antonio riello labubu

LA CINA HA GIÀ VINTO LA GUERRA PER IL DOMINIO GLOBALE: SONO BASTATI I BALLETTI SCEMI DI TIKTOK E I MOSTRICIATTOLI “LABUBU” – I PUPAZZI DA ATTACCARE ALLE BORSE VENGONO VENDUTI IN EDIZIONI LIMITATE A PREZZI FOLLI (UNA VERSIONE DEL 2017 HA RAGGIUNTO I 130MILA EURO). FOLLIE DA RAGAZZINI? NON SOLO. ANCHE IL MONDO DELL’ARTE VA PAZZO PER QUESTI MOSTRICIATTOLI – CONTRAPPASSO PER UN POPOLO, I CINESI, BRAVISSIMO A COPIARE: FIORISCONO LE CONTRAFFAZIONI...

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LABUBUMANIA

Antonio Riello per Dagospia

 

riello tarokko

Un designer/illustratore di Hong Kong, Kasing Lung, ha disegnato nel 2015 una creatura immaginaria: “LABUBU”. Era parte di una serie di personaggi, nota come “i mostri”.

 

L’azienda cinese PopMart decise, nel 2019, di produrla in serie. E fin qua la storia potrebbe essere quella di uno dei tanti caratteri legati alla ”Cute Aesthetics” che, nell’Estremo Oriente, le nuove generazioni hanno elevato a mania collettiva. Un fenomeno comunque che ha per tradizione il suo epicentro nella cultura nipponica.

 

La coniglietta-mostriciattolo in questione è invece orgogliosamente targata Cina Popolare: un oggetto di culto che ha ampiamente travalicato la solita area geografica del “Cute” (il Giappone appunto). E anche la tipica fascia di età: viene bulimicamente collezionata tanto dalla studentessa che dalla “sciura mandarina”.

 

labubu 10

LABUBU si presenta con l’aspetto di una folletta-coniglia (sì, è di sesso femminile) pelosa dotata di due prosperose orecchie dritte, occhi grandi e un caratteristico sorriso/ghigno rigorosamente fornito di 9 denti. Ha un aspetto che è contemporaneamente coccoloso e minaccioso. Potrebbe ricordare vagamente, a prima vista, un incrocio tra i perfidi “Gremlins” e i giocosi “Pokemon”.

 

Arriva sul mercato in piccole partite, ognuna con un colore diverso. Anche alcuni dettagli possono differire, le varianti sono tantissime (un po’ quello che succedeva con la Barbie). Ma, in media, per ogni variante di LABUBU vengono prodotti solo poche centinaia di esemplari. Ma ci sono delle eccezioni: alcuni lotti di produzione sono minuscoli (possono arrivare anche solo a poche decine di pezzi).

 

kasing lung portrait

Una sua versione in resina del 2017 di color turchese è appena stata battuta ad un’asta, a Beijing, per circa 130.000 euro da Yongle International Auction. Le quotazioni sono in costante aumento, un esercito di collezionisti (non solo cinesi) pronti a tutto si contendono le nuove uscite, sempre abilmente contingentate. In questo caso il concetto di “edizione limitata” ha raggiunto il suo Zenith.

 

LABUBU sa essere infatti un giocattolino esclusivo ed elusivo allo stesso tempo. Per gli appassionati del genere è l’epitome dello chic. Un “lusso popolare” irrinunciabile per molti. Corre voce che porti pure fortuna (la superstizione non dorme mai in Estremo Oriente). Pochi negozi sono legalmente autorizzati a venderlo e hanno lunghe liste di attesa da soddisfare.

 

labubu pop mart 8

Per misteriose ragioni sembra che l’Irlanda (Dublino in particolare) sia il posto dove, in Europa, è più facile acquistare la desiderata bambola. Ma servono comunque introduzioni e raccomandazioni, e soprattutto bisogna essere disposti a sganciare l’esosa cifra richiesta senza discussioni. Prospera online un - milionario - mercato di LABUBU “di seconda-mano”.

 

Tradotto nel gergo degli specialisti: un caso-studio di marketing. Per farla breve, sono due le fondamentali strategie che ne hanno decretato il trionfo.

 

La prima: un utilizzo molto sapiente dei social (in realtà soprattutto di Tik Tok). La pelosa bambolina e’ stato associata a dei testimonial di rilievo internazionale. Lisa (membro del supergruppo coreano Blackpink che fa musica K-Pop) ha attaccato alla sua borsa una versione di LABUBU.

 

labubu 08

Rihanna si è fatta fotografare con una LABUBU e così ha fatto anche Dua Lipa. David Beckham ne ha - pubblicamente - regalato un esemplare alla figlia Harper. Negli USA (nella West Coast principalmente) le ragazze di buona famiglia che vogliono essere trendy ne hanno almeno una sempre appiccicata alla cintura o alla borsetta (e non smettono di postarla nei selfie).

 

La seconda: recuperando il vecchio - ma evidentemente sempre efficace -  meccanismo della collezione di figurine (vendute nelle bustine sigillate). Tipo quelle che pubblicava la allora italianissima Panini. Chi vuole acquistare LABUBU deve accontentarsi di un acquisto “al-buio”.

 

riello tarokko

Ovvero: dall’esterno della scatola sigillata non si può sapere in anticipo che tipo di variante si sta acquistando. Insomma, ha a che fare con lo stesso meccanismo delle figurine: dato che alcune tirature erano più contenute, c’erano delle immagini che alla fine risultavano particolarmente rare. Certi portieri di alcuni anni dei campionati di calcio erano introvabili.

 

E c’erano delle specie (mi ricordo ancora il coloratissimo “Pappagallo Ara”) molto piu’ difficili di altre da trovare nelle raccolte di animali. La commercializzazione della LABUBU funziona allo stesso modo: per avere il soggetto che cerchi sei costretto a comperare molte confezioni (sperando di non essere troppo sfortunato).

 

labubu pop mart 5

Effetto collaterale inevitabile di ogni successo commerciale: fioriscono le contraffazioni. I più bravi a tarokkare LABUBU sembra siano i thailandesi. Ma in ogni caso siamo di fronte ad aziende cinesi che tranquillamente falsificano a pieno ritmo altri produttori cinesi. Il potere del “tarokko” è universale e inarrestabile. “Grande è la confusione sotto il cielo” era solito dire uno che di Cina se ne intendeva.

 

Testo 100% NAI (Not Artificial Intelligence)

labubu 02Self Portrait of Antonio Riellolabubu venduta all'astalabubu 05labubu pop mart 3labubu pop mart 2ANTONIO RIELLO - ART EXPLORER

 

 

 

 

labubu 03magenta riello