DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Benedetto Ferrara per La Repubblica
CI sono comunicati bizzosi, azioni legali annunciate, cessioni pregiate, striscioni arrabbiati, whatsapp a sorpresa e tanta solitudine, quella che avvolge i sentimenti della città, che si fa un sacco di domande senza sapere quando arriveranno le risposte a sciogliergli i nodi nel cuore. Perché la Fiorentina sta cambiando pelle, smontando in tutta fretta quella squadra che solo un anno e mezzo fa guidava la classifica prima di un gennaio depressivo.
Il capo che ordina: rientrare. E così la Fiorentina di Pradè e Montella, quella che poi era passata tra le mani di Paulo Sousa, lo pseudo poeta zen, aveva cambiato strada. Niente sogni, quelli dei giorni di Mario Gomez e Pepito Rossi, due affari costati un occhio per spiaggiarsi in infermeria. Fiorentina normalizzata. E poi decostruita, prima di una ripartenza che chissà quando arriverà mentre il buon Pioli, spedito via dall' Inter perché non abbastanza cool per il nuovo corso, attende notizie.
striscione contro bernardeschi
Borja Valero se n' è andato già da un pezzo, con un whatsapp spedito a un amico tifoso e fatto girare sui social ha spiegato ai fiorentini che non è lui che ha scelto di partire. D' altra parte la Fiorentina a gennaio lo aveva già venduto in Cina senza neanche chiederglielo. L' obiettivo è quello di abbassare il monte ingaggi e di liberarsi dei rimasugli di quella Fiorentina che aveva stupito il mondo proprio quando Corvino era stato mandato via. E così la restaurazione consumata col ritorno dell' uomo di Vernole e delle plusvalenze ha vissuto le sue vendette inevitabili.
La Fiorentina non vuole bandiere: un addio che è una sveltina e tanti auguri. Così è andata a Pasqual, a Gonzalo Rodriguez, a Borja Valero e ora tocca a Bernardeschi, un ragazzo cresciuto con la maglia viola addosso. Ma il vecchio Corvino usa lo stesso metodo da sempre. Basta far passare il messaggio che salva la faccia alla società: sono i giocatori che vogliono andare via. "Questo club non è terra di conquista" recita un comunicato di martedì scorso.
Certo però che fino a pochi anni fa i Della Valle non avrebbero ceduto mai un loro gioiello alla Juventus. Era dal '90, dalla cessione di Baggio agli Agnelli, che un gioiello di casa Fiorentina non veniva trattato con la società bianconera. Comunque il biondo a Firenze è già considerato un "traditore". "Berna, Nikola (Kalinic, ndr), Vecino, strisciati e ben pagati, come a Firenze mai amati" recitava ieri uno striscione al campo d' allenamento di Moena.
Il fiorentino è orgoglioso, ma il calcio iperaziendalista parecchio meno. Per 45 milioni, oggi, non si guarda in faccia nessuno. Ora toccherà a Kalinic e a Vecino. E poi magari la Fiorentina inizierà a spendere tutti quei milioni incassati. Ma il problema è che una parte del tifo si è stufata di una società incapace di comunicare un valore sentimentale. E se qualcuno ci prova chiamando Antognoni come club manager in ritardo di tredici anni e presentando le nuove maglie coi colori del calcio storico, ecco che Diego Della Valle lancia un comunicato. In sintesi: se non vi andiamo bene compratela voi. Come a dire: non ci sono fiorentini disposti a spendere.
Si aspetta sempre che entro l' anno vada in porto il progetto avveniristico per il nuovo stadio, una storia iniziata nel 2008, naufragata con l' inchiesta dei terreni di Castello e ripartita nei giorni di Renzi sindaco e quindi del suo successore Nardella con un nuovo progetto nell' area Mercafir di Novoli. Un modo per scoprire se qualche imprenditore internazionale si fa avanti per partecipare all' impresa e magari acquistare la Fiorentina, che al momento non possiede quasi niente, l' unica eccezione resta Federico Chiesa, 19enne di grande talento, figlio di Enrico e unico vero "intoccabile" in questo giro vorticoso di partenze e prossimi arrivi.
Magari giovani, perché costano meno e poi un giorno diventeranno anche loro plusvalenze.
Già. È il calcio di oggi, baby. Se non ti piace resta a casa. Molti, ultimamente, hanno fatto così.
BERNARDESCHIDELLA VALLEBORJA VALERO
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