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IL COLPO “GOBBO” DELLE CRIPTO: LA JUVE DIVENTA “TRUMPIANA” – L’ITALIANO PAOLO ARDOINO, CEO TETHER (PIATTAFORMA BLOCKCHAIN E MONETA VIRTUALE “STABLE”, "AGGANCIATA" AL DOLLARO), SPIEGA PERCHÉ LA SOCIETÀ HA COMPRATO IL 5% DELLA JUVENTUS. E FA IL PARAGURU: “VORREMMO POTER AIUTARE L’ATTUALE DI DIRIGENZA, MA NON C’È ALCUN PIANO MACHIAVELLICO. ABBIAMO LA CAPACITÀ DI SOSTENERE IL CLUB PER 2000 ANNI”. SEMPRE SE PRIMA NON SCOPPIA LA BOLLA DELLE CRIPTO – AMMETTE DI ESSERE TRUMPIANO: “È VERO, SIAMO VICINI ALL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE AMERICANA. HO SCRITTO ‘MAKE JUVE GREAT AGAIN’ PERCHÉ LA JUVE DEVE TORNARE DOVE MERITA”
Buondì pic.twitter.com/HIwt8CJ0dB
— Paolo Ardoino ?? (@paoloardoino) February 15, 2025
Estratto dell’articolo di Massimiliano Nerozzi per www.corriere.it
Le parole, per un tifoso, sono anche meglio della clip sparata l’altro giorno su X, con la zebra che corre dietro a un predatore: «Abbiamo la capacità finanziaria per sostenere la Juve per i prossimi 2000 anni», dice tra un volo e l’altro Paolo Ardoino, 40 anni appena compiuti, originario di «Cisano sul Neva, pochi chilometri da Alassio», ma da oltre dieci anni «in giro per il mondo», al momento in Svizzera, per qualche giorno: prima di tutto «juventino da sempre» e amministratore delegato di Tether, il colosso di criptovalute e nuove tecnologie da 140 miliardi di dollari che s’è appena preso poco più del 5 per cento del club bianconero.
Non è (solo) una questione di quattrini ma di visione, spiega, parlando con l’entusiasmo del Jonah Hill di «Moneyball», nei panni del manager che ribaltò il mondo del baseball americano: «Il calcio è legato a modelli di sviluppo e comunicazione antichi, che non si investa in tecnologia e comunicazione, appunto, mi pare assurdo».
Paolo Ardoino, quando avete deciso di comprare le azioni della Juve?
«È un processo che durava da un po’ tempo, qualche mese, nel quale abbiamo acquistato quote sul mercato: siamo ancora piccolini».
C’è l’ambizione di diventare più grandi?
«Rispondo onestamente: vorremmo poter aiutare l’attuale di dirigenza, chiedendo se sarà poi necessario acquisire una quota maggiore. Ma dietro non c’è alcun piano machiavellico».
Avevate avvertito John Elkann o Exor?
«In passato, ci sono stati scambi con la dirigenza e la proprietà, per una valutazione strategica».
Perché Tether ha deciso di entrare nella Juve?
«Direi che dietro c’è una serie di fattori, a partire dal tifo: sia io che Giancarlo (Devasini, il fondatore, ndr) siamo tifosi bianconeri».
E poi?
«Non siamo un fondo speculativo. E pensiamo che la squadra abbia potenzialità incredibili, del resto la Juve è tra i club più importanti del mondo: e ci sembrava doveroso sostenere un’opportunità italiana».
Sulle criptovalute nel calcio, in Italia, c’è un po’ di diffidenza.
«Ci associano alle criptovalute, ma in realtà noi facciamo tante altre cose e ci stiamo sviluppando tantissimo nelle nuove tecnologie, tra l’altro con un sistema di pagamento tipo paypal ma usando la blockchain. E acquisendo una società che sviluppa l’Ai (Intelligenza artificiale, ndr) e altre aziende che si occupano di biotech».
Che cosa c’entra con il pallone?
«Guardi, Ai e biotech diventeranno sempre più importanti nel mondo del calcio, e la Juve ha una formidabile fan base nel mondo: è uno dei brand più conosciuti».
Non è che volete farvi solo pubblicità?
«La Juve è troppo importante per creare questo scompiglio, e non è una questione di ego: noi partiamo in punta di piedi, perché la tifoseria deve adattarsi alla nostra presenza».
Diventerete sponsor?
«Non lo escludo, ma in questo momento non conosciamo i termini di un eventuale contratto di sponsorizzazione. Di certo non si fa tutto questo per pubblicità: abbiamo chiuso lo scorso anno con 13,7 miliardi di utili, abbiamo la capacità finanziaria per sostenere la squadra per i prossimi 2000 anni».
Perché il videoclip della zebra su X?
«È la riscossa: passare da essere inseguiti a inseguire. La Juve deve tornare dove merita. Sempre per questo ho scritto “Make Juve Great Again”».
Slogan scelto perché siete vicini a Trump?
«Perché ha funzionato. Anche se è vero che siamo vicini all’attuale amministrazione americana».
I suoi post hanno gasato i tifosi: che effetto le fa?
«Piuttosto mi hanno stupito i messaggi di ragazzi che mi dicevano fosse la prima volta che vedevano scrivere e rispondere un’azionista su X: ma il mondo va così, velocissimo. E spero siano gasati perché hanno capito le potenzialità».
[…] Le piace Thiago Motta?
«Mi dà l’impressione di una persona estremamente capace. Potrebbe fare meglio, come tutti, ma è un allenatore con capacità incredibili».
Con l’aggettivo che era caro all’ex presidente Agnelli, si definirebbe gobbo?
«Gobbi ce lo dicono soprattutto gli altri: sono uno juventino semplice».
L’ultima volta che ha visto la Juve allo stadio?
«Ero a San Siro, contro l’Inter: la partita più bella che abbia mai visto».
Per tanti puristi, il 4-4 è roba da Luna park.
«Io mi sono emozionato, è una sfida che ha regalato tensione: e poi, è più bello quando te la sudi».
Giocatore preferito?
«Sarò scontato, ma dico Del Piero».
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