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“COME STATE? SIETE MESSI PEGGIO DI ME. IO SONO PRONTO AD ALLENARMI!”, ERIKSEN DOPO IL MALORE E’ TORNATO A SFOTTERE I COMPAGNI E DICE DI NON RICORDARE MOLTO DI QUELLO CHE E’ SUCCESSO - IL CT DANESE POLEMICO CON LA DECISIONE DI TORNARE SUBITO IN CAMPO: “NON È STATO GIUSTO DARE AI CALCIATORI UNA SIMILE RESPONSABILITÀ”. LA LEGGENDA SCHMEICHEL: "L’UEFA È STATA RIDICOLA”
Luca Valdiserri e Redazione Sport per www.corriere.it
«Come state?». Lo ha chiesto lui, Christian Eriksen, ai compagni di squadra e al c.t.Kasper Hjulmand, che riporta le sue frasi. «Mi sa che siete messi peggio di me. Io sono pronto a tornare ad allenarmi!» ha detto ancora il centrocampista interista ai compagni. Lui che poche ore prima, secondo le parole del medico della Nazionale danese «se ne era andato». «He was gone».
In questa storia di ritorno dalla morte è forse il particolare più incredibile. Eriksen che rincuora i suoi compagni, collegato via video dall’ospedale dove è ancora ricoverato dopo l’arresto cardiaco al minuto 43 della partita tra Danimarca e Finlandia. Racconta ancora il c.t. danese: «Ci ha detto che non ricorda molto di quello che gli è successo. Ci ha chiesto lui: come state? Tipico di Christian, che si preoccupa sempre dei suoi compagni. Voi conoscete il campione ma la persona è ancora più grande».
Le parole più attese erano quelle del medico Morten Boesen, uno di quelli che hanno ripreso Eriksen per i capelli: «In pratica è resuscitato. Lo abbiamo riportato indietro dopo un intervento con il defibrillatore. Però io non sono un cardiologo e i dettagli non dovete chiederli a me. Ho visto sul tabellone dello stadio la stessa immagine che avete visto voi in televisione e sono scattato subito perché non c’era tempo da perdere. Dovrà fare altri esami per chiarire le cause di questo incidente che ancora non conosciamo».
Il sorriso di Eriksen, rivela Hjulmand, ha guarito i compagni: «Per loro è stato fondamentale vederlo. Molti erano ancora sotto choc e non riuscivano a togliersi dalla mente l’immagine di Christian a terra, inanimato. Abbiamo avuto in hotel la consulenza da parte di quattro psicologi: tutti i calciatori hanno espresso i loro sentimenti nei gruppi di aiuto». Anche molti compagni dell’Inter hanno contattato Eriksen, che ha detto loro di stare bene e di non capacitarsi di quello che è successo.
Secondo il responsabile dell’area medica del Club Italia, Andrea Ferretti, sono stati decisivi i soccorsi veloci e la prontezza di Simon Kjaer: «Se Eriksen è ancora in vita lo dobbiamo alla tempestività dell’intervento dei medici e all’organizzazione messa in atto dalla Uefa. I calciatori hanno qualche nozione di base di pronto soccorso. Quanto successo a Eriksen, però, potrebbe diventare lo spunto per andare più a fondo e organizzare una maggiore preparazione del primissimo intervento da parte dei calciatori».
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