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“QUALCUNO PENSAVA CHE I NERI NON POSSONO NUOTARE VELOCEMENTE, CHE STUPIDAGGINE” – LA RIVINCITA DELLA CAMPIONCINA SARA CURTIS, LA 18ENNE PIEMONTESE CHE HA BATTUTO IL RECORD ITALIANO DI FEDERICA PELLEGRINI SUI 100 STILE LIBERO: “SONO LA PRIMA CAMPIONESSA DI NUOTO ITALIANA NERA, ANZI MULATTA, QUANDO SENTO DIRE ‘DI COLORE’ NON MI PIACE, NON HA SENSO” – DA DOVE NASCE LA LEGGENDA DEI NERI CHE SONO PIÙ LENTI IN ACQUA: SECONDO ALCUNI STUDI, C'ENTREREBBE LA DENSITÀ OSSEA PIÙ ELEVATA. LE PERSONE DI COLORE GALLEGGEREBBERO MENO FACILMENTE ANCHE A CAUSA DELLA...
Il video del record italiano di Sara Curtis nei 100 stile libero (53.01). Battuto il primato precedente di Federica Pellegrini (53.18).#nuoto pic.twitter.com/DQIScRr6UL
— Giacomo Dusina (@giduso) April 15, 2025
CURIOSITÀ PERCHÉ NON CI SONO CAMPIONI DI NUOTO NERI?
Da www.focus.it – articolo del 28 giugno 2002
I neri nel nuoto sono svantaggiati per ragioni fisiologiche. Hanno una densità ossea più elevata rispetto ad altre popolazioni e una minor percentuale di tessuto grasso: perciò galleggiano meno facilmente. Inoltre, hanno una maggior percentuale di fibre muscolari “veloci”, quelle predisposte per gli sforzi rapidi e intensi, ideali per correre i 100 metri in 10 secondi o “schiacciare” la palla nel canestro. Nel nuoto invece la gara più breve, i 50 metri, richiede più di venti secondi.
Non tutti i neri sono uguali. I risultati olimpionici nel fondo e nella maratona dimostrano che keniani ed etiopi, per esempio, sono molto predisposti per sforzi medio-lunghi. Ma nei loro Paesi non ci sono molte piscine, e perciò scarse sono le possibilità di selezionare e far emergere una nutrita “classe” di nuotatori, dalla quale potrebbe poi venir fuori il campione. Per quanto riguarda i neri americani, poiché molto spesso lo sport è considerato una via per uscire, anche economicamente, dalla condizione di inferiorità sociale, di solito antepongono al nuoto discipline “ricche”, come la boxe, il basket o il football.
SARA CURTIS: “QUALCUNO PENSAVA CHE I NERI NON POTESSERO NUOTARE VELOCEMENTE, CHE STUPIDAGGINE”
Estratto dell’articolo di Paolo Fiorenza per www.fanpage.it
Martedì e mercoledì sono stati due giorni che Sara Curtis non dimenticherà: impegnata nei campionati italiani assoluti, la 18enne nuotatrice piemontese ha abbassato clamorosamente i suoi tempi su 100 e 50 stile libero, inserendosi nel gotha mondiale dell'attuale stagione.
Martedì Sara ha spazzato via il record italiano sui 100 di Federica Pellegrini, superato di ben 17 centesimi: il suo 53"o1 è il primo tempo dell'anno sulla distanza a livello planetario, davanti all'olandese Milou Van Wijl (53"18) e alla statunitense Simone Manuel (53"23).
Mercoledì poi la Curtis ha abbassato due volte, tra batteria e finale, il record nazionale sui 50, che le apparteneva dallo scorso anno: prima ha nuotato in 24"52, poi in 24"43. […]
Sara è più di un progetto di campionessa: già nel prossimo agosto, ai Mondiali in vasca lunga di Singapore (27 luglio-3 agosto), qualche aspettativa inizia a esserci […]. "
[…] La famiglia di Sara le ha insegnato la cultura del lavoro e del sacrificio, del resto il nuoto è uno degli sport che esalta questi valori, vista la mole di allenamenti – vasche su vasche – che bisogna sopportare se si vuole raggiungere l'eccellenza. Il padre è camionista, la madre – originaria della Nigeria – lavora in una fabbrica di panettoni e biscotti:
"Sono la prima campionessa di nuoto italiana nera, anzi mulatta. Non mi piace quando sento dire ‘di colore', non ha senso, a parte che anche il bianco è un colore e poi nessuna pelle al mondo è bianca. Il razzismo? Lo sport abbatte i pregiudizi: c'era qualcuno che pensava che i neri non potessero nuotare velocemente perché avrebbero le ossa più pesanti, che stupidaggine", dice a ‘Repubblica' la ragazza che è nata a Savigliano, in provincia di Cuneo.
"È bellissimo avere un genitore straniero, perché conosci meglio il mondo – spiega Sara – Io vorrei imparare la lingua Edo, il dialetto nigeriano di mia mamma. Lasciò Benin City quando aveva 21 anni. L'Italia è cambiata, anche se non tutti ancora lo capiscono: bisogna cominciare a spiegarlo ai bambini della scuola primaria […]".
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