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INTRAMONTABILE ‘KIMI’, "UN MEMORABILE ACUTO NELL' ORA DELL’ADDIO" – TERRUZZI ESALTA RAIKKONEN: “È UN DADAISTA DELLA VELOCITÀ, UN MATTOCCHIO AMATISSIMO, GLACIALE PER FINTA, CHE SI TRASFORMA IN UN ENNESIMO, SGHIGNAZZANTE TESTIMONE DELL' ACCUSA NEI CONFRONTI DI VETTEL. LA ROSSA TIENE TESTA ALLA MERCEDES ANCHE IN UN EPILOGO DAL DESTINO SCONTATO CAUSA PUNTI GETTATI DAL PILOTA TEDESCO…"
Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera
L' aspettava, lo aspettavamo da cinque anni. Cinque anni della sua seconda giovinezza in rosso carichi di giorni amari, deludenti, grigi, nell' ombra di Alonso prima, di Vettel poi. Ma Kimi Raikkonen è un dadaista della velocità, un mattocchio amatissimo, capace di regalarsi e regalarci un memorabile acuto nel momento dell' addio.
Come dire, beh, sono ancora qui, sulle note di Vasco Rossi, ad anni 39, ad un passo da un futuro (nel Team Sauber) che non gli permetterà giorni così carichi di smalto, così gonfi di una emozione che questo strano uomo, glaciale per finta, nasconde da una vita. Dunque, applausi. Meritati, in arrivo dall' intera platea, avversari compresi.
Ma il volo magnifico di Kimi ad Austin contiene molti significati. Il primo: consegna del titolo ad Hamilton rimandata nel modo meno prevedibile. Il secondo: ritorno al successo della Ferrari, dopo quattro gran premi carichi di nubi, a dimostrazione di una reattività convincente. Il fatto che Vettel non abbia parte in tutto ciò la dice lunga sulla gara americana e, nel contempo sull' intera stagione.
Vettel, protagonista di due errori in un weekend a fondo perduto, uno in qualifica e uno in gara con ennesima collisione da foga che l' ha scaraventato in coda, l' ha costretto ad una rimonta premiata, paradossalmente, dal suo compagno di squadra e da una tattica Mercedes tutt' altro che all' altezza di Re Luigi.
Hamilton, appunto, il quale ha entusiasmato, ha perso - battuto anche da uno strepitoso Verstappen - ma ha dato a Sebastian l' ennesima lezione, usando testa e delicatezza nei duelli, rinunciando (lui può, ovviamente) e chiudendo comunque davanti al suo primo avversario. La vittoria di Kimi dimostra ancora una volta quanto questo Mondiale avrebbe potuto offrirci tutt' altro finale.
Perché la macchina, affanni compresi, reagisce e tiene testa anche in un epilogo dal destino scontato causa punti gettati dal suo primo pilota. Il quale fa ora tenerezza, schiacciato come pare da una serenità perduta. Anche perché Raikkonen, già dimesso e vincente, si trasforma adesso in un ennesimo, implicito, sghignazzante testimone dell' accusa.
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