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ITALBASKET, CUORE E PALLE (IN CANESTRO) - GALLINARI E BELINELLI STELLARI, GERMANIA KO, LA NAZIONALE TARGATA NBA BATTE LA NOIA DEL CALCIO - BARGNANI A MUSO DURO: “CHI DICE CHE NON HO LE PALLE, NON CAPISCE NULLA DI BASKET” - OGGI CON LA SERBIA PER IL PRIMO POSTO

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Walter Fuochi per “la Repubblica”

 

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NON sarà Italia-Germania 4-3, archetipo dei nostri giorni migliori perduti dietro un pallone, ma c’è quassù un’Italia che piace e conquista, pure fuori dal tempio del dio calcio. Anzi, in tempi in cui l’Azzurra maggiore disamora con opachi 1-0, questa del basket ha un passo che travolge ogni umore, accesa dalle sue stelle Nba che brillano e non tradiscono.

 

È incostante, ma seduttiva. Sbanda e rimedia, scivola e si rialza, sbadiglia e trascina. Ieri ha stroncato i tedeschi al supplementare, dopo averli inseguiti sempre, ma proprio passare per cento crune d’ago le ha lucidato quella baldanza e quella fame di sentirsi grande che era anche la sola strada per strappare una partita che pareva inafferrabile.

 

La cronaca spiccia di questo Europeo dirà quindi che, battuta la Germania 89-82, l’Italia s’è qualificata per la seconda fase. La giocherà a Lille, probabilmente da domenica, le migliori 16 per entrare nelle sette che andranno poi a cercarsi un posto ai Giochi 2016 di Rio. Potrà esserci da terza del girone, se oggi, tornando in campo meno di venti ore dopo la faticaccia di ieri, cederà all’imbattuta Serbia. Non si sente però sazia.

 

«Puntiamo al primo posto», hanno detto Gallinari e Belinelli, e anche giocare per il risultato massimo, senza speculare sul minimo, pur bastevole, è energia che contagia. Racconta Gianni Petrucci, il presidente dei canestri, che Giovanni Malagò, il presidente del Coni, salito ieri in Germania, gli ha passato al telefono Matteo Renzi che s’era appena bevuto il supplementare: entusiasta, come tutti.

ITALIA GERMANIA BARGNANIITALIA GERMANIA BARGNANI

 

E anche un po’ increduli, noi tutti, di come gli azzurri si sono ripresi questo match sfuggente, con un finale torrido, coi 25 punti di Gallinari, il migliore, i 17 di Bargnani e Belinelli, impreciso (4/14 da tre), dopo l’abbuffata spagnola, ma letale quando il pallone pesava doppio, i 15 di Gentile, e la voglia di tutti di non mollare la puntata che, fatto bottino con la Spagna 24 ore prima, avrebbe reso tutto inutile, qualora fosse andata perduta.

 

La sorte ha invece restituito i bocconi rancidi trangugiati altre volte, e se anche Petrucci rifiuta il paragone col calcio («vengo da lì, non lo rinnegherò mai, e ringrazio anche Conte per quanto c’è stato vicino a inizio torneo»), ci s’immerge beato, nell’aria che tira di nuovi azzurri più popolari («questa squadra è amatissima, lo si vede pure dai tanti tifosi saliti a Berlino »).

 

«Chi dice che non ho le palle non capisce niente di basket, ma è vero, oggi ho vinto contro tutto e tutti», esulta Andrea Bargnani, che ieri ha superato Nowitzki, semidio della magna Nba che invece del Mago romano continua a diffidare e ridacchiare. E Belinelli, l’altro “americano”: «Non ho mai avuto paura di tirare, non l’avrò mai: avevo sbagliato tanto, ma l’ultimo l’ho tentato perché il loro play era per terra ed eravamo 5 contro 4». Tripla, gol, 87-82 a 25”: la partita.

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Quello finito per le terre era il magnifico Schroeder, 22 anni neri come la notte, papà tedesco, mamma gambiana: fin lì un incubo, 29 punti inafferrabili, da match-winner per 44’. Come tante partite da vincere a tutti i costi, contro nemiche meno forti nel sentire comune, quella azzurra è stata una sofferenza, una rincorsa perenne: il suo modo per diventare poi ancor più esaltante, la vittoria perfetta, nel prolungamento, come quell’Italia- Germania del ’70, coi gol degli assi (Boninsegna-Riva-Rivera ieri, il trio Nba con 59 punti oggi), sorpassando nella retta finale, ma col merito di non essere crollati prima. Sempre dietro, già.

 

Ancora di 3 a 27” dal 40’, quando Gallinari ha prima accorciato con due liberi (74-75), poi pareggiato a 76 a 4”, dopo uno solo di Schroeder. Che s’è infine mangiato, alla sirena, l’entrata carpiata del successo. L’overtime ha opposto poi squadre stremate, ospitato le ultime zampate di un Nowitzki sfinito (solo 14 ieri), visto l’Italia risolverla così: sull’82 pari, gol di Gallo a 45”, scivolone di Schroeder nel raid per impattare, Belinelli tutto solo, di là, a giustiziare: +5 a 25”. Da esaltarsi.

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Come Gallinari: «Mai stato così bene in vita mia, grazie ai miei compagni per non aver mai mollato. E ora addosso alla Serbia ». È alle 14.45, scriverà la classifica finale del girone, dando all’Italia primo o terzo posto, verso una rivale fra Israele, Polonia o Finlandia, più che la Francia. Ma già essere oltre il muro è quel che si chiedeva alla vita dei nostri a Berlino. Così è stato e così, per ora, va benissimo.

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