DAGOREPORT - LA MAGGIORANZA VIAGGIA COSÌ “COMPATTA” (MELONI DIXIT) CHE È FINITA SU UN BINARIO…
Riccardo Signori per il Giornale
C' è un po' di simbologia nel veder la faccia disfatta di Pep Guardiola e quella atterrita di Lionel Messi. Come fossero ancora insieme, disperatamente. Forse la storia del pallone vuole che nessuno riesca mai a scindere i destini di quel tal Barcellona che tremar il mondo faceva. Oggi riempie ancora gli occhi, talvolta quelli sorridenti degli avversari. Il Barcellona di un tempo che fu si è sciolto sotto le stelle di due città così diverse e così legate: Roma e Liverpool.
Do you remember? Sono passati tutti gli anni, 34, nei quali la Roma non è più arrivata alle semifinali di coppa Campioni. Allora quelle due si giocavano la finale: potrebbe risuccedere. E, a quel punto, dovremo tornare a queste notti magiche: quella di Liverpool dove Guardiola è stato sotterrato da un 3-0, non più rimontato nel ritorno a Manchester con il City, e quella, appunto, di Roma dove il Barcellona si è fatto sotterrare con lo stesso punteggio.
Probabilmente martedì l' isterico Guardiola a Manchester, l' inesistente Messi, il tramontante Iniesta, il pasticcione Piquè e l' indomito Busquets a Roma ci hanno rappresentato la fine di una leggendaria cavalcata. Si eran divisi, eppur restavano uniti galleggiando sulla nuvoletta dell' immortalità, quella che non ti fa scendere mai fra noi terrestri.
Non è così: il calcio sa tirare i conti. E ci ha detto che Guardiola è un eccellente allenatore, ma nulla lo ha reso grande quanto il cerchio magico barcellonese. Non altrettante magie diffonde in giro per l' Europa: dal 2012, ultima semifinale affrontata sulla panchina del Barcellona, e battuto dal Chelsea, non è più approdato in finale Champions.
Sconfitto da Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid sulla panca del Bayern, sberlato da Monaco e Liverpool alla guida del Manchester City.
Nel frattempo i suoi ragazzi ne hanno vinta una soltanto, ma il tempo ha corroso fisico e bellezza calcistica. Messi sta perdendo la sfida con la prepotenza fisica e goleadoristica di Cr7: nelle ultime 11 partite dei quarti di Champions non ha mai segnato. Stavolta sarebbe bastato un gol per riprendersi un angolo di trono.
Qualcosa non quadra quando la pulce affronta le squadre italiane? Sembra più Pulce: quasi mai trova spazio, quasi sempre sembra timido e intimidito. Chissà quanto sarà rimasto male Cengiz Under, il ragazzo turco della Roma che si cibava dei suoi video? E che dire di Iniesta? Forse ci ha raccontato l' ultima partita di Champions, lo ha insinuato il Mundo Deportivo, ma quanto era avvizzita la figura di uno dei centrocampisti più grandi degli ultimi 30 anni. Occhi spaesati e occhi spiritati, qualcuno anche rassegnato. La sconfitta del vecchio Barça è stata totale, forse finale.
Addio, è stato bello conoscervi.
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