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SU KVARA CONTE E’ PASSATO DAL “DEVE RESTARE” AL “PUÒ ANDARE SE L’ACCORDO NON LO SODDISFA” - IL TECNICO TOGLIE AL GEORGIANO L’ALIBI DEL RINNOVO CHE NON ARRIVA: “AL GIOCATORE HO CHIESTO DI ONORARE LA MAGLIA, I MAL DI PANCIA SI CURANO CON L'ASPIRINA” - IL GIOCATORE PRETENDE UNO STIPENDIO QUADRUPLICATO (8 MILIONI RISPETTO AI DUE ATTUALI) E L’INSERIMENTO DI UNA CLAUSOLA. DE LAURENTIIS NON VUOLE ANDARE OLTRE I 6 MILIONI: “SE VA VIA CE NE FAREMO UNA RAGIONE”
Monica Scozzafava per il Corriere della Sera - Estratti
Scatta lento, pennella meno, si oscura quando viene sostituito. Kvaratskhelia sorride soltanto dopo un gol, e l’ultimo a Empoli su calcio di rigore, è valso tre punti. Non basta.
Lui può di più, la trattativa sul rinnovo del contratto sta rappresentando l’alibi, sia pur inconsapevole, del rendimento altalenante. I diamanti — «se va via ce ne faremo una ragione», le parole del presidente De Laurentiis — possono anche non essere «per sempre». Osimhen è il precedente dal quale il Napoli suo malgrado trae insegnamento.
Il contratto da rinnovare di Kvara è un tema, lo è dall’estate scorsa ma le posizioni, che restano distanti, oggi sono più definite. Il giocatore rivendica uno stipendio quadruplicato (8 milioni rispetto ai due attuali) e l’inserimento di una clausola; il club, nella stagione senza introiti Champions, ritiene che triplicarglielo sia già un sacrificio significativo. Dialettica normale per un giocatore non qualunque, in cui interviene Antonio Conte, fino a ieri suo principale sponsor. «C’è una trattativa in corso — ha detto l’allenatore— e mi auguro venga risolta. Questa stagione per noi è importantissima, al giocatore ho chiesto di onorare la maglia, facendo il massimo fino alla fine della stagione. Non vado oltre e non voglio che Kvara vada oltre».
Ha fissato una linea, Conte, anche se di medio periodo, nel tentativo di rivedere in campo quel calciatore di cui si era innamorato, per il quale aveva posto una condizione precisa al club al momento della firma. Dal «deve restare» si è passati al «può andare se l’accordo non lo soddisfa», nel mezzo tre mesi in cui al gioiello georgiano ha dovuto dare più di una lucidata. Conte ha toccato con mano il suo indiscutibile talento ma ne ha anche ravvisato qualche imperfezione, lo ha visto trionfare ma anche abbattersi, esultare e oscurarsi. Effetto contratto? «I mal di pancia si curano con l’aspirina», ha scherzato (ma non troppo) l’allenatore.
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