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IMPRESSIONISTI DA INCANTO - GAUGUIN DA RECORD A LONDRA, AFFARI D’ORO PER LE CASE D’ASTA - TRA GLI ACQUIRENTI ANCHE TANTI RUSSI: UN AUTORITRATTO DI MALEVICH PARE SIA ANDATO AL PATRON DEL CHELSEA ABRAMOVICH PER 7,6 MILIONI DI EURO!

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Caterina Soffici per il “Fatto quotidiano”

 

I capolavori dell’arte, si sa, sono trofei da sfoggiare in società. Ma sono anche un bene rifugio, di fronte all’incertezza dei mercati, alla crisi che forse è andata ma forse ritorna, ai cambi ballerini, che in un giorno fanno più venti percento (vedi il franco svizzero) e in 6 mesi il meno 46 per cento (vedi il rublo).

GAUGUIN QUANDO TI SPOSIGAUGUIN QUANDO TI SPOSI

 

Così i super ricchi che investono in arte tornano sul tradizionale. Il contemporaneo ha dato soddisfazioni a molti. Si sono fatti un sacco di soldi, ma è più un terno al lotto. Una scommessa troppo rischiosa? Vanno sul sicuro con l’arte moderna e gli intramontabili impressionisti. E così all’inizio di febbraio è passato di mano un quadro di Paul Gauguin, la più classica delle icone raffigurante due donne haitiane, per 300 milioni di dollari.

 

La cifra sarebbe la più alta di sempre per un’opera d’arte. Scrive il New York Times, e confermano fonti bene informate nel mondo dei mercanti, che l’opera è stata comprata dall’emiro del Qatar. Martedì 3 febbraio a Londra si sono battuti due nuovi record. All’asta di Sotheby’s dedicata a “Imps and Mods” (ossia “Impressionisti e Arte Moderna”, in inglese li abbreviano così), sono stati battuti 75 lotti per un totale di 186 milioni di sterline, qualcosa come 250 milioni di euro.

 

Una cifra del genere non si era mai vista in nessuna asta a Londra. La stessa sera, la concorrente Christie’s ha battuto opere per un totale di 147 milioni di sterline (200 milioni di euro), dove era compresa una sezione di Surrealisti che da sola ha totalizzato la bellezza di 66,7 milioni di sterline (90 milioni di euro): un nuovo record per la categoria.

 

PAUL GAUGUIN - NAFEA FAA IPOIPO  PAUL GAUGUIN - NAFEA FAA IPOIPO

Quando succedono queste cose la gente comincia a interrogarsi sul perché. Dove va il mercato? E perché si torna a comprare Mirò, Magritte, Cezanne e Monet? Infatti, nota l’esperto di aste del New York Times, negli ultimi anni gli Impressionisti non li voleva più nessuno. Non erano di moda, così come i capolavori dell’arte moderna.

 

O meglio: erano molti meno quelli che tiravano fuori milioni per comprare un Francis Bacon rispetto a chi voleva un Jeff Koons. Per dare l’idea, in tutto nell’arco del 2014 il totale delle vendite mondiali di Christie’s nella sezione “Imps&Mods” è stato di 732.5 milioni di sterline (quasi un miliardo di euro), meno delle metà del miliardo e 700 milioni (2,5 miliardi di euro) battuto dalla stessa Christie’s nell’arte contemporanea. Ma le mode si sa, cambiano.

 

Se quindi anche i tra i contemporanei alcuni sono considerati sicuri (un nome per tutti, Gerhard Richter), nel mondo dei più giovani o degli emergenti c’è più maretta. E quindi ecco che i mega ricchi inanellano nuovi trofei, sotto forma di tele da appendere al muro. Perché per loro, le opere d’arte sono uno status symbol. Fatti salvi quei pochi intenditori e veri appassionati, per la maggior parte, comprare un Magritte è come comprare una Ferrari o un mega yacht.

 

AUTORITRATTO MALEVICHAUTORITRATTO MALEVICH

Per questo devono essere opere riconoscibili, immagini iconiche. Vogliono che chi entra nella stanza rimanga di stucco. “Vogliono alla parete un marchio identificabile, qualcosa che deve essere riconosciuto all’istante”, spiega Wendy Goldsmith, consulente, ex responsabile dell’Ottocento per Christie’s. Hanno già la “trophy wife”, la moglie trofeo, giovane e bellissime, che impalmano per sfoggiare in società soldi e potere. Rispetto alla moglie, la “trophy art” (il trofeo per eccellenza, al momento, pare sia Monet) costa meno da mantenere e quando te ne vuoi liberare, non devi pagare alimenti ma ti rimane in tasca un bel surplus.

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Valga per tutti il caso di un autoritratto di Malevich datato 1909-1910. Un gioiello di arte russa che è stato esposto alla retrospettiva dell’anno scorso alla Tate Modern. Comprato nel 2004 per 162milasterline,è stato messo all’asta da Sotheby’s con una base di 1 milione di sterline. Se l’è aggiudicato un compratore al telefono (si dice l’uomo d’affari russo Roman Abramovich, che vive a Londra) per 5,7 milioni di sterline, dopo una lunga battaglia al rialzo con un altro russo, Petr Aven, capo della più grande private bank russa. A vendere era una signora russa, la più contenta di tutti.

Monet - palazzo ducaleMonet - palazzo ducaleMAGRITTEMAGRITTE