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LA CORSA PIU' DURA DI CLAUDIA CRETTI - LA CICLISTA BERGAMASCA CADE A 90 ALL'ORA IN DISCESA AL GIRO ROSA E SBATTE LA TESTA CONTRO IL GUARD RAIL: OPERAZIONE AL CERVELLO DI OLTRE 6 ORE – E' IN PROGNOSI RISERVATA - SI TEMONO DANNI CEREBRALI - VIDEO

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Donatella Tiraboschi per il Corriere della Sera

 

«L' ho vista davanti alla nostra ammiraglia, ha preso una o due borracce, sbilanciandosi verso sinistra. Ma in quel momento la strada si faceva in discesa, una doppia corsia velocissima verso Benevento, giù in picchiata, a 80-90 chilometri all' ora. Claudia prima ha graffiato sull' asfalto e poi è finita contro il guard rail,mentre da dietro stava sopraggiungendo un' altra ammiraglia che credo sia andata a sbattere. Per fortuna l' ha evitata per un soffio».

 

Ha ancora il batticuore Giovanni Fidanza mentre racconta la terribile caduta di Claudia Cretti, al 60° chilometro della settima tappa del Giro Rosa (Isernia- Baronissi di 142 km). In otto anni da professionista e in 17 come allenatore, ora nel team dell' Astana Women al seguito del Giro Rosa, il ciclista bergamasco di incidenti ne ha visti tanti, ma questo, ammette, «è stato terribile».

 

Lo dice come allenatore ma anche come padre di una ragazza, Arianna, che ha scelto la bici per professione. Come Claudia Cretti, la ventunenne bergamasca di Costa Volpino che, al seguito del Giro d' Italia, in forza al team Valcar-Pmb, si trova ricoverata all' ospedale di Benevento. Qui sta correndo la sua tappa più difficile. Condizioni gravissime, prognosi riservata e possibili danni cerebrali. Al flash che ha raggelato il sangue nella Corsa Rosa, doveva seguire in serata il primo bollettino medico ufficiale, ma alle 22 di ieri sera Claudia era ancora in sala operatoria.

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Nessuno ha voglia di parlare, non papà Giuseppe, il suo primo tifoso, non l' entourage della squadra e nemmeno Edoardo Salvoldi, il cittì della squadra azzurra dove Claudia è arrivata tre anni fa.

 

A parlare è la storia personale e sportiva di Claudia. Segni particolari: è una che va veloce. Se ne erano accorti subito, fin da quando aveva sei anni, gli allenatori della Gsc Villongo.

 

Nell' età in cui i bambini sono alle prese con le rotelline, lei già correva nel vento. Così sono arrivati i primi successi nelle categorie giovanili: due titoli italiani consecutivi su strada (nel 2010 da esordiente e nel 2011 da allieva), due maglie tricolore juniores in pista, un titolo continentale, un bronzo nello Scratch e un argento iridato nell' inseguimento a squadre juniores.

 

Due anni fa il passaggio tra le Elite con la maglia Inpa Bianchi Giusfredi e con quello un altro traguardo tagliato; la maturità, ottenuta a pieni voti, al Liceo Classico Decio Celeri di Lovere.

 

Accarezza l' idea di iscriversi a medicina, ma è una facoltà forse troppo impegnativa per poter continuare a correre nel vento. Pane, bici e libri. La soluzione è il corso di lingue moderne per gli sportivi a Trento.

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Dallo scorso inverno il ritorno alla Valcar-Pbm di Bottanuco, team orobico, e con la maglia blu fucsia sulle spalle sono arrivate le prime soddisfazioni tra le elite: prima a Caviano, nell' ultima tappa del Giro della Campania. E solo quattro giorni fa, ottava a Occhiobello, nella quarta tappa del Giro Rosa. Ha talento, sia in pista che su strada. Anche stavolta non mancherà di sfoderarlo.