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Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
Non si possono cercare giustificazioni, semplicemente perché non esistono. Non si può sempre vincere, ma neppure continuare a infilare figuracce indecorose in Europa. La sconfitta all' esordio contro gli israeliani dell' Hapoel non ha insegnato nulla: la squadra l' ha cancellata, De Boer archiviata come incidente, senza analizzarla. A Praga l' Inter non è esistita, ha irritato, incassato il secondo meritato ceffone in coppa.
L' ultimo posto a zero punti nel Girone K dell' Europa League è la fotografia di una navigazione fin qui disastrosa: 5 gol subiti, solo uno segnato, due sconfitte con formazioni di semisconosciuti. La qualificazione è compromessa, non sfumata, per acciuffarla però servirà cambiare approccio e bisognerà vincere i prossimi 4 match.
Il tecnico olandese ha riproposto un turnover pesantissimo con 6 cambi rispetto al campionato. Ha pagato dazio e per la settima volta in otto gare è andato in svantaggio, senza riuscire a rimontare.
Alla fine ha subito il terzo k.o. della sua gestione, già dal precario equilibrio: 3 vittorie, 3 sconfitte, 2 pareggi. De Boer ha capito di non poter contare sulle riserve, non all' altezza dei titolari, però se la squadra sbaglia sempre la partenza c' è un problema di preparazione del match. «Abbiamo cominciato male, con un atteggiamento sbagliato. Dopo mezz' ora avevamo regalato due gol: non esiste nel calcio professionistico fare errori così».
Le vergogne nella vita sono altre, però l' Inter andata in campo a Praga nel primo tempo non risponde alla definizione di squadra: molle, distratta, inguardabile. Lo Sparta non si è rivelato quel tapis-roulant di velluto su cui passeggiare, aveva la fame di chi ha troppo patito e vuole abbuffarsi. Quarto in campionato, sconfitto domenica nel derby dallo Slavia, bastonato dal Southamppton in Europa League, con il 36enne allenatore Holoubek al debutto, la formazione ceca doveva essere allo sbando. Il dramma lo ha vissuto l' Inter, piena di belle parole della vigilia («alla coppa ci teniamo»), mortificata in campo.
Dopo venticinque minuti Kadlek aveva già segnato una doppietta, messo in ghiaccio il match e in ginocchio i nerazzurri. La seconda rete dei cechi è l' emblema della sciatteria: nerazzurri imbalsamati a guardare un' innocua punizione trasformarsi in un assist. Ranocchia ha combinato disastri, seguito da Felipe Melo e da un irriconoscibile Murillo. Non c' è stato nulla da salvare: non il gioco, non un uomo, non i giovani, forse solo l' esordio di Ansaldi.
Nato da un errore dello Sparta, il gol di Palacio a metà ripresa ha illuso. Il cartellino rosso a Ranocchia ha soffocato le speranze e aperto la strada al 3-1 di Holek, saltato da solo in una difesa pietrificata. «Il turnover? Con il fair play finanziario che limita la rosa devo risparmiare qualcuno. Qualificarsi ora è difficile, dobbiamo vincere le partite che restano: impossibile con un atteggiamento così», abbozza De Boer. Domenica c' è la Roma all' Olimpico, forse torna Joao Mario, di certo dovrà esserci un' altra Inter.
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