DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Alessandra Mammì per Dago-art
Miracolo a Torino. Sono arrivate più 170 candidature nonostante il bando in inglese, la non chiara mission e il sicuro onere di dover non solo dirigere, ma reinventare un SuperMuseo,figlio della fusione fra il Castello di Rivoli luogo di collezione e tradizione contemporanea arrampicato lassù sulle colline e la Gam museo di tradizione e collezione moderna ben radicato in città ( vedi artspia del 16 gennaio e del 15 dicembre)
A cominciare da una navetta che porti dall'uno all'altra (attualmente non c'è ma sarebbe il minimo istituirla) il super direttore dovrà saltellare fra le due imponenti sedi e inventarsi nuovo organigramma e una nuova programmazione. E tra un viaggio e l'altro (oppure a metà strada) incontrare e convincere facoltosi amanti dell'arte o aziende illuminate per racimolare denari, donazioni e sponsorizzazioni.Tutto da fare con pochi soldi di budget e tanta fantasia.
Francesco Bonami Bartolomeo Pietromarchi
Per cui stupisce che ci siano così tante candidature. E che candidature! Riporta “Artribune" che nella short list dell'appena concluso bando compaiono: Francesco Bonami forte di aver diretto la Biennale di Venezia più curriculum strabordante di mostre libri, articoli e polemiche; Cristiana Collu che ha appena lasciato la direzione del Mart di Rovereto anche a causa di una originale, non banale e immaginifica gestione poco capita da un cda evidentemente parruccone; Bartolomeo Pietromarchi ex direttore del Macro di Roma e curatore del padiglione italiano all'ultima Biennale d'arte di Venezia attualmente responsabile artistico dalla Fondazione Ratti; il giovane Vincenzo de Bellis che ha rilanciato Miart la fiera di Milano grazie a un forte caratterizzazione culturale e notevole capacità oragnizzativa; Andrea Viliani attualmente al Madre di Napoli ma soprattutto Carolyn Christov-Bakargiev che conosce bene Rivoli dove fu dal 2002 al 2008 indimenticabile chief curator.
Che dire? dopo la sua meravigliosa Documenta, aspettando la sua Biennale di Istanbul il prossimo settembre dove ha scelto di lavorare fianco a fianco ai migliori artisti internazionali (da Kentridge a Pierre Huyghe) e ricordando mostre epocali come “Moderns” che proprio a Rivoli unirono forza visiva e complessità di pensiero nella rilettura dell'arte e delle sue origini, una candidatura così non andrebbe neanche discussa.
Ammesso che sia vero sarà dura trovare e giustificare una nomina migliore.
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