avrebbero lasciati soli».
 

Cosa c’è, adesso, nel suo futuro?
«Un po’ di vacanze. Poi, non vedo l’ora di tornare a Roma, dove sto benissimo a da cui non voglio mai più andare via. Vedo che stanno facendo bellissimi acquisti. Anzi, devo parlare al più presto con Sabatini, perché voglio rinnovare il contratto». (Passa Wesley Sneijder, batte una pacca sulle spalle di Maicon, che si volta. I due si abbracciano forte. «Ti vedo bene», gli dice l’olandese. «Bene un cazzo», risponde il brasiliano. È l’ultimo gesto del suo Mondiale).

 

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3. MONDIALI, BRASILE. SCOLARI, L'AUTODIFESA: "DAL 2002 SENZA SEMIFINALI"

Alessandra Bocci per www.gazzetta.it

 

Il fuorionda ieri sera è entrato in tutte le case brasiliane. C'è Felipe Scolari che, prima che inizi la conferenza stampa di vigilia della finalina dei delusi, parlotta con un addetto della Fifa lamentando il massacro psicologico che ha dovuto subire dopo la sconfitta con la Germania. "La partita sarebbe potuta finire 5-4 se avessimo realizzato le occasioni da gol che abbiamo avuto all'inizio del secondo tempo. Una sconfitta non può rovinare un lavoro". Sarà, ma i brasiliani sono perplessi, soprattutto riguardo all'insistenza del presidente federale Marin a proporre la permanenza di Scolari sulla panchina della Seleçao dopo la più scioccante sconfitta della storia del calcio verdeoro.

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PROMOSSI O BOCCIATI? — Sono magari un po' perplessi, i brasiliani, anche a proposito della loro presidente Dilma Rousseff, che un giorno si dissocia dalla federcalcio brasiliana per evitare tracolli nei sondaggi elettorali e un'altra volta (ieri a Al Jazeera) dice che l'organizzazione è stata ottima e il paese è andato oltre le aspettative. Si dirà: il paese non è la Seleçao. Resta incerta la linea di comportamento della presidente, che comunque oggi non sarà in tribuna a seguire la sua nazionale.

 

Ha provato a dissociarsi dalla sconfitta sportiva continuando però a considerare il Mondiale un suo successo amministrativo, ma per lei la finale per il terzo posto tra Brasile e Olanda resta una patata bollente.

 

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FUTURO — Intanto in pubblico Scolari, accompagnato dal capitano Thiago Silva con tanto di berretto di lana in testa (in effetti la temperatura nelle aree stampa degli stadi è tipo quella della Morgue) ripete più o meno i concetti espressi in privato. "Del mio futuro parlerò dopo la partita con l'Olanda. E' svanito il sogno della finale e dobbiamo accontentarci di un sogno più piccolo. La sconfitta è stata brutta, quei sei minuti sono stati una specie di crollo nervoso, se sapessi che cosa è successo ve lo direi ma non lo so.

 

Non ci aspettavamo una sconfitta così catastrofica, però dovremmo anche ricordare che la squadra ha raggiunto la semifinale per la prima volta dal 2002. La vita va avanti e questi giocatori continueranno a dare tutto per il Brasile. Il 70 per cento di loro sarà ancora nella Seleçao per il Mondiale 2018, con una mentalità differente". Loro ci saranno, Scolari difficilmente sarà ancora con loro. Anche se il terzo posto potrebbe diventare un palliativo al malessere calcistico che ha scosso il paese.