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MDD. Per "il Giornale"
L'anima di una squadra è nel centrocampo. E quello azzurro ha classe e qualità. Ma soprattutto ha Jorginho: ignorato da Ventura salvo ripescarlo nella maledetta serata di San Siro con la Svezia, insostituibile per Mancini che gli ha dato le chiavi della sua Italia. E lui recupera palloni, li rigioca in verticale, viene fuori con eleganza e brillantezza dalle situazioni di pressing.
Da quando il ct l'ha messo in campo tre anni fa, la storia della nostra Nazionale è cambiata. È alle semifinali di un Europeo giocato su livelli straordinari dopo aver vinto la Champions League da protagonista e dopo essere stato il giocatore del Chelsea più volte a segno in Premier League.
Ora che i vari Kanté, Mbappé, Ronaldo, De Bruyne e Lukaku sono fuori dall'Europeo, Jorginho è diventato l'outsider di lusso per il Pallone d'Oro. Nel periodo di duopolio Messi-CR7, solo un altro centrocampista, il croato Modric, è riuscito nell'impresa.
Tutti si sono accorti che nel bellissimo centrocampo azzurro, c'è uno dei giocatori più forti d'Europa. «Non sbaglia mai, lo fa raramente, è difficile dire che poteva fare meglio o in un altro modo - così Nicolò Barella, uno dei perni del reparto nevralgico di Mancini -. Ognuno fa il suo gioco, si può sempre far meglio o peggio ma il calcio è così: Jorginho raramente fa male o peggio. Il fulcro di tutto è il gruppo, la forza d'intenti comune. Ma il centrocampo è il reparto dove passa il gioco e io sono al fianco di due fenomeni, Jorginho e Verratti, che cercano di far girare la squadra. Io cerco di pensare all'inserimento». Le alternative non mancano, ma i tre sono di fatto in testa alle gerarchie del Mancio.
«Come si batte l'Italia? Bloccando Jorginho, è un giocatore intelligente, meno sarà protagonista, più possibilità avremo noi di controllare la partita», ha sottolineato dal ritiro delle Furie Rosse a Las Rozas Cesar Azpilicueta, difensore del Chelsea e della Spagna di Luis Enrique.
I due condividono quindi lo spogliatoio ai Blues: «Abbiamo una chat fra noi giocatori, come è normale. Ma questo è il calcio: a volte, quando sei in Nazionale, affronti dei tuoi compagni di squadra. È una cosa naturale, come sarà normale che daremo tutti il massimo per le nostre nazioni e per qualificarci alla finale».
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