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Il Consiglio Mondiale della Boxe apre agli atleti transgender: «creeremo una categoria»
La Boxe ha intenzione di creare una categoria apposita per gli atleti transgender e ha lanciato un appello affinché gli atleti si facciano avanti nel 2023.
Come riporta il Telegraph, il World Boxing Council sta cercando di introdurre questa nuova categoria e attraverso le parole del suo presidente, Mauricio Sulaiman, ha fatto sapere che si tratta di una questione di sicurezza oltre che di inclusione.
Nell’intervista al quotidiano inglese Sulaiman ha dichiarato:
«Il prossimo anno il WBC lancerà un “appello globale” affinché gli atleti trans si facciano avanti se vogliono competere, con l’obiettivo di creare una propria lega o un torneo separato. Gli atleti trans non potranno combattere contro pugili non trans. Lo sport cercherebbe di adottare la regola “alla nascita”, il che significa che un combattente trans nato uomo sarebbe in grado di competere solo contro un altro combattente trans nato uomo».
E ha continuato precisando che «un uomo che combatte una donna non deve mai essere accettato indipendentemente dal cambio di genere».
Questa innovazione si inserisce nel solco di diverse polemiche maturate all’interno di altre discipline e portate avanti da atleti come Lia Thomas, nata Will Thomas, nel nuoto o il sollevatore di pesi Laurel Hubbard, anche lei transgender, in gara alle Olimpiadi di Tokyo.
Sulaiman ha concluso la sua intervista con l’appello a farsi avanti:
«Lanceremo un appello globale per coloro che sono interessati al 2023 e stabiliremo i protocolli, avvieremo la consultazione e molto probabilmente creeremo un campionato e un torneo. È il momento di farlo, siamo stati i leader nelle regole per la boxe femminile, quindi i pericoli di un uomo che combatte una donna non si verificheranno mai a causa di ciò che metteremo in atto. Non ci dovrebbero essere zone grigie attorno a questo, e vogliamo affrontarlo con trasparenza e con le giuste decisioni. Non sarà mai permesso combattere contro un genere diverso dalla nascita. Stiamo creando una serie di regole e strutture in modo che la boxe transgender possa aver luogo, come meritano gli atleti che vogliono boxare. Non conosciamo ancora i numeri che ci sono là fuori, ma stiamo aprendo una registrazione universale nel 2023, in modo da poter capire i pugili che ci sono là fuori e partiremo da lì».
il pugile trans PATRICIO emanuel
Anche il British Boxing Board of Control ha fatto sapere che sta rivedendo la sua politica nei confronti degli atleti transgender e il segretario generale Robert Smith ha dichiarato:
«Al momento si tratta di un’ipotesi, ma possiamo vederla concreta e stiamo esaminando la nostra politica sui transgender. Quando accadrà, intendiamo essere pienamente preparati. Dovranno essere prese in considerazione i consulti medici e, forse ancora più importanti, legali. La boxe ha avuto casi di combattenti transgender che hanno avuto successo negli ultimi anni».
Gli esempi nella box di atleti transgender sono diversi, come scrive il Telegraph:
“Patricio Manuel è stata cinque volte campionessa amatoriale statunitense femminile prima di riuscire a qualificarsi per la squadra americana per i Giochi Olimpici del 2012. Manuel ha iniziato il trattamento ormonale nel 2014 prima di sottoporsi a un intervento chirurgico di riassegnazione di genere l’anno successivo e ha fatto il suo debutto professionale come pugile maschio nel 2018, sconfiggendo Hugo Aguilar ai punti a Indio, in California. Da allora il 37enne non ha più praticato boxe. Il primo pugile transgender della Gran Bretagna, Danny Baker, di Enfield, Londra, è nato femmina ma ha cambiato sesso a 20 anni e da allora ha combattuto in eventi semi-professionali. Il Boxing Board of Control ha confermato a Telegraph Sport che Baker non è autorizzato a boxare”.
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