DOPO IL KO DI NAPOLI, LA ROMA DOMANI PUÒ ANDARE A MENO 8: SCUDETTO ANCORA IN BALLO O POSSIAMO GIA’ PENSARE AI MONDIALI? LA JUVE È STANCA MA FINO ALLO SCONTRO DIRETTO I BIANCONERI HANNO UN ALLEATO: IL CALENDARIO!

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Marco Ansaldo per ‘La Stampa'
All'improvviso la Juve è diventata un oggetto di dubbio come se finora avesse scherzato. Fino a sabato la si descriveva come una corazzata, è bastata la sconfitta di Napoli perché la si equipari alle bagnarole che per prudenza navigano a cento metri dalla costa.
L'idea che domenica la Roma possa trovarsi a 5 punti e metta pressione ai bianconeri che il lunedì affronteranno il Livorno ha scatenato le suggestioni di rimonta. «Ça ne passera pas, mais si cela passe...». Rudi Garcia può rispolverare in francese il tormentone che quattro anni fa accompagnò il recupero dei giallorossi di Ranieri sull'Inter di Mourinho. «Non succede ma se succede..». Non successe per uno di quegli intoppi che hanno caratterizzato la carriera di Ranieri: dopo il sorpasso ci fu la sconfitta imprevista, in casa contro la Samp.

Sono le solite esagerazioni. Chi voleva coglierli poteva vedere i sintomi del momento di difficoltà della Juve già nelle ultime vittorie. Altro che corazzata. A Genova poteva perdere (rigore sbagliato da Calaiò sullo 0-0 e punizione vincente di Pirlo all'89'). Con il Parma ha rischiato di pareggiare partendo dal 2-0. Con la Fiorentina patì nel finale sia in campionato che nell'andata di Europa League. Al contrario, se si riguarda il match di Napoli, si trovano alcune conferme di solidità: dominata nel gioco e nella corsa da una squadra altrettanto forte ma troppo scostante, la Juve è riuscita comunque a chiudere il primo tempo con un solo gol di svantaggio e nella ripresa è tornata (debolmente) in partita fino al raddoppio di Mertens. Altro che bagnarola.

Il problema della Juve è uscire bene dalla sconfitta. Il calendario le è alleato. Fino allo scontro diretto ci sono 5 partite in cui i bianconeri possono mantenere 8 punti di vantaggio, ammesso che la Roma vinca il recupero domani contro il Parma. I giallorossi devono andare a Firenze e ospitare il Milan in apparente crescita. Di balordo per gli juventini c'è solo la trasferta di Udine, dunque è possibile che i bianconeri vadano all'Olimpico con lo scudetto in tasca. Conte deve superare però il periodo di appannamento che va oltre la serataccia di Napoli. Per quanto lui lo neghi la squadra è stanca: quando prende in mano la partita lo fa con meno brillantezza del solito.

Nel mese di marzo la Juve ha affrontato 8 gare con un gruppo ridotto di uomini. Su 21 giocatori, solo 14 sono andati oltre le due presenze da titolare mentre in sei hanno giocato 7 volte e tra questi Pirlo e Vidal, che sono in riserva anche se talvolta l'hanno mascherata con i gol. Pogba è piombato nella sindrome del «ragazzino che gioca nel cortile», fa numeri bellissimi ma ha perso concretezza. Da cinque partite la difesa è la stessa, Caceres è diventato l'uomo del mese ed è scomparso in infermeria Barzagli, il più solido negli ultimi tre anni. Si paga una certa inadeguatezza nei ricambi, da Isla a Padoin a Peluso, che si è pure infortunato, è difficile cavare più dell'impegno.

Conte l'aveva detto ma a gennaio è arrivato solo Osvaldo, gratis, e per quanto ha combinato finora non c'è da stupirsi. E poi è scoppiata la Tevez-dipendenza. Non si tratta solo dei gol benché siano stati molti. L'argentino porta avanti il pallone, lo perde raramente, produce soluzioni nel fraseggio che senza di lui si atrofizza. Llorente è calato, Osvaldo sembra un pesce fuor d'acqua, Giovinco non segna mai. Sta a vedere che per piazzare l'ultimo sprint servirà Vucinic. Quello che era già dell'Inter.

 

 

GARCIA E CONTECONTE-GARCIAHIGUAIN E BENITEZ montella