“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Paolo Brusorio per la Stampa - Estratti
«Ho incontrato la morteper cinque secondi. Mia moglie mi urlava "frena frena", ma l'auto sulle strade di casa mia a Valmontone non si fermava. Ho pensato che fosse davvero finita. E sa una cosa? Ero sereno. Ma dopo un volo di quindici metri nella scarpata eravamo ancora vivi. E il telefono funzionava per chiamare i soccorsi. Il Signore ci ha fatto la grazia».
Se ce n'è una, il pauroso incidente dell'aprile scorso cui sono sopravvissuti Gianni Petrucci e la moglie è la metafora perfetta per l'attuale presidente della Federazione italiana pallacanestro, dove l'aggettivo attuale ha, come dire, dei confini molto laschi. Il primo mandato di Petrucci risale al 1991, l'ultimo allo scorso dicembre: fanno quattro.
In mezzo, tra le altre, le cariche di commissario della Federcalcio e di presidente del Coni.
GIULIO ANDREOTTI ANTONIO MATARRESE GIANNI PETRUCCI
Collezionista di poltrone, le dà fastidio?
«Per qualcuno è un'offesa, per me è un complimento: in poltrona ci sto comodo».
La sua riconferma: problema o opportunità per il basket?
«Se mi hanno rieletto è perché posso fare ancora del bene al basket».
Entra al Coni nel 1967 grazie a uno zio. Presentato o raccomandato?
«Presentato. Allora il Coni assumeva».
(…)
E quindi il Coni?
«Mio zio era ispettore della Banca Nazionale del lavoro, mi segnalò ed entrai nella segreteria generale dove conobbi Franco Carraro, cui devo tanto. Carraro capì che ero sveglio e mi mandò alla Lega calcio a Milano. Vivevo da solo nel residence del Milan, mangiavo pane e calcio ma dopo un po' chiesi di tornare a Roma. Mi accontentò e mi disse "vedrà che tornerà al calcio"».
(…)
Come era a scuola Petrucci?
«Un rompiscatole, mi chiamavano Giannetto. Andavo dai Salesiani, io della Lazio e il mio professore di matematica della Roma. Ma ero sveglio e al lunedì mi faceva leggere il Corriere dello Sport alla classe».
A 24 anni diventa pupillo di Franco Marini, ex segretario della Cisl e anche presidente del Senato. Come l'ha incrociato?
«Al Coni fondo il sindacato Cisl dello sport. Mi nota Marini, la mia fortuna. Marini, un luminare della politica.
Avrebbe potuto fare carriera nel sindacato e invece?
«E invece mi chiama Giulio Onesti, allora presidente del Coni. Un monumento, tremavano i muri quando si innervosiva. Mi dice: "Che vuoi fare , il dirigente o il sindacalista?". Scelsi di fare il dirigente, ero già presuntuoso allora».
A proposito di Coni: Malagò sì o Malagò no?
«Malagò sì. Preparato, gran lavoratore e unico con un'immagine vincente. Non ne vedo tanti in giro come lui».
gianni petrucci foto mezzelani gmt 341a
Il governo e Sport e Salute però la pensano diversamente. Che fa, opposizione?
«Quando Sport e Salute è nata pensavamo si occupasse della salute degli atleti non agonisti e della scuola, poi hanno cambiato il tiro. Oggi per fortuna hanno due ottimi dirigenti come il presidente Sergio Mezzaroma e l'ad Diego Nepi: di noi hanno una grande considerazione che, però, sta forse diminuendo».
Perché?
carlo mornati e gianni petrucci foto mezzelani gmt021
«Non sono d'accordo con alcune iniziative dai toni imperativi e non condivise con le federazioni. Mi spiace vedere il Coni un po' impoverito».
Ce l'hanno con Malagò?
«Idiosincrasia per le persone. Ha presente quando scelsero tra Gesù e Barabba?».
Sì, ma che c'entra?
«C'entra, Gesù non piaceva più. Ma alla mia età non conta, io sto con Gesù».
I partiti le hanno mai chiesto di candidarsi?
«Lo fece un mio amico, ma non le dico chi».
Casini è un suo amico?
«È una persona straordinaria. Da lui ho imparato a non attaccare mai frontalmente l'avversario. Ora sta in uno schieramento orientato a sinistra, ma dialoga anche con la destra».
(…)
Andreotti, Craxi, Berlusconi, Meloni: l'interrogato scelga il suo politico preferito.
«Andreotti perché mi volle, io laziale, alla Roma da vicepresidente. E mi fece capire che un politico non deve mai prendersi troppo sul serio. Le sue battute erano straordinarie».
Andreotti ha fatto del bene o del male all'Italia?
«Non ha fatto del male».
Chi è l'Andreotti di oggi?
«Per come si muove, il ministro Giorgetti».
Vice presidente della Roma da tifoso della Lazio, convergenze parallele?
«In curva giallorossa comparve uno striscione: Petrucci è della Lazio ma prende i milioni dalla Roma. In un derby, al pareggio della Lazio un telecronista di allora, mi sembra fosse Pizzul, disse che l'unico giallorosso contento ero io».
(...)
Ma un nemico ce l'ha?
«Nessuno che mi abbia fatto palesemente del male. Magari di nascosto, ma amen. Se sono qui è perché ce l'ho fatta e chi ce la fa ha sempre ragione. Ignoro l'invidia, è la forza del perdente».
(…)
Un amico di sinistra?
«Veltroni. Mi ha sempre aiutato».
gianni petrucci foto di bacco (2)
Un politico in cui si rivede?
«Da sempre mi piace Renzi. Intelligente e coraggioso».
Però si è bruciato.
«Capita quando perdi una battaglia legata al tuo nome. Accadde anche a Fanfani».
Sindaco di San Felice Circeo: lista civica orientata a sinistra sostenuta anche dalla destra. Un classico di Petrucci.
«All'ultimo comizio regalai una fascia tricolore ai miei elettori, "sarete tutti sindaci" dissi loro. Renata Polverini, di Forza Italia e allora presidente del Lazio, mi appoggiava e applaudì alla trovata. Ricordo pure le parole di Storace: "A Già, ma te posso dà 'na mano con 'sti stronzi de' comunisti?».
Da sindaco ricevette una busta con otto proiettili. Paura?
«No, sarei morto da eroe».
Ha ancora i santini nel portafoglio?
carraro malago petrucci cucci pescante zazzaroni
«Sì, guardi - e li mostra -, San Giovanni Bosco e San Leopoldo, scoperto grazie a Giovanni Carnevali, ad del Sassuolo».
(..)
Mai pensato di farsi prete?
«Da giovane ero affascinato dai sacerdoti e dai loro riti. Ora forse sarei cardinale...».
Al Giubileo del 2000 ha passato cinque ore allo stadio con Papa Wojtyla. Che cosa vi siete detti?
«Lui parlava poco, io quasi non credevo di essere al fianco di una persona che ha cambiato il mondo. Quando morì, decisi di fermare lo sport in segno di rispetto. Ho incontrato anche papa Ratzinger, mi diceva sempre che il calcio era il mio problema».
Era amico del Cardinale Bertone, è vero?
«Insieme nello stesso istituto, era un grande appassionato di calcio. Quando era cardinale andavo a trovarlo a Castel Gandolfo e gli facevo le domande più strane».
Tipo?
«Se desse o no del tu al Papa».
(...)
Che cosa è il potere?
«Saper coordinare più attività. Ma è una parola vuota, il potere ce l'ha solo il Signore».
Con chi cambierebbe la sua carriera?
«Con quella del Papa. Ci pensi, è l'unica persona al mondo che parla sempre di pace»
diego nepi sport e salute e gianni petrucci foto mezzelani gmt009Petrucci uscita Malago diego nepi sport e salute e gianni petrucci foto mezzelani gmt005carlo mornati e gianni petrucci foto mezzelani gmt018carlo mornati e gianni petrucci foto mezzelani gmt019carlo mornati e gianni petrucci foto mezzelani gmt023
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