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CALCIO DOTTO - "LA JUVE PAREGGIA A UDINE: RISULTATO CRUDELE PER LA ROMA MAI ADEGUATA AI SUOI SOGNI DI GRANDEZZA - BELOTTI SI AVVIA A DIVENTARE IL PIÙ FORTE ATTACCANTE ITALIANO DOPO GIGI RIVA - LOTITO E TARE SANNO PESCARE IL MEGLIO COL MINIMO: MILINKOVIC FENOMENO" - VIDEO

 

Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

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Brutta storia il pareggio di Udine e l’improvviso, occasionale delirio di credersi Ronaldo il Fenomeno di tale Zapata.  Risultato crudele per la pelle giallorossa già mortificata da ustioni varie.

 

Ne mangeranno di gomiti e dita a Trigoria se dovessero arrivare a cinque punti dalla Juve la sera dell’Ok Corral all’Olimpico. Meglio perdersi per strada, magari indovinando l’impresa nel derby di ritorno. Magari massacrando il Lione in Europa (che la Roma non conosce mezze misure nel suo drammatico ottovolante, massacra o si lascia massacrare).

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Sta di fatto che la Roma straperde anche quando può, in giornate di luna storta, sfangare il pareggetto. Mai adeguata per i suoi sogni di grandezza. Tifosi egomaniaci e assenti, società debole, senza tallone, difettosi di numero i giocatori e, in certi casi, anche d’istinto criminale. Sta di fatto che, sotto la stessa luna, i Gobbi il pareggetto lo sfangano eccome, quando non vincono. Sta di fatto che quel Bonucci sta sulle palle anche a se stesso ma, se decide che non può tornare a casa e dormire come niente fosse per aver fatto segnare Zapata, diventa una pianta di cactus sotto le chiappe di chiunque. E dorme la notte.

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Sta di fatto che Belotti si avvia a diventare, se già non lo è, il più forte attaccante italiano dopo Gigi Riva, sì, più di Boninsegna, Paolo Rossi e Bobo Vieri. Fa male come i cartoni giapponesi dell’epoca, il Gallo, sparando cose letali da ogni anfratto del corpo. Un ragazzo magnifico, i tratti lombrosiani a cominciare dalla fronte che si combinano a un’anima stilnovista. Non c’è bisogno di diventare torinista per amarlo.

 

Sta di fatto che Lotito e Tare saranno anche brutti e truci ma sanno pescare il meglio con il minimo. A cominciare da quel Simone Inzaghi in panca, reclutato come cerotto medico per sanare le bizze del Matto Bielsa. Quel Milinkovic-Savic, giuro, è fenomeno vero. Con qualunque occhio tu lo guardi. Dell’esteta o del cacciatore di cinghiali. Ciro Immobile non vale meno dello strombazzatissimo Dzeko. Keita e Felipe Anderson, se vogliono, quando vogliono, possono vincere partite da soli. Quel Parolo poi. Guardatelo bene. Sa essere mastice e chiodi. Ti protegge quando serve e fa male appena può.

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Sta di fatto che Inter e Milan, aspettando cinesi veri e immaginari, ci provano a somigliare alla propria storia. Sta di fatto che Palermo, Crotone e Pescara giocano nel loro personalissimo campionato del tempo quantico: sono scese in B ancora prima di cominciare in A.

 

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