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Manca una settimana esatta alla scelta del presidente della Federcalcio e le diplomazie pallonare sono al lavoro per trovare una soluzione onorevole. Ovvero, per evitare di consegnare la Figc a un gaffeur da copertina come il settantunenne Carlo Tavecchio, che dopo l’exploit sulle banane ha veduto bene di fare la vittima e paragonarsi al killer di Kennedy.
Certo, amato non è amato. E l’asse degli “odiatori” è guidato da due società importanti e ricche come Juventus e Roma. Tra i due club c’è una fortissima alleanza commerciale, che con la piena sintonia tra Andrea Agnelli e James Pallotta si sta trasformando in alleanza a tutto tondo. Per i due presidenti, Tavecchio è solo il vecchio che avanza, un “vecchio” anche dannoso.
Per Tavecchio continua a muoversi con grande zelo Claudio Lotito, che vorrebbe fare il vicepresidente della Federcalcio e provare a recuperare un minimo di prestigio e di rapporti con una tifoseria biancazzurra che continua a detestarlo. Dicono che Lotito abbia telefonato personalmente a tutti i presidenti della serie “B”, mettendo così in gran difficoltà il loro presidente Andrea Abodi, che l’anno scorso era stato lanciato senza successo come presidente della Lega calcio proprio da Andrea Agnelli.
La Lega di “A” si esprimerà ufficialmente solo due ore prima del voto, ma a Roma la partita è in pieno svolgimento. Giovanni Malagò, gran capo del Coni, lavora alla più italiana delle soluzioni: quella del doppio passo indietro da parte di Tavecchio e di Albertini. Una soluzione andreottiana che eviterebbe conte e spaccature sanguinose, oltre che problemi (con Tavecchio) di immagine per l’intero sistema del calcio.
La soluzione passerebbe per l’indicazione di un altro ex calciatore come prossimo presidente della Federazione e uno dei nomi che circolano con maggiore insistenza è quello di Gianluca Vialli. Tuttavia Vialli potrebbe pagare il fatto di essere troppo facilmente etichettabile come “juventino” ed è per questo che si cercano altri candidati dall’appartenenza più sfumata.
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