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CALCIO DOTTO - ALLA FINE GERMANIA IN SEMIFINALE. SONO DELLE BESTIE SPAVENTOSE NEUR E COMPAGNI, A PARTE LAHN, CHE È BESTIA DENTRO - QUESTA SERA È MANCATO BENZEMA. E MANCAVA, DA SEMPRE, RIBERY. LO SFREGIATO CHE INCANTA

di Giancarlo Dotto per Dagospia

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Non si sevizia così un telespettatore. Quelli di Sky c’infliggono ancora Paperino alias Del Piero a commentare un quarto di spessore wagneriano con possibili irruzioni di Cancan stile Moulin Rouge, quel magnifico nano di Valbuena ballerina di prima fila (per fortuna c’è il cavernoso vocione di Compagnoni a compensare).

 

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Alla fine Germania in semifinale. Basta e avanza il colpo nuca di Hummels che si beve l’ingenuo Varane. I francesi sono più fluidi, i tedeschi più geometrici e più fisici. Sono delle bestie spaventose Neur e compagni, a parte Lahn, che è bestia dentro.

 

In Brasile hanno diversi modi fantasiosi per ammazzarti. L’aria condizionata è uno di questi. Tu puoi entrare in un negozio che sei un uomo e uscire che sei un merluzzo, quando non ci resti secco. Hanno provato a far fuori mezza banda teutonica, infebbrandola a colpi di caldo e freddo, ma si sono ripresi tutti a tempo di record.

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Il sole di Rio poteva squagliarli o rigenerarli. La seconda. Giocano insieme da una vita i tedeschi e, quando non è Nazionale, è Bayern o Borussia. Hanno imparato negli anni, dopo essere stati belli e perdenti, sopportato fregature enormi, quel sano pragmatismo che è solo delle grandi. Meno cesello e più bisturi.

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E poi hanno Neur. Uno e trino. Portiere, libero e centrocampista. Ma, stavolta, copertina tutta per Hummels, mica solo per il gol. Fenomeno anche dietro. Prima sconfitta mondiale di Didier Deschamps, che non aveva mai perso da giocatore nè da allenatore.

 

Ma bene, anzi ottimo. In Brasile ci arriva per il rotto della cuffia, alias Ucraina, lo scorso novembre. Da allora ha costruito una squadra vera e prospettive notevoli. Questa sera è mancato Benzema. E mancava, da sempre, Ribery. Lo sfregiato che incanta.