DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Andrea Cremonesi per la Gazzetta dello Sport
La Union Jack è stata ammainata. La pista dove la Mercedes aveva cominciato a dominare ancor prima che si introducesse l' ibrido in F.1 (Nico Rosberg, 2013) e dove Lewis Hamilton regnava incontrastato da 4 anni, è stata finalmente espugnata.
Se questo 8 luglio 2018 passerà alla storia come il giorno in cui è definitivamente tramontata l' era della Stella sul Mondiale è troppo presto per dirlo, perché ad Abu Dhabi mancano ancora 4 mesi nei quali bisogna affrontare altre 11 corse. Ma di certo il 69° GP di Gran Bretagna dice che il vento è cambiato e spira in poppa a Sebastian Vettel e al Cavallino. La Ferrari, su uno dei terreni storicamente più ostici - una sola vittoria prima di ieri negli ultimi 10 anni (quella di Fernando Alonso nel 2011) -, è stata superiore in tutto: piloti, macchina, strategia, sfruttamento delle gomme.
AZZARDO Al punto da costringere i rivali a una scelta azzardata per provare a ribaltare una gara che Sebastian si era messo in tasca con uno scatto imperioso al via. È accaduto al 36o giro quando la corsa è stata neutralizzata in seguito alla rovinosa uscita di pista di Marcus Ericsson che ha indotto la direzione corsa a spedire in pista la Safety Car.
In quel momento Vettel, che con uno scatto felino si era preso subito il comando e stava amministrando i 2" di vantaggio su Bottas, e Raikkonen, 4o, sono tornati ai box per passare dalle medie a un secondo treno di gomme soffici. La Mercedes ha invece lasciato i suoi piloti in pista con gomme usate. Si è così assistito a una seconda corsa di una ottantina di chilometri in cui Bottas, Vettel, Hamilton e Raikkonen, raccolti in appena 2", erano potenzialmente in lotta per la vittoria.
In realtà, mentre le Ferrari potevano attaccare con le gomme fresche, a Bottas e Lewis non restava che difendersi. Valtteri ha resistito stoicamente per 6 giri ma con pneumatici di mescola più dura e che avevano già alle spalle altre 12 tornate si è dovuto arrendere all' arrembaggio di Vettel, che lo ha sorpreso con una mossa micidiale sul rettilineo di Wellington, prima della Brooklands. Il discorso-vittoria è terminato lì perché Hamilton, nelle stesse condizioni, è riuscito solo a superare la instabile monoposto del compagno di squadra imitato poco dopo da Raikkonen, che nel frattempo si era già sbarazzato di Verstappen al giro 42.
DUBBIO Resta solo una domanda in sospeso: se Raikkonen non avesse calcolato male lo spazio di frenata, franando addosso a Hamilton alla Village, terza curva dopo il via, la trama della gara sarebbe stata differente? Probabilmente Vettel, senza più il fastidio al collo che lo aveva condizionato in qualifica (così giurano i tecnici del Cavallino), avrebbe avuto vita più difficile, ma ci sembra onesto aggiungere che forse la vittoria non gli sarebbe sfuggita.
L' incidente, il secondo nelle ultime tre corse, ha fatto salire la tensione tra Ferrari e Mercedes. «Ci stiamo un po' stancando di questi contatti», ha sbottato il gran capo della Mercedes, Toto Wolff, ricordando che solo due gran premi fa al Castellet Vettel aveva tamponato Bottas, spedendolo nella via di fuga, subito dopo il via. «Ricordo che noi a Shanghai abbiamo avuto un problema con Verstappen e non abbiamo detto niente», è stata la replica di Maurizio Arrivabene.
Raikkonen, che nel dopo gara ha ammesso l' errore, è stato punito con 10" di penalità, scontati al primo pit, cosa che l' ha costretto a inseguire per tutta la corsa, conclusa comunque sul terzo gradino del podio. Un destino che lo ha accomunato a Hamilton, il quale, colpito sulla propria ruota posteriore destra dall' anteriore sinistra di Kimi, è finito in testa coda e ha potuto riprendere la corsa in coda al gruppo, solo 17o.
LEONE Ferito nell' orgoglio, Hamilton si è trasformato in un Leone esaltando i 140.500 spettatori a suon di sorpassi: al 2o giro ha scavalcato Sirotkin e Vandoorne, al 3o Ericsson, al 4o Grosjean, al 5o Alonso e Gasly, al 6o Magnussen, al 7o Sainz, all' 8o Ocon, al 9o Leclerc, al 10o Hulkenberg e poi, approfittando delle soste di Verstappen, Ricciardo e Raikkonen e della Safety ha riacchiappato il podio, passando Bottas in crisi con le gomme e limitando così i danni: ora si trova a 8 punti da Vettel, mentre la Mercedes scivola a meno 20. «Io non mollo», ha promesso alla folla affranta l' inglese, pronto a dare battaglia in Germania, a casa di Vettel ma anche della Mercedes, tra due settimane. Nel frattempo la Union Jack sventola nel prato di Maranello.
2. MERCEDES ARRABBIATA
Andrea Cremonesi per la Gazzetta dello Sport
Rabbia e delusione. La grande rimonta di Lewis Hamilton, che ha conquistato il secondo posto dopo il testacoda in partenza provocato da un errore di Raikkonen, ha regalato emozioni alla gara di Silverstone, ma il pilota inglese non si perde in romanticismi. Quando sale sul podio la sua irritazione è ai massimi livelli. Il pilota della Mercedes evita di stringere la mano a Kimi e fa l' ironico: «Il problema della mia gara? E' stato che la Ferrari mi ha colpito. Ma non ci arrendiamo. Ringrazio il pubblico straordinario».
ACCUSA Hamilton ci è rimasto malissimo (anche se qualche ora dopo su Instagram ha sostenuto che il suo malumore fosse dovuto alla stanchezza). Sognava il quinto trionfo di fila a Silverstone, il sorpasso in classifica su Vettel e la conclusione alla grande del weekend iniziato con l' approdo dell' Inghilterra nelle semifinali del Mondiale di calcio. L' illusione è svanita a inizio corsa e Lewis fatica a frenare la rabbia: «La Ferrari?
Strategie interessanti le loro». Più tardi, in sala stampa, quando gli verrà chiesto se le sue frasi alludessero a una collisione deliberata, Hamilton replicherà: «In due delle ultime tre gare la Ferrari ha danneggiato la Mercedes, rimediando prima 5" di penalità (con Vettel al Castellet su Bottas; n.d.r.) e ora 10". Queste situazioni sono costate a me e Valtteri punti importanti».
Raikkonen, protagonista della collisione con Hamilton, ammette l' errore: «Ho sbagliato ed è giusto che sia stato punito. Facile dire che abbiamo usato una tattica aggressiva contro la Mercedes, ma anche noi in passato siamo stati colpiti».
ALTA TENSIONE La tensione sale alle stelle quando si scopre che James Allison, parlando a Sky inglese, sostiene che la manovra di Kimi è «da incompetenti o deliberata». Una tesi che avrebbe trovato eco nelle parole di Toto Wolff, scatenando Maurizio Arrivabene: «James dovrebbe vergognarsi perché in Ferrari ci ha pure lavorato e dunque ci ha preso soldi.
Proprio loro, gli inglesi che ci vogliono sempre insegnare a essere gentleman. Uno che non ha mai guidato non può dare dell' incompetente a Raikkonen. Il guaio è che hanno perso a casa loro e gli ha dato fastidio». La rabbia del team principal della Ferrari si placa solo quando gli viene riferito che Wolff stava scherzando: «E che quando non si è abituati a perdere, queste batoste fanno male. Piuttosto guardino la telemetria di Hamilton, che è partito male, perdendo due posizioni.
Kimi è scattato molto meglio e si è trovato su Lewis. Ricordo in Cina, quando c' è stato il contatto Vettel-Verstappen, nessuno si era lamentato. Dico che è stata una grande battaglia, il pubblico ha gradito ed è un' altra lezione su come comportarsi, visto che noi siamo sempre stati eleganti, loro no». Finale a Wolff: «E' la seconda volta che un loro pilota butta fuori il nostro, ci stiamo stancando».
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