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DA "INGIOCABILI" A "INGUARDABILI": COME MAI L'INTER FA COSÌ TANTA FATICA NEGLI SCONTRI DIRETTI? DOPO LA SCONFITTA DEI NERAZZURRI CONTRO LA JUVE, I TWITTAROLI HANNO PERCULATO HENRIKH MKHITARYAN PER LA FRASE PRONUNCIATA DOPO IL MATCH CON IL MONACO ("QUANDO GIOCHIAMO IL NOSTRO GIOCO, SIAMO INGIOCABILI") - I DATI NEGLI SCONTRI DIRETTI SONO PREOCCUPANTI: GLI UOMINI DI INZAGHI HANNO RACIMOLATO SOLO 16 PUNTI SU 33 CONTRO LE "BIG" - LA DIFFERENZA DI RENDIMENTO TRA CAMPIONATO E CHAMPIONS, LA STANCHEZZA DI ALCUNI GIOCATORI CHIAVE (CALHANOGLU) E LE POLVERI BAGNATE DI TAREMI… - VIDEO
Estratto dell'articolo di Paolo Tomaselli per www.corriere.it
Ci sono espressioni così evocative, che entrano subito nell’immaginario. Ma a volte lo fanno dalla porta sbagliata. Così nei bar e nei mercati di Milano e naturalmente nella piazza virtuale, quella che ha perso contro la Juve allo Stadium è diventata subito l’Inter degli «Ingiocabili». Detto ovviamente con ironia visti i risultati che hanno fatto seguito a quell’aggettivo, usato da Mkhitaryan dopo la rutilante vittoria sul Monaco datata 29 gennaio: «Quando siete così, siete ingiocabili?» era la domanda «trabocchetto» a cui l’armeno ha risposto in modo affermativo.
Stuzzicato sullo stesso tema dopo l’ennesimo flop in uno scontro diretto, domenica sera l’armeno non ha buttato la palla in tribuna, anzi: «Lo direi ancora e lo sottoscrivo. Quando giochiamo da Inter siamo ingiocabili. Magari il problema è che sapendo che siamo molto forti ogni tanto ci rilassiamo troppo e entriamo nelle partite non focalizzati, pensando di vincere, e da lì paghiamo. Non c’è mancanza fisica o tattica: essendo troppo forti è una cosa che magari ci disturba. Versione ingiocabile a Napoli? Speriamo, prima pensiamo al Genoa e alla Coppa».
INTER, IN CHAMPIONS HA UN ATTEGGIAMENTO DIVERSO
[…] Se è vero che nulla è compromesso, è anche vero che la rimonta subita a Riad dal Milan da 0-2 a 3-2, il blackout totale di Firenze e il secondo tempo dello Stadium aprono diversi interrogativi sul tipo di approccio dell’Inter. Ci sono anche elementi atletici e tattici, ma la testa comanda tutto il resto. Anche questo spiegherebbe il diverso rendimento in Champions, dove l’Inter ha tenuto un atteggiamento quasi esemplare, pur facendo turnover spinto in sei partite su otto.
In Europa, l’Inter che a Torino aveva l’età media più alta di sempre (30 anni e 6 mesi), non sente la stanchezza, che invece in campionato a volte attanaglia uomini chiave come Bastoni o Dimarco, per non parlare di Calhanoglu, ancora la brutta copia dell’originale alla terza partita dopo il rientro dall’infortunio. […]
TAREMI IRRICONOSCIBILE, MA TOCCA ANCHE A INZAGHI
[…] se è vero che non può essere responsabilità diretta dell’allenatore se Lautaro mira al piccione sul tetto dello Stadium o se Taremi corre verso l’area con i paraocchi e non vede due compagni ai lati, è anche vero che due anni fa la situazione era simile: l’Inter era chirurgica quando scattava la musichetta europea e pasticciona con tratti fantozziani in Italia. E sta quindi anche a Inzaghi lavorare su approccio e contromisure da prendere, quando il gioco dell’Inter diventa lento e prevedibile. […]
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