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Maurizio Nicita per “la Gazzetta dello Sport”
Sono quelle partite che vorrebbe in qualche modo vivere da protagonista, quantomeno da allenatore. Perché Juventus e Napoli sono stati i due club più importanti della sua vita da portiere. Perché queste sfide di alto livello entusiasmano anche un carattere tranquillo come Dino Zoff, uno che ama il bel gioco e i leader in campo capaci di trascinare la propria squadra.
Se fosse ancora fra i pali, chi eviterebbe come avversario fra Paulo Dybala e Lorenzo Insigne?
«Entrambi perché sono fortissimi. Ma al tempo stesso le grandi sfide sono elettrizzanti perché in campo ci sono i migliori».
Più decisivo lo juventino o il napoletano?
«Lo sono nella stessa misura. Sanno usare sia il destro che il sinistro. Sanno essere chirurgici anche sui calci da fermo. Soprattutto sanno inventarsi il colpo un po' strano. Quello che non ti aspetti e sorprende i difensori. Vi dico che io due così li farei giocare insieme sempre nella mia squadra. E ci sarebbe da divertirsi».
La critica «accusa» Paulo e Lorenzo di scomparire un po' nelle grandi partite.
«Sono ancora abbastanza giovani. Non credo sia questo il loro problema. Piuttosto domenica avranno altri tipi di problemi».
Quali?
«Sia Juventus, sia Napoli sono squadre molto ben organizzate e dunque staranno molto attente a non lasciare spazio alle conclusioni dei fantasisti avversari. Anche se qualche sbavatura in difesa l' hanno avuta ultimamente».
Insomma difficile che a Torino Insigne possa ripetere la magia vista contro l' Udinese.
«In effetti lui è stato rapido a girarsi e tirare, ma in cinque metri all' interno dell' area di rigore non ha trovato molto contrasto...».
Immagina una partita molto bloccata?
«Ritengo che quando si gioca per lo scudetto tutti siano concentrati per dare il meglio. E se ci sono meno errori nella fase difensiva, diventa più difficile sbloccarla. Ma mi aspetto comunque una bella gara, perché le rose dei due club sono importanti. Perché chi la vince farebbe un bel passo di avvicinamento verso lo scudetto».
La Juventus sta pagando lo stress di Champions?
«Io non credo alla stanchezza. E poi la reazione contro la Sampdoria c' è stata e i bianconeri hanno vinto nettamente e con merito. Credo piuttosto che a Crotone sia successo l' imponderabile. Perché nessuno si attendeva che la Juventus potesse non vincere, specie dopo essere passata in vantaggio. Invece questo è il bello del calcio, quello che lo rende spettacolare e imprevedibile. Quello che attira la gente negli stadi».
Il Napoli invece ha centrato la sua ennesima rimonta: sono ben 28 i punti recuperati da situazioni di svantaggio.
«Segno di carattere, che impressiona. Capacità di riprendersi anche dopo un errore.
Come quelli commessi in fase difensiva con l' Udinese».
Filosoficamente il suo calcio è più vicino a Max Allegri che a Maurizio Sarri.
«Apprezzo entrambi perché sanno sfruttare bene le caratteristiche dei propri giocatori. E poi per me la classifica è sacra. E finora hanno fatto benissimo. La differenza sta proprio nello scontro diretto dell' andata».
Dunque favorita è la Juve?
«Gioca in casa e questo un po' conta. Ma ogni partita fa storia a sé. E poi Sarri in trasferta non ha mai perso in questo campionato».
I portieri possono influire sulla sfida con la loro personalità?
«La caratteristica più importante è parare. E Reina lo sa fare bene, come qualunque dei due portieri che può schierare la Juve. Anche se sono convinto che alla fine giocherà Buffon».
A proposito: quanto hanno potuto influire le parole di Buffon nell' ambiente bianconero?
«Preferisco non rispondere a questa domanda».
Quanto invece ha pesato la doppia uscita dall' Europa del club di De Laurentiis?
«Non conosco le cose dall' interno. Ma visto da fuori ho avuto l' impressione che almeno in Europa League la squadra non sia riuscita a dare il massimo. Non so se è stato un calcolo. Anche perché è pericoloso puntare solo su un obiettivo. Tralasciare gli altri può fare brutti scherzi nell' autostima di un gruppo. E comunque è evidente che la Juve è più abituata a vincere».
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