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Franco Ordine per “il Giornale”
L' hanno già ribattezzata la grande fuga. La grande fuga dal club Italia per completezza d'informazione. E questa volta non è da intendersi come l' esodo volontario d' improbabili campioni alla volta di tornei più competitivi e stipendi più ricchi. No, qui la questione è grave anche se non è seria, per ripetere il famoso aforisma di Ennio Flaiano, e attiene la scelta del prossimo ct della nazionale italiana, scelta ufficialmente cominciata dopo il pubblico addio di Antonio Conte, partito per Londra, destinazione Chelsea, dove si trasferirà a fine europeo.
ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 2
L'impresa cui è chiamato il prossimo selezionatore azzurro non è delle più semplici: c'è da preparare la qualificazione al mondiale del 2018 (inizio a settembre 2016) che si svolgerà con una nuova formula. Nove sono i gironi europei, 13 le nazionali che possono qualificarsi e il drappello sarà costituito dalle prime 9 classificate più le 4 vincenti dai play-off tra le migliori 8 seconde, oltre alla Russia che è nazione sede del mondiale.
Nel girone G, la presenza della Spagna con gli azzurri è quella che ha spaventato alcuni tecnici consultati più o meno formalmente dalla federcalcio per assumere l' eredità di Antonio Conte. Hanno cortesemente declinato l' invito facendo un calcolo elementare articolato su due punti: 1) i rari fuoriclasse del gruppo azzurro attuale, Buffon e Pirlo, lasceranno per raggiunti limiti d' età; 2) c' è il rischio, arrivando secondi, di finire fuori dal mondiale e di passare alla storia perciò come il ct che ha fallito il traguardo minimo. Di qui il fuggi fuggi. Che, intendiamoci, non è pubblico ma solo privato, molto privato.
Di ufficiale conosciamo il ristretto elenco di papabili candidati sui giornali alla panchina azzurra. Si è scritto di Fabio Capello, attuale commentatore di Fox sports (il quale ha subito fatto sapere di non essere disponibile), di Roberto Donadoni (tentato invece, dopo l' esperienza chiusa con l' europeo 2008, eliminato ai rigori dalla Spagna poi campione d' Europa, di restare al Bologna) e di Roberto Mancini (anche lui disponibile a restare in sella all' Inter). Da nessuno dei tre è giunta una sola frase che suonasse come minima disponibilità. L' unico temerario è stato Francesco Guidolin, nel frattempo trasferito in Inghilterra, che in un' intervista al Corsera ha confessato di essere disponibile per l'incarico.
Tra l' altro proprio Guidolin fu uno dei papabili citati da Tavecchio all'alba della sua elezione, prima che la gaffe sulla banana e la caduta verticale di credibilità gli suggerissero (merito della coppia Galliani-Lotito) di corteggiare Conte, il meglio a disposizione su piazza. In verità anche Zaccheroni fu un nome circolato nei corridoi della federcalcio ma la sua firma con la nazionale cinese lo ha eliminato dalla corsa.
Il presidente Carlo Tavecchio è passato da una chiosa orgogliosa («morto un papa se ne fa un altro»), quando fu evidente che Conte non sarebbe rimasto, a una molto prudente dei giorni scorsi («siamo in altissimo mare») a testimonianza che la missione questa volta è più complicata del previsto.
E al momento due sono le strade da percorrere: quella retrò della scuola federale (a disposizione ci sono Di Biagio, attuale ct dell' Under 21 e Fabio Cannavaro) o quella che porta a Viareggio, a casa di un notissimo e collaudato leader, Marcello Lippi. L' ex Ct campione del mondo è già tornato una volta in azzurro dopo la notte magica di Berlino, richiamato da Abete per il dopo-Donadoni. L' esito del mondiale 2010 (eliminato nel girone iniziale) fu considerato una solenne bocciatura. Questa volta dovrebbero usare la mozione degli affetti per convincerlo ad accettare e sarebbe forse l' unica garanzia per un futuro incerto e complicato del calcio azzurro.
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