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Giorgio Terruzzi per "Il Corriere della Sera"
Vettel, Alonso, Raikkonen. L'immagine del podio di Singapore resta nell'aria mentre si torna in pista in Corea con minime speranze di rintracciare un equilibrio, un esito meno scontato. Così, c'è un tempo lungo sei gare a disposizione di Alonso per concentrarsi su un compito fondamentale: togliersi dalla condizione di solitudine che proprio quel podio continua a mostrare. Un fotogramma come una partita a scacchi. Una partita che Alonso si appresta a giocare, muovendo per primo.
Fernando è il presente della Ferrari, Raikkonen il futuro prossimo. Vettel, il futuro remoto. Eppure rimane Fernando il padrone di ogni destino. A patto che voglia riconquistare e restaurare una fiducia compromessa. Il frutto di questa alterazione ha prodotto l'arrivo di Raikkonen, un compagno che Alonso potrà gestire solo riappropriandosi del ruolo di leader autentico, basato su una fiducia profonda nella propria squadra e sulla sicurezza che genera un atteggiamento del genere all'interno della squadra stessa.
Lui, che ha il mito della grande famiglia patriarcale, proprio su questo fronte ha perso terreno, concedendo spazio a una vasta gamma di frustrazioni. Il che è destabilizzante anche considerati i danni prodotti da una serie di sconfitte amarissime, patite da un pilota di eccelso rendimento. Il fatto è che ogni scoria rimasta in circolo, richiede adesso un trattamento appropriato, una scelta netta.
Nel 2014 cambieranno macchine e motori. Per certi versi, le scommesse si riaprono. E solo Alonso può decidere se puntare davvero, senza mezzi termini o scadenze, sulla Ferrari. Il che significherebbe segnalare alla Ferrari sin dai primi capitoli del prossimo anno, un senso di appartenenza ripristinato e, di conseguenza, la disposizione d'animo adatta alla statura di un vero capitano.
Se così fosse, autenticamente, le conseguenze sarebbero immediate. Alonso è convinto di poter gestire agevolmente Raikkonen. Forse è così. A condizione che chiunque, attorno ad Alonso, cominci a respirare un'aria diversa, la certezza di contare su un ragazzo innamorato e, in aggiunta, ferocissimo sul ponte di comando.
C'è il progetto McLaren-Honda che appare all'orizzonte come una sirena. Se rappresenterà per Alonso una ipotesi per fuggire, lanciare una nuova sfida, sarà proprio Raikkonen il primo approfittarne, con l'avvallo della Ferrari. Al contrario, Alonso, con il rosso nell'anima, potrà permettersi non solo di determinare i ruoli dentro la Scuderia nel 2014 ma addirittura di rimandare il matrimonio tra Vettel e il Cavallino.
Il rischio? Enorme e doppio. Perché proprio Vettel alla McLaren-Honda interessa eccome. Perché Vettel che becca i fischi, vincendo a Singapore, ha capito benissimo cosa significhi guidare per la Ferrari. Vorrà muoversi, vorrà continuare a vincere cambiando colori. Per questo Alonso è solo. Per questo Alonso, che alla Ferrari c'è già , deve fare la sua mossa. Restare, occupare, programmare sulla lunga distanza. Oppure lasciare campo aperto ai suoi compagni, ai suoi avversari, ai suoi fantasmi.
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