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Emanuela Audisio per “la Repubblica”
I Giochi rivelano: modi di giocare, di vivere, di amare. Fanno cadere tabù, aiutano le società ad accettare le diversità. Lo sport fa il resto: dà coraggio e forza per non nascondersi.
Per la prima volta a Rio ci sarà una coppia di atlete omosessuali sposate. Giocano insieme da quasi vent’anni, sono una coppia da otto, e sono sposate da tre. Sono Helen e Kate Richardson-Walsh e fanno parte della squadra britannica di hockey su prato, bronzo a Londra 2012.
Helen ha 31 anni, centrocampista, è l’atleta che ha più convocazioni in nazionale (361), è membra dal 2015 dell’Order of British Empire, due anni fa è stata operata alla schiena. Kate ai mondiali del 2012 contro il Giappone ha rimediato una bastonata che la ha rotto la mandibola, ma due giorni dopo era già in campo. Le due si conoscono da ragazzine, vanno a convivere con un’altra atleta dal 2001, ma solo nel 2008 ai Giochi di Pechino capiscono che la loro amicizia è qualcosa di più.
Entrambe vengono da due relazioni finite: Kate si è separata da un uomo, Helen da una donna. «All’inizio, nella squadra qualcuno era un po’ frastornato, diciamo così, perché la cosa sembrava abbastanza strana. Ora nessuno più ci fa caso e tutto procede nella più assoluta normalità. Qualcosa è cambiato. Nella squadra ci sono sempre state donne di ogni tipo e noi siamo state sempre molto chiare in merito al nostro orientamento sessuale».
Le due vivono a Reading e ogni giorno guidano fino al Bisham Abbey Sports Centre a Buckinghamshire, ma hanno deciso di tirare una riga tra la vita di casa e l’allenamento. «Parliamo di hockey, perché siamo tutte e due molto appassionate, vincere l’oro sarebbe un sogno da condividere, ma non vogliamo che i risultati delle partite influenzino troppo la nostra relazione, altrimenti sarebbe un incubo. Non facciamo sempre tutto insieme, ognuna di noi ha una vita».
Al matrimonio hanno invitato tutta la loro squadra. «Erano 19 persone, è stato un bel cambiamento, c’era una intera gamma di modi di pensare e di vivere la sessualità. Dobbiamo molto a tutto il team, soprattutto riconoscenza, perché ci hanno accettate, senza farci sentire animali strani».
Il dopo Rio non è deciso. Kate ha 36 anni e non continuerà fino a Tokyo, le piacerebbe fare l’allenatrice. Helen sta studiano psicologia all’università e vorrebbe restare nello sport. Una coppia sposata normale. Perché è così che il mondo va avanti. Quando nel 2008 un giornalista chiamò a casa Matthew Mitcham, tuffatore australiano, per fargli i complimenti della qualificazione a Pechino, gli chiese anche: con chi vivi? Lui rispose: «Con Lachlan Fletcher, il mio compagno ».
In maniera semplice, diretta, pulita. E così passò alla storia come il primo gay a fare coming- out olimpico. Matthew vinse l’oro e la Nbc censurò l’esultanza con il suo compagno. Poi si scusò dicendo: «Abbiamo perso l’occasione di raccontare una bella storia».
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