DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Emanuela Audisio per la Repubblica
Foto di Zackary Canepari
Lei viene da lì. da Flint, Michigan. Da una città che non è nulla e che non promette nulla. Ricordate il documentario di Moore: Roger& Me? Nessuno fa strada a Flint. Si muore prima: violenza, droga, caso. Non c‘è una ragione per finire male. È così e basta. A Flint si spara, si spaccia, non si spera. L’acqua è avvelenata, il lavoro non c’è, le case sono in rovina. Però c’è Claressa Shields. Lei a pezzi non ci va, vi ci manda. Ha ventun anni, è nera, è la pugile più forte del mondo, categoria pesi medi, la prima con due ori olimpici consecutivi, Londra 2012, Rio 2016.
Claressa non doveva farcela: fame, madre tossica, padre in galera, nessuna fissa dimora, stupri e molestie subite. Condannata e pestata dalla vita, come tutti a Flint. Ma a undici anni Claressa ha trovato una palestra e un coach, Jason Crutchfield. Unica ragazza tra ragazzi. Il suo ring si è allargato, c’erano regole e disciplina, per non far evaporare la rabbia.
C’era un modo per dare pugni, per scrollarsi il dolore, la lettera scarlatta che hai tatuata sulla pelle, nessuno nello sport è reietto. È stata una scoperta importante che l’ha portata in cima al mondo. Il soprannome di Claressa è “T-Rex” perché da bambina era scheletrica e con le braccia corte. Ma feroce come un dinosauro. E Rex si chiama il libro di fotografie di Zackary Canepari per Contrasto (ha girato anche un documentario).
Claressa ha una sorella, Briana, di diciotto mesi più giovane, e un fratellino, Peanut.
Il libro non è sulla boxe, sulla povertà, su Flint, sulle città e sull’umanità depressa, sulla mamma che dorme con molti uomini e sbatte alle tre di notte le bambine fuori casa, su chi vive in macchina, su chi scambia i buoni pasto per la droga, su posti sconosciuti.
Ma su una parte del mondo che noi pensiamo di conoscere, su due sorelle illuminate diversamente, su chi forse ce la fa e su chi invece di sicuro no, sulla facile equazione buona-cattiva, su chi riesce a volare e su chi precipita, ma se sei circondata da burroni come fai a non cadere?
Claressa ha trovato una palestra, Briana no. Claressa ha ascoltato il racconto di suo padre che parlava di Muhammad Ali e di sua figlia Laila, anche lei pugile, Briana ha dato retta alle sirene della sniffata. Quando la situazione a casa peggiorava, Claressa andava a stare da Jason, l’allenatore.
Briana invece girava per strada, niente più scuola, solo risse e aggressioni. Quando Claressa era a Londra per i Giochi Olimpici, Briana era in riformatorio. Ogni sorella porta l’altra dentro: Claressa voleva fuggire da Flint, Briana era impantanata. Una si costruiva ali, l’altra se le bruciava.
Canepari ha seguito per più di quattro anni l’adolescenza di Claressa che per sé, Briana, il fratellino e la famiglia voleva altro: una città dove all’incrocio non ti sparano per sbaglio, dove anche la memoria urla che ti perderai, perché quello è un buco da cui nessuno risale.
Claressa e Briana si vogliono bene, ma questo non ha impedito le scazzottate e i sensi di colpa di Claressa per aver fatto un occhio nero alla sorella. L’oro di Londra doveva migliorare la vita, ma era solo un’illusione. Nella quotidianità era un oro di latta, senza valore. Lei con quella medaglia, bendata nella mano, ci andava a letto, anche se di giorno la nascondeva a casa del coach per non farsela rubare.
Claressa immaginava l’arrivo di sponsor, soldi, celebrità. Ma a Flint queste cose restano al largo, non hanno diritto di cittadinanza. Così lei ritornava sui banchi di scuola, e il suo allenatore Jason a lavorare come installatore di fili elettrici. Flint t’inchioda: sei un rifiuto, puzzerai per sempre.
Dice Canepari: « È quello che mi interessava far vedere. Quello che tutti hanno sotto gli occhi, ma non guardano. Quello che è difficile da capire: come fai a sopravvivere se tutto attorno a te è povero: la morale, la sanità, la scuola, l’economia, se l’acqua che esce dai rubinetti è inquinata, se i tuoi amici vengono assassinati?
Claressa è forte, strepitosa, a diciassette anni è diventata la più giovane e prima campionessa olimpica di boxe americana, è riuscita a trovare un’arma con cui difendersi e avanzare nella vita. Ma gli altri, le altre, sua sorella? Io ho votato Obama, con lui un piccolo cambiamento c’è stato, ma forse la speranza era più grande e radicale».
Claressa fino a cinque anni non ha parlato. Afasica. Per le violenze, perché staccare la presa dal mondo a volte è una forma di autodifesa, perché non farsi sentire è un modo di dire che non esisti e che quelle cose non le stanno facendo a te. E un paio di anni fa ha adottato una bimba, che si chiama quasi come lei, Klaressa, figlia di sua cugina, che ne aveva già due di figli e non ne voleva più. In più aiuta sua sorella Briana, che ha avuto un bimbo, Bradford, da un tipo che è finito in prigione.
Claressa con i soldi della boxe ha preso in affitto un posto a mille dollari al mese dove si è trasferita con Rell, il suo fidanzato, anche lui il pugile, e con sorella e fratello, sempre più problematici. Ma le cose non hanno funzionato, troppi litigi, troppi sbandamenti. Così le strade si sono divise. Briana con il figlio è tornata dalla madre, ma le violenze nel quartiere non sono diminuite, e la loro casa è quasi bruciata.
Così Briana si è di nuovo trasferita, ne ha già cambiati tre di posti, e ancora continua a vagabondare. Claressa invece ha lasciato Flint, la sua palestra, Jason, e con la sua Pontiac se n’è andata prima a Colorado Springs, dove c’è il centro olimpico americano, poi a Rio, dove ha rivinto, e poi verso la Florida dove vuole iniziare la sua vita da pugile professionista. Il suo idolo è Serena Williams. Non rinnega Flint.
«Combatto per me, per la mia famiglia, per il mio futuro, per la mia città». Ma ora che Hollywood è interessata a lei, alla nuova Million dollar baby, ora che arrivano gli sponsor, vuole costruirsi un’altra immagine. Più di successo, meno disgraziata. Questa parte nel libro, che si ferma a Londra 2012. Una delle ultime foto è un pezzo di plastica messo al posto di una finestra, distrutta da una sparatoria, e qualcuno, forse Peanut, il fratellino, che guarda fuori. Tutto è appannato, come il futuro. Claressa è uscita da Flint, Briana ci è affogata. Certi mari non hanno schiume.
Ultimi Dagoreport
DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI…
DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA”…