
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Paolo Mastrolilli per “La Stampa”
Dopo quasi 4 chilometri di nuoto, 180 di bici a mano, e 42 di maratona, la voce di Alessandro Zanardi è forte come se avesse fatto un giretto ai giardinetti: «Mi si scalda il cuore a pensare che qualche disabile, vedendo quello che ho fatto qui, domani deciderà di uscire di casa e cambiare vita. «E spero che tutto questo serva a educare l’Italia, affinché diventi più sensibile alle necessità dei portatori di handicap».
Da ieri, se prima ci fossero mai stati dubbi, l’ex pilota di Formula Uno che perse le gambe in un incidente è un «IronMan», un uomo di ferro. Ha completato sul percorso di Kona, alle Hawaii, la gara di triathlon più prestigiosa e massacrante del mondo, scendendo sotto il tetto delle dieci ore. Per la precisione, 226,255 chilometri coperti in 9 ore, 47 minuti e 14 secondi. Significa il 247esimo posto su 2.187 atleti, la maggioranza dei quali normodotati.
«È un po’ come uno che si sveglia una mattina e decide di fare il pilota di Formula Uno cominciando dal Gran Premio di Monza.
In un mese, l’Equipe Enervit del professor Arcelli mi ha fornito un inedito protocollo “carboloading” per immagazzinare energia nei muscoli che ha davvero funzionato. Ma gli ultimi trecento metri, con la gente che faceva tutta il tifo per me, sono valsi da soli l’intera impresa. Non sono una persona emotiva, ma quando ho tagliato il traguardo ero molto vicino a piangere. È stato fantastico, un giorno che custodirò come un tesoro per tutta la vita».
Quali sono stati i momenti più difficili?
«Il primo durante la frazione a nuoto. Non avendo le gambe, quando si tratta di sprintare per occupare uno spazio rimasto aperto sono svantaggiato. Mi hanno colpito in varie occasioni, e per tre volte mi hanno tolto il boccaglio. Ho perso tempo, ma sono comunque riuscito a completare bene questa parte, perché le mie braccia sono molto allenate e vanno alla grande».
Non ha mai pensato di mollare?
«Mai, ma ho avuto altri due momenti difficili. Uno è stato durante la frazione in bici, per colpa del vento. Me lo sono trovato prima sul fianco, dove faceva cadere i concorrenti e mi ha costretto a rallentare, e poi contro, frenando la mia azione. Per distrarmi contavo i battiti cardiaci, ma pensavo: questa gara non finisce più!
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA…
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE…
DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL…
FLASH – BRUNO VESPA, LA “SPALLA” DEL GOVERNO MELONI: IL GIORNALISTA IN RAI E' PERFETTO PER DARE…
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…