
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
Francesco Persili per Dagospia
“Non starò in panchina fino a 60 anni”. Si preannuncia come l’addio più lungo della storia dello sport quello di Guardiola che a 45 anni già si porta avanti col lavoro in un’intervista alla NBC: “Starò a Manchester per le prossime 3 stagioni o forse di più ma sono sicuro che mi sto avvicinando alla fine della mia carriera da allenatore”.
In attesa di vederlo a 60 anni su un campo da golf, è meglio godersi Pep in versione allenatore-guru nella giornata del riscatto del suo Manchester City: “Amo la mia squadra. Ieri non eravamo in corsa per il titolo, oggi forse sì”
Con la vittoria (in dieci) sul Burnley, infatti, i Citizens si portano a meno due dal Liverpool, secondo in classifica, fermato sul pari dal Sunderland. E’ un turno favorevole al Chelsea di Conte che in caso di vittoria mercoledì contro il Tottenham può allungare a più otto sui Reds. Il Manchester City soffre ma resta agganciato al treno di testa. L’espulsione nel primo tempo di Fernandinho complica i piani della squadra di Guardiola che nella ripresa agguanta la vittoria con un tiro (di destro) di Clichy e una magia di Aguero. Inutile il gol degli ospiti firmato da Mee.
Dopo l’exploit contro il City il Liverpool heavy-metal di Klopp, non concede il bis contro il Sunderland. Apre le marcature Sturridge ma i Black Cats raggiungono il pari su rigore con Defoe. Nel secondo tempo fa tutto Manè: prima porta i Reds in vantaggio con un tocco sotto misura e poi con un fallo di mano regala il secondo rigore al Sunderland trasformato ancora da Defoe. Continua la risalita del Manchester United che contro il West Ham centra la sesta vittoria consecutiva. L'espulsione di Feghouli al quindicesimo del primo tempo agevola il compito dei Red Devils che passano al London Stadium con i gol del subentrato Mata e di Ibrahimovic (in fuorigioco). Il Leicester non va oltre lo zero a zero sul campo del Middlesbrough. “Una normale partita da pareggio”, l’ha definita Ranieri che si gode il secondo risultato utile consecutivo e glissa con ironia sulle proteste dei padroni di casa per il presunto fallo da rigore di Huth: “Se quello è penalty, io sono il Papa”.
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