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Paola Jadeluca per “Affari&Finanza - la Repubblica”
In questo periodo è in Cina, non ha neanche un momento libero per la stampa, fanno sapere i suoi portavoce. Patricia Barbizet, da dicembre il nuovo Ceo di Christie’s, il numero uno al mondo delle aste, sta facendo una full immersion in quello che è ormai diventato il primo mercato d’arte nel mondo.
Sia per acquisti che per artisti emergenti che stanno conquistando a passo di carica le quotazioni più elevate. In pochi anni il Dragone è balzato in cima alla classifica per risultati delle aste, una postazione sottratta alla Francia, davanti a Regno Unito e Stati Uniti, i due grandi protagonisti del mercato sin dagli Anni Cinquanta.
In autunno, a Shanghai, megalopoli piena di gallerie e mostre, ha messo in moto oltre 21 milioni l’asta indetta dalla maison di Londra per festeggiare il primo anno di attività autonoma nella Terra di Mezzo. All’incanto sono andati quadri di artisti moderni e contemporanei, ma anche vini pregiati, gioielli, orologi e la nuova categoria del Design cinese contemporaneo, un segmento che sta guadagnano rapidamente terreno tra gli estimatori e quotazioni sul mercato.
Madame Pinault, Franc?ois Henri Pinault, Marco Bizzarri, Francesca Bellettini, Franc?ois Pinault
Barbizet è il nome da sposata. Suo marito è Jean Barbizet, banchiere a capo della divisione investimenti di Barclays. Il nome di famiglia è invece Dussart, figlia unica di Monique Cartier, pittrice, e di Philippe Dussart, famoso produttore cinematografico, venuto a mancare pochi anni fa, finanziatore di molti famosi registi della Nouvelle Vague come Jean-Luc Godard, Robert Bresson, Jacques Demy, ma anche di Alain Resnais.
francois pinault e salma hayek
Dai genitori ha ereditato indubbiamente il gusto del bello e della cultura. Sul campo ha appreso invece i più pragmatici segreti del mondo degli affari. Oggi ha cinquantanove anni e la considerano la donna più influente di Francia, ma già a cinquantadue era tra le 50 donne più potenti del mondo secondo Fortune. Una carriera lampo. A partire dagli studi.
Nel 1976, a soli 21 anni, era già laureata all’Escp Europe, una delle più prestigiose business schoolinternazionali. Un anno dopo era già diventata executive assistant alla Renault. E’ la prima donna a scalare la posizione di Ceo di Christie’s. Ha preso il posto di Steven P. Murphy, che ha lasciato l’incarico alla fine dello scorso anno. Un’uscita di scena repentina e clamorosa quella di Murphy.
Anche perché Murhpy, 60 anni, si è dimesso due settimane dopo le dimissioni di William Rupert, Ceo di Sotheby’s, principale concorrente di Christie’s. Ruprecht, 58 anni, ha lasciato tutto dopo 14 anni alla guida della casa basata a New York. Il motivo, come riporta BloombergBusiness, la pressione messa dagli azionisti per tagliare i costi e rialzare il valore per i soci.
In particolare, a mettere sotto pressione Rupert sembra sia stato Daniel S. Loeb, fondatore di Third Point, l’hedge fund che è diventato il principale azionista di Sotheby’s. Loeb è anche un grande collezionista d’arte contemporanea, ma il business è il business. E le azioni della casa d’aste, quotata a New York, avevano perso in un anno più del 10%. Ma hanno ripreso a salire da quando Loeb è entrato nel board dei direttori, a maggio dello scorso anno. Christie’s non è quotata.
Ma gli anni più duri della crisi non hanno lasciato indenni le case d’asta. Che nei momenti peggiori hanno collezionato molti invenduti. Il mercato è cambiato, e sicuramente anche la maison londinese ha deciso di rimettere mani ai costi, di rivedere le strategie. Anche se è stato un anno record per il fatturato, bisogna evidentemente riprendere la mira. La scorsa settimana, a New York, l’asta di Old Master si è chiusa con molti pezzi invenduti: un “possibile” Caravaggio (non certissimo l’autore), poi Pieter Brueghel II, Canaletto, Pieter Claesz, Guido Reni, and Theodoor Rombouts. In totale 32 pezzi non venduti su 54. La peggiore asta dal 2002.
«Oggi si vende solo arte contemporanea e moderna, con particolare enfasi sugli impressionisti. E’ una questione di moda, di gusti. Sui Vecchi Maestri, inoltre, c’è grande cautela, si vendono solo se è più che accertata la firma dell’autore», racconta Federico Imbert, country head di Credit Suisse Italia, grande appassionato d’arte, membro del Cda del Museo Poldi Pezzoli di Milano con il quale la banca d’affari svizzera ha una partnership triennale.
Banche e fondi sono i mecenati dei giorni d’oggi, spesso possiedono le migliori collezioni, che grazie al fatto di essere riunite acquistano valore aggiunto. Uno sguardo alle classifiche di ArtPrice conferma il trend del contemporaneo e moderno. Per quotazione media d’asta troviamo Jean-Michel Basquiat, uno dei più importanti esponenti del graffitismo americano.
Lo segue Jeff Koons, che con i suoi Balloon Dog fa impennare le sedute. Babizet, parigina, è la persona di fiducia del proprietario di Christie’s, Francois Pinault, patron di Kering, ex Ppr, il big del lusso francese che ha in portafoglio griffe come Gucci, Yves Saint-Laurent, Bottega Veneta, Sergio Rossi, Boucheron, Stella McCartney, Alexander McQueen, Balenciaga.
Pinault, che ora ha lasciato la guida del gruppo a suo figli Francois-Henri, è un grande appassionato d’arte, si dice sia tra i più grandi collezionisti di arte contemporanea del mondo. Dieci anni fa ha comprato Palazzo Grassi a Venezia, dove ha presentato una parte della sua collezione attraverso diverse esposizioni, ma che ha portato anche in altre piazze d’arte.
Nel 2006, Art Review lo ha indicato come la personalità più influente del mondo dell’arte contemporanea. Pinault controlla Kering attraverso Artémis, la cassaforte di famiglia dentro la quale custodisce anche Château Latour, tra i più prestigiosi vigneti di Bordeaux, e altri asset. Patricia Barbizet è il Ceo di Artémis, lo è dal 1992, anno in cui lei stessa ha contribuito a creare Artémis, dopo tre anni in Ppr nel ruolo di Cfo, chief financial officer.
E’ sempre stata dietro le quinte, alla cabina di regia negli anni più impegnativi, quando il gruppo nato nel mondo dei legnami cambiava volto, si riposizionava nel retail,. Anni importanti di crescita e trasformazione che hanno portato al colosso di oggi, a colpi di acquisizioni, battaglie, anche legali contro i concorrenti come Bernard Arnault, patron di Lvmh, per contendersi le griffe più importanti, come Gucci. C’è di nuovo aria di novità nel gruppo. A partire dal nome, Kering, tenuto a battesimo nel corso del 2013. E’ arrivato il nuovo direttore creativo di Gucci, l’ammiraglia del gruppo, Alessandro Michele, che ha preso il posto di Frida Giannini.
Cambiano gli uomini chiave, si tagliano le licenze per gli occhiali, business riportato in casa. E anche in Christie’s soffia il vento dell’innovazione. La casa d’aste, sotto la guida di Murphy, ha già fatto grandi passi. Prima lo sbarco in rete, con le aste online che hanno allargato il mercato oltre ogni frontiera. Poi l’apertura verso i nuovi mercati d’Oriente. E ha messo a segno un anno record, secondo i dati appena diffusi, arrivando a 8,4 miliardi di vendite: «Sono cresciute del 12%», ha annunciato la stessa Barbizet.
Che poi ha commentato: «Ci stiamo sempre più focalizzando, il top del mercato è cresciuto del 48%, grazie alla vendita di capolavori che costano oltre 10 milioni di dollari. La nostra strategia ora è di svilupparci in nuovo mercati, come Cina e India e in nuovi canali, come le vendite private e l’eCommerce, che ha ulteriormente spinto la crescita globale». Le vendite private sono cresciute del 20%, a fronte di un incremento di 10% delle aste. L’e-commerce, poi, è schizzato del 54%.
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