
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
CIAO MATUSA: L’EDITORIA OGGI PASSA DA TWITCH - IL PROGETTO DI TRE CONTENT CREATOR DIGITALI CHE HANNO CREATO UNA CASA EDITRICE, “TOMODACHI PRESS”. E ALTRI DUE HANNO DATO VITA A UNO SHOP ONLINE “MANGA-YO”, DIVENUTO UN COLOSSO SPECIALIZZATO IN PUBBLICAZIONI CHE ARRIVANO DAL GIAPPONE - COME CI SONO RIUSCITI? HANNO FATTO QUELLO CHE GLI ALTRI EDITORI NON RIUSCIVANO (O NON VOLEVANO) FARE: HANNO INTERCETTATO IL PUBBLICO “FORTE”, QUELLO CIOÈ CHE COMPRA, SI SONO CIRCONDATI DI CONTENT CREATOR E INFLUENCER, E HANNO ADOTTATO UNA COMUNICAZIONE MINIMALE…
Gianmaria Tammaro per Dagospia
davide masella dario moccia e luca molinaro
Da una parte c’è l’Italia di Sanremo, e per fortuna. E dall’altra c’è un’Italia più veloce, con altri interessi e altre idee. Un microcosmo giovane che si organizza da solo, sceglie i film da vedere in autonomia, condivide storie, post e reel. E decide anche che cosa leggere (c’è una caccia serratissima al booktoker, fateci caso; gli inserti se li contendono).
Va veloce, quest’Italia qui. A volte, troppo. Ma questo non significa che sia meno attenta o meno curiosa. Significa semplicemente che vuole altro. E quindi, sempre online, nascono nuove realtà editoriali, nuovi eventi e nuovi punti di riferimento. Di Dario Moccia, Davide Masella e Luca “Mangaka96” Molinaro (rispettivamente 34, 34, e 29 anni) – tre content creator che si muovono tra Youtube e Twitch – non ha parlato quasi nessuno (a parte, chiaramente, i soliti noti: c’è un’agenzia di AdnKronos, un pezzo de Il Libraio e qualche verticale di fumetto come Fumettologica).
Eppure hanno aperto dal nulla, con le loro sole forze, una casa editrice: la Tomodachi Press. Ma come, in un paese come l’Italia, dove oramai non legge più nessuno? Durante la pandemia, Luca Molinaro e il suo socio Matteo Porri hanno fondato MangaYo, uno shop online specializzato in manga e in pubblicazioni che vengono dal Giappone.
Hanno fatto quello che gli altri editori non riuscivano (o non volevano?) fare: hanno intercettato il pubblico “forte”, quello cioè che compra, che spende soldi, che è fedele, hanno creato uno spazio in cui poter trovare ogni tipo di titolo, si sono circondati di content creator e influencer, che puntualmente, quasi ogni giorno, ricordano ai loro follower e spettatori dell’esistenza di MangaYo; e hanno adottato una comunicazione minimale.
Oggi MangaYo è un colosso, il sito più trafficato e consultato da chi vuole leggere manga in Italia. Ed è importante partire da qui per parlare di Tomodachi Press. Perché con Molinaro, che ha contatti nazionali e internazionali, che conosce autori e distributori, Moccia e Masella hanno potuto costruire una casa editrice dinamica, attenta alle proprie iniziative, già con un occhio all’estero e pronta tanto a investire quanto a rischiare.
Il primo progetto, che andrà in pre-order il 18 febbraio, è un set di carte collezionabili dedicato a Cuphead, il videogioco. E apriti cielo: come ci sono riusciti, come hanno convinto gli sviluppatori, che cosa avranno detto, quanto avranno speso. È il segreto dell’altra Italia: ci prova, e ci prova nonostante tutto.
Moccia, pochi mesi fa, con Panini Comics, ha curato un altro set di carte, Disney Anthology, andato rapidamente esaurito. Parliamo di decine di migliaia di box. Ognuno venduto a 140 euro. Fate due conti. E allora perché Moccia ha dovuto mettersi in proprio, con Masella e Molinaro, per fare un altro mazzo di carte e per sviluppare altri progetti (dicono che faranno fumetti, libri illustrati e giochi da tavolo)? Il problema è che c’è un crescente bisogno di attenzione e cura. E non sempre i colossi dell’intrattenimento e dell’editoria sono disposti a prendersi il tempo che serve.
Il mercato dell’editoria è saturo, lo sappiamo. E dopo la spinta incredibile della pandemia, i numeri hanno cominciato a rallentare: oggi, per rimanere in tema, i fumetti vendono di meno e stanno perdendo posizioni. E le varie case editrici, quelle forti, quelle serie, che cosa fanno? Cercano talenti come Molinaro, Moccia e Masella? Rilanciano il loro sito online? Pensano di studiare il mercato, inquadrare i prodotti che vanno meglio (le carte tirano, tirano tantissimo) e svilupparle partendo da un’idea ben precisa? Ma no. Stampano.
E stampano copertine variant per i collezionisti (e i cosiddetti scalper, che le comprano e le rivendono su eBay e Vinted), nuove edizioni e gadget. Sperano nel passaparola, ma il passaparola non è un’entità che si può evocare pregando.
Molinaro, Moccia e Masella sono solo un esempio, eppure dimostrano pienamente che anche una cosa “vecchia” come l’editoria si può rinnovare. Servono idee. Servono energie. E non basta radunare influencer, dargli un telefono in mano e dire: puntate, mirate e scattate. Quella non è la rivoluzione; quella è l’idea che le “vecchie” generazioni hanno dei giovani. Bisogna dare spazio alla creatività, altrimenti la creatività finisce per mettersi in proprio e per aprirsi la sua casa editrice o, come nel caso del Florence Games Festival, che vede coinvolti sempre Moccia e Masella, un suo evento.
Andate su Instagram, cercateli: hanno annunciato una serie di ospiti internazionali, tra nomi più o meno grossi dell’industria del videogioco e del cinema (c’è pure il Ron Perlman di Hellboy e Sons of Anarchy), che difficilmente si possono trovare altrove. E sono alla loro prima edizione, al loro primo giro di valzer. E quindi qual è il segreto? Sono i più bravi? Sono fuoriclasse? Il talento chiama talento, e chi dice di no. Ma c’è un’Italia che teme il cambiamento, che non lo vuole, che lo osteggia (il più delle volte, non sempre: mettiamo le mani avanti). E che vede l’altra Italia, quella che va più veloce, che comunica con i meme, i reel e i post, solo come una platea da coinvolgere e guai ad ascoltarla.
Avete visto su qualcuna delle grandi testate nazionali (a parte, e lo ripetiamo, poche eccezioni) il nome della Tomodachi Press o quello del Florence Games Festival? Avete per caso saputo che lo scorso dicembre, in poco più di due settimane, Moccia e i suoi hanno raccolto qualcosa come 370mila euro per Telethon? No? Non sorprendetevi. Non è niente. È solo l’altra Italia. Benvenuti.
DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN…
LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE…
DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE…
DAGOREPORT: LA MELONI SOGNA LA PRESA DELLA MADUNINA – MANCANO DUE ANNI ALLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE…
FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI…
DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRI…