DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Filippo Cornacchia per la Gazzetta dello Sport - Estratti
«Tridente sì o tridente no? Il problema della Juventus non è quello, bensì la poca qualità della rosa».
Firmato Fabio Capello, ex allenatore di Milan, Juve, Roma e Real Madrid.
La Juventus, con il pareggio contro il Genoa, ha allungato la striscia negativa dell’ultimo periodo: 7 punti in 8 partite e appena una vittoria, contro il Frosinone e all’ultimo minuto. Che idea si è fatto sui problemi della squadra di Allegri?
«Innanzitutto, facciamo una premessa: Allegri fino al derby d’Italia ha fatto i miracoli mantenendo la Juventus in scia all’Inter. Tra le due squadre non c’è paragone a livello di qualità. E anche il Milan, adesso secondo in classifica, ha una rosa più competitiva rispetto a quella bianconera».
Tornando al momento difficile della Juventus?
«Il confronto con l’Inter, al di là dell’1-0 per i nerazzurri di San Siro, ha mostrato ai giocatori della Juventus la distanza tra le due squadre. C’è stato un contraccolpo, sono calati adrenalina e attenzione. La conseguenza è questo periodo negativo».
Se il problema è psicologico e di motivazioni, variare assetto - con il passaggio dal 3-5-2 al 3-4-3 - non potrebbe diventare un tentativo per stimolare la squadra?
«La differenza tra la Juventus che teneva testa all’Inter e questa che ha una media-punti da retrocessione, sono i gol presi. Non è che più attaccanti schieri e più gol realizzi. La squadra di Allegri fino a gennaio ha vinto molto e quasi sempre di “corto muso”: 1-0, 2-1. Sono poche le volte in cui ha creato e segnato molto. Mentre nelle ultime 8 giornate, a parte lo 0-0 di domenica contro il Genoa, ha incassato molte reti, spesso anche due a partita.
Questi sono i problemi veri: i gol subiti e la poca qualità. Non il tridente. Allegri non ha mica Mbappé o Vinicius in avanti per schierare tre punte...».
Chiesa, però, ha sempre mostrato il meglio di sé partendo largo nel tridente, anche all’Europeo. E contro il Napoli ha ritrovato il gol quando Allegri lo ha spostato in fascia… Il 3-4-3 non potrebbe diventare un’opzione anche per mettere maggiormente a proprio agio uno dei migliori giocatori della rosa?
«Sul fatto che Chiesa sia più pericoloso partendo dalla fascia, non ci sono dubbi. Federico vive di dribbling, velocità, strappi e quando inizia largo è avvantaggiato. Al centro, invece, è più marcabile. Però che giocatori ha Allegri per costruire un eventuale tridente con Chiesa e Vlahovic? Yildiz è un talento, ma è agli inizi. Kean è appena rientrato dall’infortunio. Forse l’unico che potrebbe giocare dalla parte opposta a Chiesa, è Cambiaso. Ma se Allegri insiste con il 3-5-2 è perché pensa di avere più equilibrio e garanzie: nessun allenatore si fa del male da solo».
C’è dell’altro?
«La squadra di Inzaghi e quella di Pioli creano molte più occasioni per gli attaccanti rispetto alla Juventus. E sapete perché? Perché i nerazzurri hanno un centrocampo con tanta qualità.
E il Milan a sinistra, grazie a Theo e Leao, può inventarsi di tutto nell’arco dei 90 minuti.
L’uomo che più fa la differenza nella Juventus è Rabiot. E non è un caso che il periodo di crisi dei bianconeri sia coinciso con qualche acciacco e infortunio del francese».
La Juventus si prepara per il ritorno in Champions League e la prossima stagione sarà protagonista anche al Mondiale per club a 32 squadre. Barzagli ha detto che ai bianconeri per essere competitivi serviranno 3 colpi di impatto totale, Galeone addirittura 5. Per lei?
«Almeno 4, ma di primo livello. Andranno concordati tra tecnico e società. L’allenatore deve avere voce in capitolo sugli acquisti».
Il primo nome di Giuntoli resta Koopmeiners dell’Atalanta: la convince?
«Bel giocatore, ma va testato con una maglia pesante come quella della Juventus. Ai bianconeri, però, di centrocampisti di livello ne serviranno almeno due. Poi un terzino e un attaccante o un’ala che salti l’uomo e crei superiorità numerica».
(...)
Lei ha vinto in due momenti diversi con il Real Madrid: prima nel 1996-97 e poi nel 2006-07. Fosse al posto di Allegri, visto il momento della Juventus e i fischi dell’Allianz Stadium, proverebbe una esperienza lontano dall’Italia in estate?
«Andare ad allenare all’estero è sempre un arricchimento tecnico e culturale. Max è sveglio, sono convinto che in Inghilterra grazie alla sua abilità nella lettura della partita e dei cambi farebbe anche bene».
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