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CONTE BLUES DI RABBIA – CHELSEA IN 10 VA KO AI RIGORI, FESTA ARSENAL CHE CONQUISTA IL PRIMO TROFEO DELLA STAGIONE – L’EX CT AZZURRO SE LA PRENDE CON L’ARBITRO: “C’ERA UN RIGORE PER NOI E L’ESPULSIONE DI PEDRO E’ STATA INGIUSTA: È LA SECONDA VOLTA CHE CONTRO I GUNNERS CHIUDIAMO IN DIECI” – LA FRECCIATA A ABRAMOVICH: “SIAMO IN POCHI”- VIDEO
M. Ner. per La Stampa
Morale, vale quel che aveva detto due giorni prima: «Siamo in pochi». Quindi: «Potrei dirvi delle bugie, ma la verità è una e la ripeto». Anche se qui, visti i prezzi che girano, siamo in un tre stelle Michelin, altro che ristorante da dieci euro. È anche vero che la Manchester in cerca di vendette, con United e City, ha speso pure di più: s’annunciano Guerre Stellari, ancor prima dell’uscita nei cinema dell’ultimo capitolo della saga.
Dall’arbitro ai rigori Quand’è finita, con la lotteria dei rigori riscritta dalla Fifa, stile tie-break del tennis, si parla più di altro che della sfida. Del rigore non dato a Willian, per esempio, che s’è beccato un giallo per simulazione: «Ho rivisto le immagini e alcuni m’hanno detto che era rigore - ha detto Conte - ma dobbiamo rispettare le decisioni dell’arbitro, anche se possono essere sbagliate». Come il rosso a Pedro, nel finale, nella giocata che ha impattato la partita: fuori lui, punizione dalla trequarti e zuccata vincente di Kolasinac, quello che piaceva alla Juve.
Tutto in 82 secondi, figurarsi Conte, già in tuta azzurra di fronte alla camicia di Wenger: urli a trazione integrale. Non ha però strillato in sala stampa, dove ha punto con il sorriso: «Sono dispiaciuto per com’è finita, è la seconda volta che con l’Arsenal chiudiamo in dieci». Era già successo nella finale di Fa Cup, sempre sul prato di Wembley.
A bordo campo ne ha parlato con l’arbitro: «Cercava di spiegarmi le decisioni e io ho ascoltato: se avessi cercato di dire le mie ragioni, saremmo stati lì fino alle nove di sera». Si era iniziato alle due del pomerig passione (nel calcio) e convinzione (nella civiltà). Dalla premiazione al minuto di silenzio per le vittime del rogo della Grenfell tower: silenzio vero, da sentire il rumore dei condizionatori, senza fischi, schiamazzi o applausi. Che invidia. Il solito Blues Fino alla riffa dei rigori, dove il primo a sbagliare è stato Courtois, di mestiere portiere: «Ma è uno dei migliori tiratori - ha spiegato Conte - e lo dimostra durante gli allenamenti. Del resto, se sbaglia Morata, che è un attaccante...».
A lungo, il tecnico e il Chelsea avevano suonato bene il solito Blues: di resistenza e ripartenza, con il gol di Moses, sulla coda di un calcio d’angolo. Però, per farsi un’idea di quel che pensa Conte, bastava leggere le formazioni: Chelsea con Fabregas (non visto) al posto di Matic (allo United) e Batshuayi (non ancora da questi livelli) invece di Diego Costa. Ovvero, meno forte della scorsa stagione.
Nonostante un Kanté pazzesco, sempre e dovunque. Chissà se basteranno Morata, l’uomo da 80 milioni, e Bakayoko, all’esordio in Inghilterra. Certa, al momento, è solo la concorrenza: «Ci sono sei squadre che possono vincere la Premier e all’Arsenal mancavano tanti giocatori forti». Gli assenti hanno sempre torto, ma a volte possono farti dare ragione.
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