NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
Guglielmo Buccheri per “la Stampa”
la trimurti tavecchio macalli lotito
Qualcosa si muove e Parma torna ad interrogarsi sul calcio giocato. Figc e Lega, indicate da più parti come fin troppo poco attente alla questione, sembrano aver accelerato, ora che il baratro sportivo della città è dietro l’angolo.
Tavecchio dai giocatori
Il primo passo di una possibile svolta arriva in un piovoso pomeriggio romano. Carlo Tavecchio scende le scale della federazione insieme al sindaco emiliano Federico Pizzarotti e annuncia: «Abbiamo un piano che presenteremo in Assemblea di Lega a tutte le società di A e che, subito dopo, spiegherò ai giocatori del Parma a Collecchio dove andrò in visita...».
Un piano in quali e quante mosse? Le bocche rimangono cucite, quelle dei protagonisti al lavoro e di chi sa ma ha paura di bruciare il contropiede delle istituzioni. Il piano, in realtà, deve ancora essere precisato nei dettagli, ma, intanto, emergono le prime luci sulla via da percorrere.
In principio c’è la volontà dei grandi, o più o meno grandi, del nostro pallone (ieri, in Figc, c’erano Juve, Inter, Milan, Roma e Lazio) a risolvere un corto circuito che, altrimenti, potrebbe generare pericolose reazioni a catena, come possibili corse a rivedere i milionari contratti tv di Sky o Mediaset davanti ad un campionato non più a venti squadre.
Accade, così, che i club dal peso specifico più ingombrante decidano di fare da garanti alla soluzione del rebus, con la Figc al fianco. Da garanti perchè fino al prossimo 19 marzo, giorno dell’udienza per il fallimento del Parma, chiunque voglia spendersi per la sorte dei giocatori e dei dipendenti emiliani non può farlo, altrimenti sarebbe un assist privilegiato per il pittoresco presidente attuale Giampietro Manenti.
Il nodo tribunale
Dopo il 19 marzo, lo scenario dovrebbe cambiare. Per quella data, salvo contraccolpi eccezionali, sul Parma potrebbe intervenire un curatore fallimentare e aprirsi, così, l’esercizio provvisorio: in questo contesto, ecco pronto l’aiuto dei club.
Il modello che avanza sullo sfondo racconta di un precedente illustre: nel 2005, infatti, il Borussia Dortmund fu salvato dalla bancarotta dagli eterni rivali del Bayern Monaco, generosi nel prestare 2,3 milioni di euro ai gialloneri per il pagamento degli stipendi dei giocatori. E ai bavaresi seguirono poi altri club.
Non è detto che sarà questa la strada italiana al salvataggio del Parma visto che, in queste ore, due grandi studi legali stanno mettendo a punto i tecnicismi. Ma la volontà di fare qualcosa per garantirne la continuità sportiva appare, ormai, manifesta, nonostante la riottosità di cinque medie-piccole società di A ancora contrarie verso qualsiasi forma di solidarietà e che dovranno essere convinte, domani in Assemblea.
In campo grazie allo sponsor?
Parma prova a rialzare la testa ed ascolta le novità di palazzo. I giochi rimangono ancora tutti aperti perché la squadra va convinta ad accettare la forma di garanzia della A e, soprattutto, a metterci del proprio rinunciando a percentuali degli attuali ingaggi nel momento dell’eventuale saldo degli arretrati.
E le prossime due partite prima della data del 19 marzo contro l’Atalanta e in trasferta con il Sassuolo che fine faranno? Uno sponsor è già sceso in campo promettendo di riaprire lo stadio e di predisporre i pagamenti per far disputare gli incontri regolarmente.
Nella notte l’ultima mazzata per il Parma: l’ex presidente Tommaso Ghirardi sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta. Per la Procura, alla base del grave dissesto finanziario ci sarebbe anche un suo comportamento illecito.
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