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“DOPO TRE MESI DI STOP È UN MIRACOLO CHE SINNER SIA ARRIVATO IN FINALE” – ALDO CAZZULLO SPIEGA CHE JANNIK POTREBBE PERSINO VINCERE IL GRANDE SLAM, O COMUNQUE ROMPERE IL DIGIUNO IN EUROPA, TRA ROLAND GARROS E WIMBLEDON: "SINNER È FRESCO (L’INGIUSTA SQUALIFICA GLI HA EVITATO SE NON ALTRO IL MASSACRO DEI TORNEI AMERICANI) E ARRABBIATO CON I COLLEGHI, ALMENO I MOLTI CHE NON HANNO SOLIDARIZZATO CON LUI, A COMINCIARE DA DJOKOVIC" – "LUI E ALCARAZ DOMINERANNO IL PROSSIMO DECENNIO, E RESTERANNO ENTRAMBI NELLA STORIA DELLO SPORT”

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Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”

 

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Caro Aldo, gli italiani perdonano tutto, tranne il successo, diceva un tale Enzo Ferrari che aveva il difetto, visto con gli occhi di oggi, di avere una visione lunga. Vedendo la sconfitta di Sinner contro Alcaraz in tanti scenderanno dal carro, gettando la maschera e godendo come sempre di fronte alle disgrazie altrui.

Siamo provincialotti e la classe politica ci rappresenta appieno.

Daniele Mosconi, Fondi

 

Risposta di Aldo Cazzullo:

Caro Daniele, non è così. Jannik Sinner è molto amato, ha fatto un bellissimo torneo, dopo tre mesi di stop è un miracolo che sia arrivato in finale così brillantemente. Chi segue il tennis tutto l’anno mi ha spiegato che Sinner potrebbe persino vincere il Grande Slam, o comunque rompere il digiuno in Europa, tra Roland Garros e Wimbledon.

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Perché è fresco: l’ingiusta squalifica gli ha evitato se non altro il massacro dei tornei americani, da Miami alla California. E perché è arrabbiato. Non tanto con i giudici, quanto con i colleghi, almeno i molti che non hanno solidarizzato con lui, a cominciare da Djokovic.

 

Domenica però è stato il giorno di Jasmine Paolini, e della sua magnifica storia: padre toscano, madre mezza polacca e mezza ghanese; venti centimetri in meno delle rivali, ma forza morale, tempra da combattente, concentrazione feroce. Ed è stato il giorno di Carlos Alcaraz.

 

In lui è lecito rivedere un po’ Nadal. Se la lezione di classe e di stile del maiorchino — residente a Maiorca — è inarrivabile, anche il murciano — residente a Murcia — promette bene.

 

(...)

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Dopo il punto che gli ha dato la sua prima vittoria agli Internazionali d’Italia, Alcaraz è corso verso l’angolo del campo dove c’erano il suo team e la sua famiglia.

 

Ha ricevuto l’abbraccio dell’allenatore, Juan Carlos Ferrero, e della madre. Anche il padre si stava lanciando a stringere il figlio, quando lo speaker ha chiesto un applauso per lo sconfitto.

 

Lui si è fermato, ha applaudito Sinner, e solo dopo ha abbracciato il suo Carlitos. Questo significa aver impartito una buona educazione, avere dei principi da trasmettere. Alcaraz e Sinner domineranno il prossimo decennio, e resteranno entrambi nella storia dello sport

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