DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Sgomento e delusione: i napoletani non perdonano affatto Higuain per il suo passaggio alla Juventus. La scorsa notte nelle strade del Vomero a catturare l'attenzione di automobilisti e passanti è stato un camion dell'Asia, l'Azienda per la raccolta dei rifiuti, che stava svuotando i cassonetti per il ritiro della spazzatura. Sull'imboccatura del vano dove viene riversata l'immondizia, qualcuno ha sistemato una bandiera con il volto di Higuain e ad ogni sversamento uno degli operatori diceva a tutti i curiosi: «È questo il suo posto perché è nà munnezza (ndr., spazzatura)».
Dopo le scritte ingiuriose comparse ieri sulle bandiere collocate in pieno centro, in via Toledo, e i messaggi affissi sui muri continua l'ondata di attacchi sui social. C'è anche chi ha postato una radiografia 'ipotizzandò un prossimo infortunio con gli «auguri a Gonzalo per la tua nuova avventura in bianco e nerò. Mentre in alcune ricevitorie si gioca l'ambo Higuain: 9 (la maglia) e 71, l'uomo di m... A Higuain tanti rimproverano i cori cantati davanti ai tifosi al San Paolo. »Cantavi 'difendo la città' sotto la curva - gli ricorda uno - e ora cosa canterai? 'Lavali col fuoco?', in riferimento ai cori di diverse tifoserie contro i sostenitori del Napoli.
2. IL CORE ‘NGRATO DI HIGUAIN
Emanuela Audisio per “la Repubblica”
Non ci sono atei nel calcio. E ora tocca a Napoli soffrire. Non per un pugno di dollari, ma per una montagna di milioni. Il suo dio se ne va, ha trovato altri fedeli. Su al Nord, più benestanti. Fa niente, se prima erano i grandi nemici. Gonzalo Higuain non è più la bandiera del riscatto del Sud, sarà invece l’immagine della Juventus, di quella Signora, molto razza padrona che da cinque stagioni consecutive uccide il campionato. Si può: tradire da professionista una città?
E a chi appartengono i simboli? A se stessi o al popolo? I piedi hanno un prezzo che il cuore non conosce. E forse anche i tradimenti. La proposta indecente per Higuain, 28 anni, argentino, ex attaccante del Napoli, è arrivata dalla Juventus. Il suo trasferimento a Torino vale 94,7milioni di euro, il suo contratto 7,5 milioni a stagione (per quattro anni). Higuain per Napoli è stato fino ad oggi il nuovo Maradona. L’eroe, la speranza, la diversità. Il confine tra essere e non essere. E Higuain c’è stato: Mister 36 gol, anche senza scudetto, ha segnato più di tutti in Italia. Era il mattone su cui costruire la casa del domani, l’orgoglio da lucidare, la certezza di una supremazia “made in Naples”. L’oltre Maradona. Ma ora è una speranza stracciata. La sua maglia è finita in fondo alla tazza del gabinetto.
La città protesta, si divide, s’infiamma. Si sente sola, abbandonata, non corrisposta. Rifiutata da un soldato di ventura che credeva innamorato. È Higuain che ha divorziato da Napoli, pensa la città, che se n’è andato di notte a fare le visite mediche a Madrid «per l’altra ». Per la Signora che lo ha attratto, sedotto, rubato. Non è più bella, ma più ricca. E ha fatto tintinnare i suoi ori. Aveva ragione Pier Paolo Pasolini a dire che il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. Già: a chi appartengono i simboli dello sport? A se stessi o al popolo che li venera come santi? E possono voltare le spalle a un sentimento? La realtà dice di no: io ti dò il mio cuore e tu non puoi trapiantarlo da un’altra parte. Quando Baggio partì (costretto) da Firenze, sempre verso la Juve, la città si ribellò e scese in strada. Non i tifosi, ma anche le nonne. Baggio era nel calcio la bellezza di Firenze.
Non poteva emigrare. Quando James LeBron, stella del basket Nba, ha lasciato la «sua» Cleveland per Miami, la città ha sputato sulla sua maglia e gli ha dato dell’ingrato e rinnegato. LeBron ha vinto altrove, ma quel disprezzo ricevuto gli è bruciato così tanto, che è tornato a Cleveland e l’ha portata al trionfo. Per farsi perdonare. E quando Edinson Cavani, con un nuova compagna, lasciò Napoli per Parigi, sostituito appunto da Higuain, i tifosi fecero subito le magliette di protesta («Hai amato Napoli come hai amato tua moglie»).
Lo sport non è solo bilancio, statistica, percentuale, è anche altro. E non puoi fuggire nella notte senza dire: grazie a tutti, vi porterò sempre con me. Non conta se Higuain valga quel prezzo che è la seconda cifra più alta della storia dopo quella di Bale (100 milioni) e che forse diventerà la terza se la Juve venderà Pogba al Manchester United (120 milioni).
È un contratto regolare e legale. Che dimostra la bravura della Juve capace di ricostruirsi dopo lo scandalo e d’investire anche sulla costruzione di un suo stadio. Ma la sua è una manifesta superiorità.
La Juve può, guadagna più di tutti, la sua fetta di torta è più grossa, anche con i diritti tv della Champions, erodendone (per meriti, sia chiaro) una parte che spettava agli altri. E quindi la Juve prende il meglio: Higuain dal Napoli, Pjanic dalla Roma. Ma più si rafforza la Juve, più si impoverisce il calcio italiano. Diventa fragile, senza concorrenza.
È raro che in un importante campionato europeo la stessa squadra abbia vinto 5 titoli consecutivi. È capitato in Italia, con la Juve (anni 30), con il Torino (anni 40 e guerra in mezzo), con l’Inter (ma il primo scudetto a tavolino è stato assegnato nel 2006), in Spagna due volte con il Real (ultima anni 80), in Francia con il Lione (anni duemila). Il tradimento di Higuain è solo una buona vendita in Borsa, il Napoli incassa, non viene derubato. Ma la speranza di fare gol all’Italia quella sì, è ferita.
3.IL CAPOLAVORO DI DE LAURENTIIS
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Tutti in culo alla balena. Dopo Pjanic, ecco Higuain. L’ennesimo “Core ‘ngrato”, versione rigorosamente Roberto Murolo. Il pesce grande non mangia più i pesci piccoli, li lascia in vita, dopo averli amputati di denti e pinne. Ecco, la vera ferocia al lavoro. Adesso ha la faccia di Marotta, prima era quella di Moggi.
Il secondo era citazione persino simpatica per quanto da manuale del boss, sigaro incorporato, il primo risulta decisamente più inquietante con il suo non dettare mai, per via dell’occhio sifolino, quel patto visivo del “sono il prossimo tuo” su cui si fondano le relazioni umane. Sfuggente per definizione Marotta. Ti guarda da un altrove. E ti frega.
Alla faccia, e che faccia, del presidente Stravecchio che, nella sua fissità monodica di vetusto bambino non particolarmente sveglio, quello che in classe i Lotiti di turno lo colpiscono dall’ultimo banco con la fionda, continua il suo delirante inno al sistema calcio Italia, sempre più invece votato allo sfascio, stile Geppetto, per restare a Collodi, cha ha in mano un pezzo di legno e crede di avere un paffutissimo bimbo.
Con Higuain in corpo, aggiunto ai Pjanic, ai Dani Alves, i Benatia, i Marko Pjaca e non finisce qui, il campionato possiamo aggiudicarlo prima che inizi, dopo aver fatto finta per cinque anni di giocarlo. Botta mortifera su quello che dovrebbe essere un plot. A meno che lo Spalletti senza pinne o il Sarri senza denti non s’inventino un’interessantissima e improbabilissima impresa.
Di sicuro, sono in tanti a gongolare nell’affaire Higuain. Giocatore traditore e fratello procuratore of course, trenta milioni spalmati in quattro anni, esclusi i non banali diritti d’immagine, tutto il mondo Juve, che può fottersene ora dell’ossicino campionato, per puntare alla polpa con le grandi orecchie, avendo ora il grande culo di Gonzago.
Ma chi gongola più di tutti in queste ore, il Grande Gongolo, si chiama Aurelio de Laurentiis. Questo è il suo capolavoro. Incassa quasi cento milioni per un giocatore di quasi trent’anni, reduce dal suo irripetibile exploit, 36 reti, oltre Nordhal, denaro che può intelligente reinvestire per diventare più competitivo nel mondo, come fece la Juventus di Moggi con la cessione di Zidane. E lo chiude, questo capolavoro, uscendone pure come l’eroe, versione generale Custer, che resiste fino all’ultimo all’attacco degli indiani e cede solo trafitto dalla freccia clausola, mentre la sua pistola scarica vomitava solo aria.
Non pago, quando già ha capito l’andazzo, s’inventa una conferenza stampa dove, a colpi di esercizio retorico, iscrive Gonzalo nella gogna dei “traditori”, dandolo in pasto a una piazza che, d’amor ferita, avrà una sterminata capacità di odio. Aurelio, cappello!
4. MARADONA: HIGUAIN? FELICE CHI FA AFFARI
Da "ansa.it"
"Mi dispiace che Higuain vada da una rivale diretta come la Juve. Ma non si può dare la colpa solo al giocatore. Perché il giocatore ha le sue responsabilità, ma i più felici sono sempre quelli che fanno gli affari". Lo scrive, sul proprio profilo Facebook, Diego Maradona, commentando l'imminente addio di Higuain. "Nessuno - spiega - pensa ai tifosi. Sono stanco di dire che oggi è più importante avere un buon imprenditore che un buon presidente. Questo non accadeva ai miei tempi. Peccato che la Fifa continui a dormire".
TATUAGGIO DI NICOLAS HIGUAINHIGUAIN
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