DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Antonello Guerrera per www.repubblica.it
[…]La rabbia e l’orgoglio. Prima i graffi sul volto. Poi, domenica sera, il gesto del “6” con le mani contro i tifosi del Liverpool che lo sbeffeggiavano. Ossia i sei titoli vinti da lui, il maestro, Pep Guardiola. […]
Piccole soddisfazioni in un mare di guai. Quelli del Manchester City, capitolato anche a Liverpool domenica, in una disfatta senza storia e ben più pesante del 2-0 finale. Abbiamo già scritto dei record negativi di Guardiola quest’anno (sei sconfitte stagionali nelle ultime sette partite senza vittorie, quarta disfatta consecutiva in campionato) e del -11 dal panzer dell’olandese volante Arne Slot, sinora inarrestabile. Ma ci sono altri aspetti da evidenziare e analizzare in questo fragoroso tonfo del City di quest’anno.
MALEDETTI INFORTUNI
Sono il primo alibi degli allenatori, ma Guardiola ha di che lamentarsi. Come abbiamo spiegato in precedenza, perdere nello stesso periodo Rodri, De Bryune e Ruben Dias per infortunio è stato un colpo ferale per il City, cui è così venuta a mancare la spina dorsale dei successi degli ultimi anni. […] Anche Kovacic è fuori da tempo e all’Anfield è mancato pure Stones, oltre a Gvardiol punito dopo i disastri di Champions, con Doku rientrato dopo uno stop.
IL CASO DE BRUYNE
Ma l’artista belga merita una menzione a parte. In estate doveva emigrare in Arabia, poi è rimasto, volente o nolente. Ora, soffre di continue infiammazioni pelviche che prosciugano la sua travolgente classe cubista. Dallo scorso settembre, De Bruyne ha giocato solo 71 minuti. Di qui anche la frustrazione in campo, con cartellini gialli immediati, giocate sterili, superficialità (vedi la mega-occasione sciupata nel finale domenica su regalo di Van Dijk) e litigate plateali con gli assistenti di Guardiola. Così, a qualcuno sono saliti sospetti, vedi gli ex calciatori Gary Neville e Jamie Carragher: “C’è qualcosa di strano, sta succedendo qualcosa nello spogliatoio" […]
[…] HAALAND E I GOL CHE MANCANO
Il norvegese è capocannoniere della Premier con 12 reti, anche davanti a Salah “on fire”. Ma, visti gli attuali problemi tattici del City, per lui è sempre più complicato liberarsi davanti alla porta. E, come spesso gli è capitato in passato, può segnare molto in una partita e poi risultare innocuo o impreciso nei big match. A tal proposito, quest’anno la squadra di Guardiola ha segnato pochissimo, a differenza del passato: soltanto 22 gol in 13 partite di Premier. Di questo passo, il Manchester chiuderebbe il campionato con 63 reti.
Una miseria, se comparato agli standard della passate stagioni: a parte il primo anno, nei sei successivi il City di Guardiola ha sempre vinto la classifica dei gol fatti. Solo nel 2020-21 è sceso sotto quota 90, pur vincendo comunque la Premier, perché quell’anno giocava con falsi nueve, come ricorda il "Daily Mail". […]
FINE CICLO E I GIOVANI SCARTATI
Ma Guardiola ha anche un altro problema: l’età dei suoi calciatori. Il City è la seconda squadra più vecchia della Premier. I giovani acquisti non hanno ancora fatto quello step per essere al top (vedi il seppur bravissimo Doku o Savinho), mentre altri hanno fatto flop (Nunes). Non solo. Per fare cassa, il Manchester si è sbarazzato di talenti straordinari del proprio vivaio come Romeo Lavia, Cole Palmer e Liam Delap, con soprattutto questi ultimi due che stanno facendo sfracelli altrove. Oppure vedi la cessione all’Atletico Madrid, per quasi cento milioni, di uno come Julian Alvarez, che di questi tempi sarebbe stato estremamente utile. […]
[…] Sul Manchester e sul catalano pende il processo della Premier League sulle presunte infrazioni del Fair Play Finanziario. Che, nel peggiore dei casi, potrebbero portare a una retrocessione del City. Bruciando tutto il lavoro e forse le vittorie di questi anni.
GUARDIOLA PUÒ ANCORA SPERARE DI VINCERE LA PREMIER?
Complicatissimo. Non solo perché il Liverpool sinora è stato uno schiacciasassi e 11 punti sono una montagna da scalare, come il grafico che ha mostrato Guardiola a inizio stagione nello spogliatoio per cercare di tenere motivati i suoi. In ogni caso, rimonte simili sono accadute solo tre volte nella storia della Premier League: nel 1992-93, con il Manchester United di Sir Alex Ferguson sotto 12 punti rispetto alla capolista Norwich a dicembre e poi vincitori finali con 10 punti sul Villa.
Tre anni dopo, con sempre i Red Devils dello scozzese che recuperarono altri 12 punti di svantaggio del Newcastle di Keegan grazie a 13 vittorie nelle ultime 15 partite. E poi l’Arsenal del 1997-98: 13 punti dallo United a dicembre, ma i Gunners trionfarono in maggio con un punto in più dopo dieci vittorie consecutive. Provaci ancora, Pep.
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