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Valerio Clari per gazzetta.it
La decide Cutrone, il teenager (ancora per qualche giorno). Ed è un segno, forse, che il futuro sarà meno gramo: bisogna essere ottimisti, e cercare significati nascosti, dopo un derby così. Il presente intanto dice che il Milan è in semifinale, e l'Inter eliminata e alla terza sconfitta di fila. Gattuso respira dopo aver preso litri di pioggia, sperando che arrivi almeno una svolta "mentale", visto che quella tecnica è ancora lontana. Spalletti si infuria ben prima del gol al minuto 104 e si interroga: dov'è finita la sua Inter? E' arrestabile la caduta?
PROTAGONISTI — Non è stato un grande spettacolo: il Milan è ancora lontano dall'avere un gioco, e vive per tutta la gara della collaborazione fra Kessie (forza) e Suso (idee e tecnica). L'Inter stasera non ha nemmeno quello: costruisce pochissimo, Icardi non tira mai in porta e collabora in modo tragicamente saltuario. La distanza dalla squadra di un mese fa è impressionante, pari al calo di Perisic (mai in partita). Gli ingressi di Calabria, Calhanoglu e Cutrone almeno danno un innesto di energia ai rossoneri. I cambi nerazzurri non "cambiano" nulla, è non è la prima volta. Il tocco di Cutrone su assist di Suso a fine primo supplementare vale un 1-0 che ci sta. Ed è il nono gol stagionale del 19enne, primo marcatore della squadra.
L'ALTRO DONNARUMMA — La notizia della serata rischiava di essere l'infortunio nel riscaldamento di Storari, che lancia Antonio Donnarumma titolare per la prima volta in una gara ufficiale col Milan (Gigio è out per un problema all'inguine). Il "fratello di", "mister 1 milione di stipendio" è a lungo protagonista assoluto, nonostante nel primo tempo gli tocchino solo una serie di uscite, stilisticamente rivedibili ma efficaci, e nemmeno una parata. In compenso al 24' Antonio bagnerebbe il debutto con un autogol, deviandosi in porta un tiro-cross di Perisic (sugli sviluppi di un corner). Per sua fortuna c'è la Var, che annulla per fuorigioco di Ranocchia, per sua fortuna al 15' della ripresa sull'assist di testa di Icardi, c'è Joao Mario a due passi da lui. Il portoghese spara centrale la prima vera occasione nerazzurra, Antonio può respingere, con un buon riflesso. Cutrone gli evita i rigori, l'Inter lo chiama in causa poco
INTER GIÙ — E dire che Spalletti aveva scelto tutti i titolari, tranne Joao Mario per Borja Valero (poi subentrato). Ranocchia e Nagatomo sono in campo per forza, visti gli infortuni di D'Ambrosio e Miranda, Joao Cancelo è un quasi titolare: tanto più dopo stasera, in cui è uno dei più attivi e positivi dei suoi (almeno per un'ora). La concorrenza non è spietata, i nerazzurri girano a scartamento ridotto, Joao Mario non fa nulla per risalire le gerarchie (anzi, sembra voler convincere tutti della necessità di una cessione). Così, in una partita dal ritmo ridotto e dai molteplici errori, è il Milan a costruire decisamente di più, col suo 4-3-3 in cui Suso e Bonaventura si fanno notare molto di più di Kalinic. Handanovic deve togliere un gol a ciascuno dei due: testa di Jack, tiro ravvicinato dello spagnolo.
RINGHIO ESULTA — Ma è una gara caratterizzata per lo più da errori, in ogni fase del gioco e del campo. Così, mentre Kessie prova a correre anche per Biglia (totalmente fuori condizione) e si mette a fare a sportellate con Skriniar (che fa fuori Kalinic con un brutto tackle), mette insieme una traversa e un paio di tiri di Suso, mentre prima Bonaventura di testa aveva "pareggiato" l'errore di Joao Mario. Ai supplementari spunta Cutrone, alla fine Ringhio esulta. Il derby è suo: non è poco, di questi tempi. Vale la pena festeggiarlo.
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