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Giulia Zonca per la Stampa
il gol di koulibaly in juventus napoli
Il risultato scivola via insieme alla certezza dello scudetto all' ultimo minuto, lo stesso tempo carico di promesse in cui è sparita la Champions League.
Un tempo sospeso in cui la Juve annaspa, perde il respiro e barcolla: un pugno dritto in faccia quando il gong è troppo vicino per recuperare colpi: gli altri saltano e i bianconeri perdono l' equilibrio, scena già vista e di recente. Due partite decisive e due reti arrivate al limite e oltre, come a segnare una stagione che ha deciso di mettersi in salita, di togliere ogni punto di riferimento. Stavolta non c' è nulla di definitivo e non c' era certo una partita epica dietro un risultato cambiato all' improvviso, ma il motto della società «Fino alla fine» suona sinistro.
il gol di koulibaly in juventus napoli
La fine è difficile da stabilire, dilatata, beffarda in Europa, categorica in questa notte di aprile che non aveva certo mostrato il meglio. Ma che la Juve sia in formato rimonta o in modalità cinismo, una delle caratteristiche di molti suoi successi, in questa primavera non riesce più a mettere in salvo ciò che ha costruito. In novanta minuti spettacolari o in 34 giornate ad andatura super.
Si è inceppato il colpo del ko e forse proprio quella partita eroica di Madrid si è presa la sicurezza e la spavalderia. La Juve non aveva bisogno di vincere contro il Napoli ma pensava di farlo con uno di quei morsi con cui si è liberata di tanti avversari dopo averli lasciati sfogare. Il Napoli non è una squadra qualsiasi, però non è il livello, alto, dell' avversario che ha modificato l' atteggiamento. È che sentirsi sull' orlo dell' impresa e poi cadere giù lascia lividi, conseguenze, paure.
Il fenomeno e il colosso La Juve esce dalla sfida per il titolo con un solo punto di vantaggio, con un Dybala da ricostruire e un Higuain da riavviare, soprattutto di nuovo vittima dell' ultimo minuto che stavolta non ha gli strafottenti pettorali di Ronaldo ma una testata di Koulibaly, un figlio di due culture diventato a Napoli uno dei migliori difensori in circolazione. Non è un predestinato come Ronaldo, non è uno che segna per mestiere (anche se è già a 5 reti): francese che ha scelto il Senegal di origine. Uno definito umile e semplice da chiunque lo abbia conosciuto, non proprio una descrizione adatta a CR7.
Sul marchio invece ci siamo perché Koulibaly, fin dal suo arrivo a Napoli, è stato soprannominato K2. Imponente e anche pericoloso. Le analogie finiscono qui, uno è costato 8 milioni e oggi ha un valore di mercato che supera i 40, l' altro sfonda i 120 milioni e in realtà non ha prezzo. Insomma, due uomini diversissimi che condividono lo stesso destino per un minuto, l' ultimo contro la Juve, quello della condanna.
Stagione in bilico Dall' altra parte sempre Buffon, con il segno rosso per la protesta contro la violenza alle donne sbavato, uno dei pochissimi a non averlo cancellato dopo un minuto, e lo sguardo stavolta rassegnato. Il Napoli ha giocato otto partite ufficiali allo Stadium, sette in Serie A e una in Coppa Italia e prima di ieri aveva sempre perso, con tre gol segnati in totale e 17 subiti. Magari il portiere della Juve non aveva ripassato le statistiche ma di certo ricordava di non averli mai visti troppo aggressivi da queste parti. Eppure stavolta non urla, non ha nulla da recriminare e non ha nemmeno più fiato. Tutta la Juve lo trattiene, spaventata da un minuto che ha cambiato la stagione e ora la tiene in bilico.
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