DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
1.CAMPIONATO FALSATO NON INTERVENIRE È IL GRANDE ERRORE
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Il caso Parma è diverso dalle decine di casi analoghi già successi perché accade durante il campionato. Fallire in estate significa essere sostituiti, il campionato non se ne accorge. Fallire in primavera significa regalare punti ai prossimi avversari e toglierne qualcuno a quelli con cui si era già giocato. Questo porta a dire giustamente che il campionato è falsato. In sostanza, con grande spirito di comunanza, quello che interessa al calcio, non è la chiusura di un’ azienda storica, la disoccupazione di un centinaio di impiegati e addetti, la galera forse di qualcuno, ma la differenza di piccoli vantaggi che la sua chiusura porterà agli avversari. Già questo racconta il vento marcio che tira.
Cosa dovrebbero fare Federcalcio e Lega per limitare i danni? Direi poco o niente. Avrebbero potuto controllare meglio i conti del Parma prima, ma all’iscrizione al campionato gli stipendi erano stati pagati, i parametri rispettati. Da tempo si sentiva dire che Ghirardi avesse dei problemi, ma finché vi faceva fronte nessuno poteva intervenire.
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Il Parma non mi sembra vittima di nessuno se non dei propri errori. Un numero sconfinato di giocatori e alcuni pagati oltre le proprie possibilità. Se c’è dell’altro è compito della magistratura trovarlo. Tutta l’Inter è sotto ipoteca delle banche, tutta l’Inter è sottoposta alla bontà di un solo progetto. Cosa dovrebbe fare il calcio, fermarla e controllarla ogni tre mesi? E con quali diritti? O andare a chiedere a Berlusconi come intende coprire i suoi 256 milioni di debiti Milan? Esiste per tutti un rischio d’impresa. Il Parma non ha retto.
premio biagio agnes mario sconcerti e gerardo greco
È non intervenire la vera falsità. I capi del calcio sono inadatti o molto furbi, hanno inventato un modo di governare il gioco che cristallizza tutto sulle situazioni di 50 anni fa, ma sono spesso il meglio della nostra industria. La Lega non è Beretta sul cui giudizio finale concordo con Lotito. La Lega, il calcio, è l’insieme dei presidenti, quindi Squinzi, Agnelli, Della Valle, Berlusconi, Cairo, De Laurentiis, Pallotta, Thohir, gente che non si lascia fare prepotenze e accetta solo quel che conviene. Non ha bisogno di essere difesa. Decidano loro come vogliono il campionato, ne hanno facoltà se si mettono d’accordo.
2. PARMA, SALTO NEL VUOTO
Roberto Perrone per “Il Corriere della Sera”
Non solo il campionato italiano è falsato, ma anche il calcio italiano, nel suo insieme, appare fasullo. Lo sfarfallio europeo di giovedì non deve ingannare: danzare spensierati nel salone da ballo del Titanic, mentre l’iceberg s’approssima, come ha ricordato l’ex team manager del Parma, Alessandro Melli, è una nostra specialità. Il 18 maggio 2014 il Parma festeggiava il ritorno in Europa dopo sette anni; ora, per la seconda domenica consecutiva, non andrà in campo. Dopo Parma-Udinese è stata rinviata anche Genoa-Parma.
Nella prima occasione era stato il sindaco, uno dei creditori della società (700/800 mila euro) a sbarrare il Tardini. In questo caso la decisione è stata presa dal presidente federale Carlo Tavecchio, ma in realtà sono stati i calciatori a strapparla, dopo che, nello spogliatoio avevano prevalso i falchi, furenti perché la Lega ha convocato un’assemblea solo il 6 marzo per affrontare il problema.
la trimurti tavecchio macalli lotito
I calciatori hanno delle belle pretese, la Lega non esiste, Beretta «non conta nulla» (Lotito dixit). Decide Tavecchio. La situazione è particolare, ma il rinvio poteva e doveva essere stabilito prima e non dopo un ultimatum. Così le istituzioni calcistiche dimostrano, ancora, la loro debolezza-inconcludenza. Beretta: «C’è speranza che il Parma termini il campionato». Ma viene smentito dal capo del Coni, Giovanni Malagò. «Non so se il Parma giocherà le prossime partite. La regolarità del campionato è stata inficiata da questa decisione. Il calcio non ne esce bene». Malagò sta valutando l’idea di commissariare la Federcalcio. Potesse, lo farebbe oggi.
tavecchio con la coppola di pelle
I giocatori del Parma, quindi, sono passati da «la trasferta a Genova la paghiamo noi» a «se non concedono il rinvio, sciopereremo e perderemo 0-3. Non ci sono le condizioni, non siamo stati tutelati dalle istituzioni». Comunque i costi della trasferta erano stati coperti da «Risparmiocasa»: 20 mila euro in cambio del marchio sulle maglie. È stata una giornata lunga per il Parma, mentre continuano i sequestri: anche le attrezzature dello spogliatoio del Tardini, dopo quelle di Collecchio. In mattinata sono stati ascoltati in Procura il tecnico Donadoni e i giocatori Lucarelli, Mirante e Gobbi.
I magistrati lavorano sulla bancarotta fraudolenta. Il 19 il tribunale si pronuncerà sull’istanza di fallimento. È a questo che punta il sindaco Federico Pizzarotti per liberarsi del presidente «da un euro» Giampiero Manenti, incontrato per un’ora e mezzo in Comune. Il proprietario è arrivato con 5’ di ritardo sull’orario fissato, le 16.30, passeggiando per il centro pacioso di Parma che mai aveva vissuto un simile bagnomaria di urla, spintoni, insulti, minacce, cameraman che camminavano all’indietro (uno all’ospedale).
Dopo un’ora e mezzo la bocciatura di Pizzarotti: «Manenti è inaffidabile. Ho informato la Lega: se dobbiamo rapportarci con lui chiuderemo il Tardini». All’uscita qualche tifoso ha tentato di aggredire il presidente, ma una volante della Polizia lo ha portato via. Però Manenti non molla: «Abbiamo un piano. I soldi arrivano dagli sponsor. Quanto ho pagato il Parma? C’è un patto di riservatezza». E ha scherzato, pure: «Tevez e Morata mi invidiano, si parla più di me che di loro». È arrivato pure il Tapiro. «Un paio di Tapiri li dovete portare anche a Tavecchio e Beretta. A Parma non si sono fatti vedere» il commento di Donadoni. Vangelo.
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