rainbow goblin di james franco

FRANCO TIRATORE - LE OPERE DELL’ATTORE JAMES FRANCO A LONDRA PER LA MOSTRA “FAT SQUIRREL”, TRA ANIMALI OBESI, AUTORITRATTI E COLLAGE DI DONNE NUDE CON MASCHERA

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James Franco, a 36 anni, è attore, regista,  poeta, insegnante, musicista, icona sessuale e ora anche pittore. Evidentemente questo intellettuale di Hollywood non ne aveva abbastanza, così ha raccolto le sue ultime opere nella mostra intitolata “Fat Squirrel”, presso la “Siegfried Contemporary” di Londra fino al 20 dicembre.

 

Cosa ha ispirato la mostra?

 

«Ne ho fatta una a New York, dove ricreavo “Untitled Film Stills” di Cindy Sherman ed è successo un putiferio. Un attore che fa arte? So che era pessima anche senza aver letto le recensioni. Stavolta invece non ho preso spunto da nessuno, ho solo ripreso la pittura che ho sempre coltivato, prima ancora che diventassi attore»

 

I dipinti sono quasi infantili. Cosa rappresentano?

 

«L’infanzia è uno dei miei temi, insieme all’adolescenza. Sono i periodi formativi a cui torno sempre. E’ quando sono cominciati tutti gli interessi che ho ancora oggi. E’ il seme di ciò che sono diventato o di ciò contro cui mi sono ribellato»

 

E gli animali?

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«Se avessi ritratto persone, tutti si sarebbero chiesti i nomi. Ho realizzato i dipinti in tre modi: alcuni sono tutti disegnati a mano, altri li ho commissionati a un ritrattista di animali e poi ci ho aggiunto il mio tocco, altri ancora li ho fatti con collage e pennellate successive».

 

La sua esperienza cinematografica ha influenzato la pittura?

 

«Uso lo stesso metodo, è un processo di collaborazione. In passato ho collaborato con Paul McCarthy, Ed Ruscha, Douglas Gordon, Aaron Young e questo mi ha aiutato a sentirmi al sicuro nel mondo dell’arte. Mi sono sentito protetto dalle critiche. Poi però ho pensato di dover proseguire da solo e smettere di preoccuparmi delle opinioni altrui. Ho fatto l’Istituto d’Arte, è il mio percorso»

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E il dottorato?

 

«E’ in Letteratura Inglese. Prendo lo studio molto seriamente, ma non lascio il cinema. I film mi permettono di dedicarmi ad altri lavori, mi danno successo commerciale e levatura che uso in altre aree»

 

Una volta ha detto che l’attenzione è potere...

 

«Quando hai milioni di follower come me, le aziende si fanno avanti facilmente. Ho iniziato su “Instagram” per scherzo, senza prenderlo seriamente, ma ora si è trasformato in uno strumento d’ affari serio: le compagnie mi pagano per postare cose sui social media».

 

E’ opprimente o liberatoria questa costante presenza on line?

 

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«Mi diverte, è il vecchio gioco di equilibri fra esprimere te stesso e dare ciò che la gente chiede. Io tendo più ad esprimere me stesso. Se postassi una mia foto nudo ogni tre giorni, avrei il doppio di follower. Inoltre il modo in cui oggi la gente vive, è sempre più simile a quello delle celebrità. La loro vita è a vista, ispezionata, tutto sanno e vedono tutto. Se i miei lavori sono ispirati alle mie esperienze in pubblico, in realtà sono universalmente applicabili. Non commento la mia celebrità, è come stiamo vivendo tutti».