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Nour al-Rafee per “International Business Times”
Quando la scorsa settimana ha conquistato Palmira, l’ISIS ha assicurato agli abitanti che non avrebbe distrutto il tesoro dell’antica città. Lo ha ribadito ai media. Ma la strategia sembra essere cambiata e ieri un comandante dello stato islamico ha annunciato alla radio siriana che distruggeranno le statue ma conserveranno i monumenti storici e le rovine.
La demolizione è infatti cominciata. Sono partiti dalle statue del museo e hanno sbriciolato
“il leone di Al-Lat”, risalente al primo secolo dopo Cristo. Era posto all’ingresso del Tempio di Bel, come omaggio a Al-Lat, dea araba pre-islamica citata anche nel Corano.
Ai cittadini ora è proibito entrare nella zona, diventata la roccaforte dei militanti. Racconta un residente: «Ci avevano giurato che non avrebbero distrutto Palmira, ma ci aspettavamo che non mantenessero la promessa. Hanno raso al suolo il museo, immagino continueranno. E’ durissima per noi vedere la città che crolla, da generazioni ci occupiamo di proteggerla. E’ la nostra eredità».
Intanto ieri venti soldati filo-regime siriani sono stati uccisi dall'Isis nell'anfiteatro di Palmira. A riferirlo è l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), che parla di 237 persone giustiziate dal 16 maggio: 67 sono civili, di cui 14 minorenni e 12 donne.
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